Quando in Abruzzo si parla di vino rosso, si parla di Montepulciano. Il vitigno omonimo da cui si ottiene occupa la maggior parte del vigneto regionale, esteso su 33mila ettari che vanno dalle pendici più fresche dell'Appennino, all'ombra di Gran Sasso e Majella, per digradare verso il Mare Adriatico con vigne che lambiscono la costa. Più della metà di questa superficie è occupata dal montepulciano, (oltre che dal trebbiano), vera e propria bandiera enoica della regione in Italia e nel mondo.
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Il vitigno, del resto, è originario proprio di questa regione: su un'ipotetica carta d'identità dell'uva, alla voce "luogo di nascita" troveremmo scritto Valle Peligna, nella parte centro-meridionale dell'Abruzzo. Da qui sarebbe partito per colonizzare il resto della regione e alcuni territori delle regioni limitrofe. Il montepulciano, infatti, è molto diffuso nelle vicineMarche (soprattutto nel Piceno e sul Conero) e, più sporadicamente anche in Umbria, Lazio, MoliseePuglia.
Il vitigno montepulciano. Un po' di storia
La storia del montepulciano è affascinante, perché fatta di misunderstanding ed errate interpretazioni che hanno portato, in passato, a confondere l'uva abruzzese con l'altro importante vitigno a bacca nera centro-italico, il sangiovese. Si può risalire al creatore di questo malinteso: sarebbe stato, infatti, Sante Lancerio, bottigliere di papa Paolo III (siamo intorno alla metà del '500), a chiamare Montepulciano il vino proveniente dall'omonima cittadina toscana, che però già all'epoca veniva prodotto con il sangiovese.
Da qui il disordine onomastico che, poi, si è accresciuto quando il sangiovese ha iniziato a diffondersi in maniera esponenziale. Oggi tutto ciò è stato superato grazie agli studi genetici sulle varietà. Ma, in realtà, senza andare a scavare tra gli enigmi del Dna, è abbastanza facile cogliere le differenze nei vini prodotti con le due uve. Il montepulciano infatti è un'uva molto materica, ricca, potente, generosa e che va domata. Quando il suo temperamento è tenuto a bada riesce a regalare rossi dall'indole gastronomica e dal potenziale d'invecchiamento praticamente infinito.
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I Montepulciano d'Abruzzo dal migliore rapporto qualità-prezzo
La lista che segue è quella dei Montepulciano d'Abruzzo che abbiamo apprezzato di più per il rapporto qualità-prezzo e che abbiamo inserito nelle guide Berebene 2025 del Gambero Rosso e Vini d'Italia 2025 del Gambero Rosso: sono vini reperibili in enoteca o negli shop on-line a meno di 20 euro.
Brilla per l'ottimo rapporto qualità prezzo il fragrante e succoso Montepulciano Le Murate '22, dall'estrazione tannica calibrata e di buona progressione. I due fratelli Alessandro ed Elena Nicodemi hanno raccolto l'eredità di papà Bruno che aveva avviato la produzione di vino intorno alla fine degli anni '90. Le dolci Colline Teramane fanno da sfondo a questa avventura con i vigneti coltivati in biologico.
Siamo nell'entroterra di Città Sant'Angelo, sulle Colline Pescaresi. Qui, nel 2007, Mario e Giovanni D'Alesio hanno deciso di riprendere in mano il patrimonio agricolo creato dal nonno Mario. Le linee in cui si suddivide la produzione sono tre: "D'Alesio", "Tenuta del Professore" e "Sciarr". Da quest'ultima, abbiamo scelto il Montepulciano, che impasta frutti neri maturi e grafite su una bocca dal tannino molto fitto e dal palato voluminoso e ricco.
Ottimo il Riparosso '23, un Montepulciano di Dino Illuminati giovane che profuma di frutti neri freschi, mirtillo e prugna e sfoggia una bocca succosa e di buona polpa, molto godibile. Quando fu fondata, più di un secolo fa, l'azienda si chiamava Fattoria Nico, dal nome del suo fondatore Nicola Illuminati. Dino, il nipote, ne prese in mano le redini negli anni '50 per traghettarla verso la modernità e il successo. Con i primi imbottigliamenti negli anni '70 ci fu il consolidamento e la crescita, con l'acquisto di nuovi vigneti e una rinnovata consapevolezza commerciale. Oggi sono Lorenzo e Stefano, figli di Dino, a guidare questa storica realtà, uno dei baluardi del territorio di Controguerra e delle Colline Teramane.
Ha bisogno di aprirsi un po' e di venire a contatto con l'ossigeno il Montepulciano Riserva '20 di Contesa: emergono così note di ciliegia nera, liquirizia e tabacco dolce che anticipano una bocca fitta nella trama tannica e dotata di un buon sottofondo sapido che scioglie il sorso. A battezzare l'azienda è una contesa terriera di cui fu protagonista in epoca post-unitaria il bisnonno di Rocco Pasetti, attuale proprietario di questa realtà sita a Collecorvino, sulle Colline Pescaresi che rientrano nella sottozona Terre dei Vestini. La cantina è circondata dai vigneti di proprietà che ovviamente ospitano le varietà locali, montepulciano, trebbiano, pecorino e passerina. Le vinificazioni seguono diverse strade: acciaio, barrique e botti grandi si passano il testimone nella creazione di una batteria di vini mai scontati.
Il Mo si conferma una valida Riserva di Montepulciano tirata in un numero importante di bottiglie ma di ottima qualità. Dopo un'apertura sulle erbe officinali, il profilo olfattivo vira verso il cioccolato e il legno tostato. More mature e prugne si fanno largo nel bouquet approdando a una bocca di buona estrazione tannica che riesce a mantenersi leggera. Si tratta solo di una delle tante frecce nell'arco di Tollo, una delle più imponenti cooperative del centro-sud.
Il panorama vitivinicolo del Chietino è parecchio affollato. Tra gli attori, alcuni piccoli produttori ma anche grandi cooperative. Come Cantina Tollo, uno dei colossi del vino abruzzese con 2500 ettari vitati (molti dei quali coltivati in biologico) suddivisi tra ben 625 soci, un parco vigneti che nell'ultima annata ha prodotto 18 milioni di bottiglie. Ma non sono solo i numeri a decretare la grandezza di un progetto: negli ultimi anni infatti abbiamo registrato un cambio di passo, imprenditoriale e qualitativo, recepito anche dai mercati.
La cooperativa di Ripa Teatina nasce alla fine degli anni Sessanta e oggi mette insieme il lavoro di circa 400 soci che si prendono cura di un parco vitato di 700 ettari. Ci ha presentato una gamma molto interessante in cui spicca per il favorevole rapporto qualità prezzo il Montepulciano Sotto il Cielo di Novaripa, una Riserva del 2019 di buona finezza aromatica e progressione gustativa e dal finale saporito.
Il Montepulciano d'Abruzzo Natum '22 profuma di ciliegia matura e prugna; al palato è preciso nello scandire le sensazioni fruttate, ha tannino sottile e sorso strutturato ma scorrevole. Si tratta di una delle tante valide etichette prodotte da Agriverde, nata sui colli ortonesi, non lontano dalla costa Adriatica. Fin dai suoi primi passi ha creduto nell'agricoltura biologica, ed è stata tra le primissime aziende regionali ad accedere alla certificazione e a sfruttare la bioarchitettura per la struttura che ospita la cantina. Nei 65 ettari di vigneto trovano spazio perlopiù le varietà autoctone, uve che si trasformano in una gamma che prevede diverse linee: si va da vini quotidiani di pronta beva a selezioni più ambiziose.
Feudi d'Albe '22 è un Montepulciano in purezza che profuma di erbe officinali e frutta rossa matura. L'attacco è dolce su queste sensazioni ma poi si rientra nei binari grazie a un tannino fitto e saporito. Storica realtà avezzanese, cuore pulsante della produzione aquilana, Bove trae linfa da una sessantina di ettari riservati alle tipiche varietà abruzzesi.
Il Colline Teramane '22 di Terraviva mostra equilibrio tra il classico tocco di grafite e una componente fruttata che vira su prugna e ciliegia nera. Gabriele Marano, negli anni Settanta, decise di investire nel mondo del vino, affiancando alla sua attività di imprenditore edile anche quella vitivinicola. Ma non era ancora la Terraviva che conosciamo oggi. Per questa bisogna aspettare il 2006, quando la figlia Pina e il marito Pietro Topi, prendono in mano le redini dell'azienda, convertendola da subito all'agricoltura biologica. Oggi, grazie anche al lavoro svolto da Federica, figlia di Pina e Pietro, questa realtà è tra quelle più dinamiche delle Colline Teramane con una batteria di vini dal taglio piacevolmente artigiano.
Buono il Cocca di Casa '21, un rosso molto fitto, ma dotato di grande freschezza e progressione. Si sta rivelando davvero una solida realtà il progetto Fontefico portato avanti dai fratelli Emanuele e Nicola Alteri, che hanno preso in mano le redini dell'azienda di famiglia creata dai genitori Miriam e Alessandro nel 1996. Il promontorio di Punta Penna è il centro nevralgico di questa realtà: insistono qui i 15 ettari di vigneto, coltivati seguendo i dettami dell'agricoltura biologica, suddivisi in quattro parcelle: Vigna Bianca (con pecorino e trebbiano), Vigna del Pozzo e il Pàstino (con il montepulciano) e Le Coste (dove dimora l'aglianico).
Il Montepulciano Spelt è una Riserva che si apre con nitide sensazioni di frutti di bosco amalgamate ai sentori di fave di cacao e polvere di caffè. Toni di grafite e di camino spento anticipano una bocca dal tannino fitto ma saporito, perfettamente estratto. I vigneti dell'azienda La Valentina, dei fratelli Di Properzio, riassume le due anime del vino regionale: quella appenninica e quella adriatica. E infatti le parcelle vitate sono posizionate a Spoltore e Cavaticchi, non distanti dalla costa, e a Scafa, San Valentino e Alanno, più all'interno, nel cuore delle Colline Pescaresi. Sabatino,
Roberto e Andrea, fin dall'inizio della loro attività, negli anni '90, hanno impostato il loro lavoro nel totale rispetto del territorio e della natura: alla certificazione biologica, hanno fatto seguito, in maniera sempre più convinta, le buone pratiche dell'agricoltura sostenibile.
Buono il Montepulciano '21 di Cingilia, aziendagiovane come il proprietario, Fabio Di Donato, che ha iniziato a fare vino una decina di anni fa, cercando di mettere in pratica quanto studiato per conseguire la laurea in Enologia. Per farlo si serve del suo piccolo vigneto, sei ettari, nei dintorni di Cugnoli, sulle Colline Pescaresi. In cantina si predilige uno stile fatto di lavorazioni artigianali e fermentazioni spontanee; ne risulta una piccola gamma dotata di gran carattere e di identità territoriale.
Molto buono il Montepulciano Baldovino '22 di Tenuta I Fauri, succoso e ritmato. Valentina e Luigi Di Camillo sono le due anime di questa azienda familiare creata alla fine degli anni Settanta dal loro padre, Domenico. Mentre Valentina si dedica alla promozione e all'accoglienza nella nuova struttura ricettiva, Luigi si occupa di trasformare il raccolto in vini espressivi, territoriali e mai banali. Le parcelle vitate, che ospitano le uve autoctone, insistono nei comuni di Chieti, Francavilla al Mare, Miglianico, Villamagna, Bucchianico e a Ari e sono coltivate in biologico.
Molto buono il Montepulciano '22 della linea Le Stagioni del Vino presentato dall'azienda Spinelli, fondata da Vincenzo nel 1973. Il marchio, tuttora, è tra quelli abruzzesi più conosciuti nel mondo. Ma se fino a qualche anno fa all'export era dedicata la fetta maggiore della produzione, attualmente è sul mercato interno che si concentrano gli sforzi delle nuove generazioni alla guida dell'azienda. Agli ettari vitati di proprietà si aggiungono quelli coltivati da fidatissimi conferitori, seguiti dal punto di vista agronomico in tutte le fasi del lavoro in vigna.