L’Irpinia è il bacino campano nel quale è possibile trovare dei bianchi folgoranti. Le ultime annate, le calde 2021 e 2022, sono state interpretate in maniera più che corretta. I vini che abbiamo assaggiato durante le degustazioni per la guida Vini d'Italia 2024 di Gambero Rosso sono forse leggermente più pronti del passato, ma dove manca la capacità di resistere agli urti del tempo, si guadagna in piacevolezza e immediatezza, che sono parametri comunque da non sottovalutare. Le nuove tipologie che si fregiano del nome Riserva in etichetta, tanto per i Fiano quanto per i Greco, secondo noi sono in grado di garantire sia longevità, sia eleganza, sia sapore. Ed è proprio al Greco di Tufo, prodotto in otto comuni della provincia di Avellino, che è dedicato questo focus sui Tre Bicchieri della Campania.
Il nome "greco" descrive con sufficiente chiarezza l’origine di questo vitigno bianco diffuso in Campania e in Calabria, regioni che anticamente erano comprese nella Magna Grecia. La varietà campana prende il nome dal comune di Tufo, ed è un vino a Docg. Il terreno di origine vulcanica e una buona esposizione fanno sì che questo bianco, di colore giallo paglierino, fine, provvisto di intensi profumi esprima un'elegante struttura e corposità, che gli permettono di evolversi in bottiglia ed affinare il suo bouquet per qualche anno.
I migliori Greco di Tufo
Ecco i Greco di Tufo che abbiamo premiato con i Tre Bicchieri e i Due Bicchieri Rossi sulla Guida Vini d'Italia 2024 di Gambero Rosso.
Il Greco Cutizzi 2022 presenta sbuffi fumé, prato e fieno, pompelmo bianco, bocca di estrema precisione, sapida e molto minerale. Difficile condensare in poche righe le diverse sfaccettature del marchio Feudi di San Gregorio. L'azienda, capitanata da Antonio Capaldo insieme al supporto di Pierpaolo Sirch, è protagonista di una ragguardevole produzione che abbraccia tutte le principali denominazioni regionali, portando avanti progetti paralleli come FeudiStudi, in cui aglianico, greco e fiano vengono esaltati e raccontati in una tiratura limitata di bottiglie provenienti dalle più caratterizzate contrade irpine; per non parlare del marchio parallelo Dubl, dedicato alla produzione spumantistica con Metodo Classico.
Daltavilla '22 è un Greco che profuma di limone e nocciola verde, prato e fieno; al palato è nitido, saporito e davvero elegante. Trovare vini di questo livello a questo prezzo è sempre un gran piacere per il consumatore. Villa Matilde Avallone è un progetto ambizioso avviato dall'avvocato Francesco Paolo Avallone negli anni '60. Oggi sono i figli a tenere le redini dell'azienda, una realtà suddivisa nelle due tenute di Villa Matilde e Pietrafusa. Villa Matilde Avallone è un progetto ambizioso avviato dall'avvocato Francesco Paolo Avallone negli anni '60. Oggi sono i figli a tenere le redini dell'azienda, una realtà suddivisa nelle due tenute di Villa Matilde e Pietrafusa, in Irpinia, che compongono un patrimonio viticolo di circa 130 ettari di terreno vitato. La gamma aziendale vede i vitigni autoctoni più importanti dei due areali dare vita a una produzione improntata tesa a esaltare le denominazioni Falerno, Fiano di Avellino, Greco di Tufo e Taurasi.
In mezzo a tanti vini buoni e molto buoni presentati da Fonzone, spicca un'incredibile Riserva di Greco di Tufo. Si tratta dell'Oikos '21: un'elegante sfumatura di burro di montagna si fa strada in mezzo a un quadro aromatico fatto di refoli balsamici, pietre bagnate, fiori bianchi e scorza di agrumi chiari. Tutto ciò si concretizza in una bocca profonda e complessa, elegante, dal saporito finale in crescendo.
Il Puddinghe è una nuova etichetta aziendale, battezzata dai conglomerati rocciosi tipici dei suoli su cui insistono le vigne aziendali a San Paolo. Una sfumatura di nocciola apre la strada a sbuffi affumicati e minerali. Già dal naso sembra che il vino scalpiti nel calice, e infatti all'assaggio si rivela teso e vibrante, eppure denso di sapore e di sapidità. Sembra pietra liquida: ha grande fascino ed eleganza. Sanpaolo è il progetto irpino di Claudio Quarta, che tornato dagli Stati Uniti e lasciato il suo lavoro nel campo delle biotecnologie, ha deciso di tornare in Italia e mettersi al servizio della produzione vinicola qui in Campania ma anche in Puglia. A dargli una mano c'è la brillante Alessandra, la figlia: insieme si occupano della gestione di un vigneto che si estende per una ventina di ettari, tra proprietà e affitti, che insistono in alcuni dei migliori areali irpini: Tufo, Torrioni, Lapio, Candida, Castelfranci.
La 2022 è stata una grande annata per i Di Meo, come dimostra l'ottimo Greco di Tufo presentato quest'anno. Attiva già negli anni '80, l'azienda della famiglia Di Meo, è stata una delle prime cantine irpine a imbottigliare il frutto dei propri vigneti, scommettendo, già in tempi non sospetti sulle enormi potenzialità d'invecchiamento dei bianchi del territorio. Le vigne di fiano si estendono su terreni argilloso-calcarei a circa 550 metri di quota a Salza Irpina, mentre quelli di greco rientrano nei comuni di Santa Paolina e Tufo; infine l'aglianico trova casa nella zona più alta di Montemarano a 650 metri. La gamma è risultata anche quest'anno molto affidabile, tra bianchi e rossi che si posizionano su elevati standard qualitativi.
Di altissimo livello il Colle dei Lauri Riserva '21 di Tenuta del Meriggio un Greco di Tufo che ricorda al naso spezie gialle, curcuma, ginestra, camomilla, un frutto bianco appena accennato. La bocca è scattante e agile, molto energica e precisa, dotata di grande spinta e di un elegante finale che vira su toni di anice. L'azienda, fondata nel 2010, in pochi anni è riuscita ad affermarsi sul palcoscenico della produzione vitivinicola irpina. La cantina si trova nei pressi del borgo di Montemiletto, incastonata sul crinale della Serra, mentre il parco vigneti è un mosaico composito di filari disseminati in diverse zone: da Parternopoli e Castelfranci proviene l'aglianico; il greco da Santa Paolina; da Montefalcione e Candida il fiano. Nella gamma aziendale vengono coinvolti alcuni dei comuni più importanti dell'areale che definiscono una produzione di alto livello.
L'Ariella '22 di Vinosia ha buona dinamica, progressione e sorso trascinante. Luciano Ercolino ha fondato l'azienda nel 2004 a Paternopoli, in una delle aree più vocate e storiche della Campania. Una cinquantina di ettari vitati coltivati con varietà autoctone come fiano, greco e aglianico, sono il punto di partenza per un progetto che mette al centro della produzione l'esaltazione delle caratteristiche di antichi vitigni attraverso una impostazione contemporanea, dove al rispetto della tradizione e del territorio di origine si aggiunge la tensione verso vini piacevoli e immediati.
Nel Greco di Tufo Le Arcaie '22 un velo affumicato si unisce a nette sensazioni di mandorla e agrumi verdi. Bocca efficace, lunga, elegante, di grande acidità. L'azienda è davvero recente ma in pochi anni Passo delle Tortore ci ha abituato a una gamma di vini di estrema precisione, limpidi nella restituzione delle caratteristiche varietali dei vitigni e dei territori da cui provengono. Gli ettari di vigneto sono poco più di cinque e si trovano in Contrada Vertecchia, a Pietradefusi, comune che segna un po' il confine tra l'Irpinia e il Beneventano. A 400 metri di altitudine nascono fiano, greco, falanghina e aglianico per una gamma ristretta ma di sicura soddisfazione.
Erbe di campo, sensazioni balsamiche, prato fiorito nel Greco di Tufo Oltre '21. Un attacco lievemente zuccherino prepara la strada a un sorso concreto che cresce su sensazioni sapide e minerali.
Dalla di Picoli, arriva l'omonimo Greco di Tufo della vendemmia 2021, una Riserva che a golose sensazioni di anas, susina e uva spina unisce più austere sfumature affumicate e minerali prima di concedersi a una bocca scattante e vibrante, dall'allungo profondo e dall'acidità sferzante. Tante piccole realtà irpine condividono, spesso, la stessa storia: da conferitori di uve a produttori di vino. È così anche per Bambinuto: l'intuizione è di Marilena Aufiero che convince papà Raffaele e mamma Anna a produrre le prime etichette nel 2006. Siamo a Santa Paolina, comune cardine per la produzione di Greco di Tufo, dove gli Aufiero coltivano parcelle a Paoloni e Picoli, sopra i 500 metri di quota, su terreni ricchi di argilla e strati calcarei.
Molto buono il Ponte dei Santi '21, Greco dal profilo aromatico giocato su sensazioni erbacee, dal palato strutturato e solido, di grande energia. Ormai una delle realtà più rinomate del territorio irpino, Villa Raiano è la creatura dei fratelli Sabino e Simone Basso, attualmente supportati dai figli Federico e Brunella. Un'azienda di famiglia dalle molteplici anime che vanno aldilà della sola produzione di vino estendendo l'offerta all'ospitalità e all'enoturismo. Sono 27 gli ettari vitati e si estendono tra i comuni di Lapio, Montefredane, San Michele di Serino, Altavilla e Castelfranci; la gamma è variegata e solida e, sopratutto quest'anno, priva di punti deboli.
Anche quest'anno la famiglia Somma di Cantine di Marzo ci ha presentato una batteria impressionante di Greco di Tufo e solo per poco non è stato centrato il bersaglio dei Tre Bicchieri. Ortale, Laure e Serrone sono tre bianchi simili eppure differenti. Il primo impasta pesca bianca, fresche sensazioni erbacee e nocciola; il secondo profuma di prato bagnato e lime; il terzo è giocato su eleganti sensazioni di fiori bianchi. In bocca tutti e tre sono in grado di mescolare sapore e tensione in maniera magistrale. Molto intrigante anche la produzione spumantistica.
- Greco di Tufo V. Laure 2021 - Cantine di Marzo
- Greco di Tufo V. Ortale Ris. 2021 - Cantine di Marzo
- Greco di Tufo V. Serrone 2021 - Cantine di Marzo