Nonostante il Piemonte sia una terra famosa per i grandi rossi, in particolare Barolo e Barbaresco, possiede anche un buon patrimonio ampelografico di vitigni autoctoni a bacca bianca. Uno tra i più interessanti è sicuramente l’erbaluce, un’uva originaria della zona prealpina piemontese, diffusa soprattutto nel Canavese e nell’area del lago di Viverone. Un territorio di morbide colline moreniche, che disegnano i rilievi di un anfiteatro naturale d’origine glaciale. I suoli sono prevalentemente costituiti da depositi dell’antico ghiacciaio alpino. Sono terreni molto drenanti, ricchi di ciottoli e minerali, particolarmente vocati per una viticoltura di qualità.
L’erbaluce è un vitigno estremamente duttile e versatile, adatto a produrre una gamma di vini molto diversi tra di loro. Dimostra, infatti, di spaziare con elegante disinvoltura dagli spumanti metodo classico ai passiti, passando per i vini fermi e le vendemmie tardive. Il suo nome pare derivi dall’espressione latina “Alba Lux” e sulle sue misteriose origini sono state create fantasiose leggende, che ancora fanno parte della cultura e della tradizione popolare di queste terre.
Secondo l’antica consuetudine del territorio, l’erbaluce è generalmente allevato con il sistema della pergola canavesana, ma non mancano impianti più recenti a guyot. È una varietà che produce grappoli di grandezza media con una forma leggermente allungata. Quando gli acini arrivano a piena maturazione, assumono un bellissimo colore giallo dorato con luminosi riflessi ambrati. Come accennavamo sopra, è uno dei pochi vitigni che riesce a coprire la produzione di tutte le tipologie di vino, sempre con risultati eccellenti. Dalla vendemmia anticipata per la creazione di basi spumante, all’appassimento in fruttaio per i vini da dessert, l’erbaluce regala vini sorprendenti e affascinanti. È una varietà che conserva un’acidità elevata anche al culmine della maturazione, con un corredo aromatico che esprime eleganti e freschi aromi floreali e fruttati. Tutte caratteristiche che permettono d’avere vini con un ottimo equilibrio tra zuccheri, frutto e acidità.
Gli spumanti Metodo Classico sono freschi e raffinati, perfetti con gli antipasti o con piatti di pesce delicati. I bianchi fermi si distinguono per finezza, eleganza e sorprendente longevità. A tavola si abbinano con preparazioni a base di verdure o con menu di pesce. Le vendemmie tardive e i passiti, spiccano per la piacevole freschezza, che va a controbilanciare il residuo zuccherino, donando una straordinaria bevibilità. Sono compagni ideali di un tagliere di formaggi stagionati ed erborinati o di pasticceria secca.
I migliori Erbaluce di Caluso
Ecco gli Erbaluce di Caluso che hanno ottenuto i Due Bicchieri Rossi, essendo arrivati in finale durante le degustazioni per la guida Vini d'Italia di Gambero Rosso 2024
Di sostenuta eleganza l'Erbaluce di Caluso Anima Dannata 2020, dai sentori di erbe fresche e felci su fondo di pietra focaia e dal palato importante, voluminoso, ma anche di notevole finezza, per un finale lungo e persistente. Sembrava un gioco all'inizio, un gioco che col passare del tempo si è fatto sempre più serio. È stato così che cinque amici, coordinati da Alessandro Comotto, si sono ritrovati ad avere tra le mani una delle realtà più dinamiche del Canavese. La volontà dei fondatori, però, rimane quella che ha dato il la alle cose: interpretare al meglio il territorio, raccogliendo l'eredità vitivinicola dei nonni senza per questo rinunciare alle opportunità date dalle nuove tecniche di cantina. L'erbaluce è l'indiscusso protagonista di una gamma di vini piuttosto variegata che tra le sue espressioni annovera anche etichettte da uve barbera, freisa, vespolina e nebbiolo
Sempre ai vertici della denominazione l'Erbaluce di Caluso La Rustìa. La versione 2022 è di grande complessità con i suoi aromi di frutta bianca e zenzero, accompagnati da sfumature vegetali, mentre il palato è armonico e potente, con un lungo finale di notevole sapidità. Sono le colline moreniche tra Mazzé e Caluso a fare da sfondo all'avventura enoica di Gian Luigi Orsolani. "Gigi" è uno dei più convinti interpreti del territorio, con alle spalle un eredità piuttosto importante da tutelare se pensiamo che le prime bottiglie di Erbaluce proposte dagli Orsolani risalgono addirittura al 1894. Prima che fosse di moda produrre Metodo Classico con qualsiasi vitigno, qui già si sperimentava con successo uno spumante, per non parlare delle rare versioni di Passito da erbaluce, vini dotati di fascino e carattere ma quasi introvabili a causa della tiratura limitatissima.
L'Erbaluce di Caluso Le Chiusure 2021 ha intense note di frutta bianca su fondo minerale ed è caratterizzato da una bocca molto ampia, ricca di polpa e con un finale salato e lunghissimo. Bello anche l'altro Erbaluce di Caluso 2021, il Tredicimesi, di notevole complessità nelle sue note leggermente bucciose e di erbe fresche e dal palato dinamico con un finale amaricante. È inutile nasconderlo: quando il vignaiolo coltiva la passione per il vino, il prodotto riesce. Ma coltivare la passione non significa solo lavorare in vigna e in cantina; certo, quello è necessario, ma è la cultura a fare davvero la differenza. E di certo la cultura non manca a Camillo Favaro, alla guida dell'azienda creata dal padre Benito. Una conoscenza del mondo del vino che va ben al di là del panorama nazionale per ancorarsi profondamente all'amata Borgogna, protagonista di diversi scritti di Camillo. La stessa sensibilità viene riversata nella produzione: dalla cantina esce una gamma cristallina per come è in grado di restituire l'identità di vitigni e territorio, in cui è l'erbaluce il protagonista indiscusso
- Erbaluce di Caluso Le Chiusure 2021 - Benito Favaro
- Erbaluce di Caluso Tredicimesi 2021 - Benito Favaro
Note di felci ed erbe fresche per il Primavigna, con cenni minerali di pietra focaia. Fine e particolarmente complesso, conta su una bella struttura e una giusta concentrazione che lascia al palato ricchezza e freschezza.
Bellissime note di pietra focaia per l'Erbaluce Vigna Misobolo 2021, cui si aggiungono profumi di felci e frutta bianca. Bocca potente e ricca, con grande struttura e finale molto lungo e di carattere. L'erbaluce è un vitigno che sempre di più sta attirando su di sé i riflettori di critica e pubblico. Conosciuto perlopiù per i bianchi fermi, in realtà la sua versatilità lo rende perfetto anche per la produzioni di spumanti Metodo Classico nonché di vini passiti. Tutte opzioni esplorate con successo da Remo Falconieri e dalla figlia Lia: insieme lavorano a una gamma che trae la materia prima da 13 ettari vitati, tra proprietà e affitti, vigneti allevati con la tradizionale pergola canavesana in grado di restituire etichette di sicura classicità.