L’Abruzzo è una regione profondamente vitata e la produzione vinicola è parte integrante dell’economia regionale. Sono state tante le cantine abruzzesi che hanno partecipato alle selezioni per la guida Vini d'Italia 2024 del Gambero Rosso quasi un centinaio: purtroppo abbiamo dovuto operare dei tagli anche abbastanza netti, quasi del 40%, nonostante un piccolo aumento della foliazione che ormai si era fatto necessario.
Qui ci concentriamo sul Cerasuolo, ottenuto dalla vinificazione delle uve montepulciano in purezza con breve macerazione, di cui abbiamo parlato già in altre sedi ma che ribadiamo come per noi sia il vino del futuro. La potenza materica del montepulciano viene imbrigliata in vini leggeri che, nelle migliori versioni, non perdono nulla dell’energia del vitigno, anzi la incanalano verso la giusta direzione. Ovviamente stiamo parlando delle versioni veraci, quelle più identitarie.
Cerasuolo d'Abruzzo: errori da evitare
A proposito di identità, va detto che è inutile, e probabilmente anche controproducente, snaturare il Cerasuolo scaricandone il colore: un Cerasuolo dovrebbe essere color "cerasuolo"; per i rosati scarichi, buccia di cipolla, alla moda provenzale, ci sono altre denominazioni, e non tutti devono per forza produrre tutto, solo per completare la gamma e compiacere il mercato. Inoltre, troppe volte ci siamo trovati davanti a Cerasuolo che profumano come negozi di caramelle: forse lasciare un po' più a briglia sciolta il montepulciano, almeno in questa tipologia, sarebbe più gradito.
I Cerasuolo d'Abruzzo dal migliore rapporto qualità-prezzo
Ecco i migliori Cerasuolo d'Abruzzo tra quelli premiati con i Tre Bicchieri o i Due Bicchieri Rossi, essendo arrivati in finale durante le degustazioni per la guida Vini d'Italia 2024 del Gambero Rosso e che potete acquistare a meno di 20 euro in enoteca o negli shop on line.
Nel Cerasuolo Villa Gemma di Masciarelli, che ha ottenuto i Tre Bicchieri 2024, protagoniste dello spettro olfattivo sono le sensazioni di ribes e melograno. Si fondono a nuance floreali di rosa e a un tocco appena speziato prima di tuffarsi in un sorso nitido, di grande precisione e buona tensione. L'azienda ha fatto la storia della viticoltura abruzzese e, dal 1981, continua a essere un punto di riferimento, grazie alla sapiente conduzione di Marina Cvetic, supportata oggi anche dalla figlia Miriam. Il parco vitivinicolo della cantina si snoda sulle quattro province abruzzesi: si va dai territori a ridosso dell'Adriatico, fino ad arrivare alle pendici del Gran Sasso. Lo stile della casa si sta evolvendo verso un respiro più contemporaneo, soprattutto per quanto riguarda le grandi selezioni.
Il Cerasuolo d'Abruzzo Giusi di Tenuta Terraviva, che ha ottenuto i Tre Bicchieri 2024, è un vino dal fascino minerale, con un tocco vagamente pirico che si unisce alle sferzate agrumate di chinotto, quel cenno affumicato e iodato che si riverbera nelle note di ribes e lampone ci ha proprio conquistato. I 22 ettari vitati dell'azienda si dispongono in una sorta di teatro che guarda verso il vicino Mare Adriatico. Siamo a Tortoreto, sulle colline Teramane. Qui Pina Marano e il marito Pietro Topi, attualmente supportati dall'energica Federica, la figlia, conducono l'azienda nata negli anni '60: dal 2006, appena preso in mano il timone, hanno puntato prima sul biologico e oggi sul biodinamico, rimodulando dal punto di vista stilistico tutta la loro offerta con vinificazioni dai tratti gentilmente artigianali.
Il Cerasuolo Baldovino di Tenuta I Fauri ha un fascino particolare tra cenni affumicati, ribes, spezie e incenso. In bocca convince per la solita beva gustosa e succosa. È sempre più sulla bocca di tutti il nome di questa azienda di Ari. Il merito va senz'altro a Valentina e Luigi di Camillo; la prima sempre più attiva e vitale nel promuovere la produzione dei vini firmati dal fratello. Montepulciano, pecorino, trebbiano e passerina, provenienti da parcelle sparse su diversi comuni delle Colline Teatine, si trasformano in vini riconoscibili, spigliati, di grande espressività.
Il Cerasuolo Fonte Cupa di Camillo Montori, premiato sul Berebene 2024 del Gambero Rosso per il miglior rapporto qualità/prezzo dell'Abruzzo , presenta un bouquet molto mediterrane, salmastro, giocato su sensazioni di erbe aromatiche che sferzano un frutto rosso croccante e ben definito. Mineralità e sapidità sono le due direttrici attraverso il quale si sviluppa il sorso ritmato da una sottile, solleticante, trama tannica. Sono una cinquantina gli ettari vitati su cui può contare l'azienda di Controguerra, tra i marchi storici della mondo vinicolo abruzzese. Tra i filari ci sono i grandi classici della regione, montepulciano e trebbiano, accompagnati da pecorino e passerina, ma anche da uve internazionali. Lo stile trova il giusto compromesso tra tradizione e visione moderna, una filosofia che si concretizza nella linea Fontecupa che raccoglie le etichette più ambiziose.
Il Malandrino 2002 di Cataldi Madonna è un Cerasuolo verace, polposo senza essere dolce, caratterizzato da note di grafite e un finale sul frutto croccante. Ofena è da sempre il set su cui va in scena l'epopea vinicola della famiglia Cataldi Madonna. L'attività inizia nel 1920 e oggi alla guida dell'azienda troviamo la quarta generazione: la giovane Giulia, esplosiva quanto competente, ha raccolto il testimone lasciatole da Luigi, il padre. La filosofia però non è cambiata: l'obiettivo è quello di sfruttare i 30 ettari di vigneto, coltivati in biologico tra i 320 e i 440 metri di altitudine, per creare Trebbiano, Pecorino e Montepulciano in grado di restituire l'identità delle uve e del territorio.
Il Cerasuolo d'Abruzzo Sassello 2022 di Adele De Antoniis offre tratti tostati che si mescolano con piccoli frutti di bosco rossi, dal sorso ritmato dal tannino e venato di piacevole sapidità. Questa piccola realtà di Sant'Omero, nell'estremo nord della regione, proprio sul confine con le Marche, può contare su un vigneto di sette ettari che fornisce la materia prima per una gamma di etichette sempre più a fuoco,