Il cagnulari è tuttora coltivato con l’antico metodo dell’alberello sulle colline di composizione calcareo-argillosa a sud di Sassari, non lontane dalla costa di Alghero. Dall'origine incerta, mostra una certa somiglianza con il bovale e per questo motivo si pensa sia stato introdotto in Sardegna durante la dominazione aragonese del '600. Sembra anche avere delle somiglianze genetiche con il mourvedre, coltivato nel sud della Francia, conosciuto in Spagna con il nome di monastrell.
È un vino fortemente territoriale che in passato veniva spesso utilizzato per tagliare altri vini rossi meno intensi e corposi o venduto sfuso per un consumo locale. Il vitigno si è salvato dall’estinzione solo grazie alla tenacia di una decina di piccoli produttori. La sua vinificazione in purezza è abbastanza recente, oggi è riconosciuta al cagnulari la Denominazione di Origine Controllata all’interno della Doc Alghero, ma alcuni tra i più importanti produttori preferiscono utilizzare la denominazione Isola dei Nuraghi IGT, proprio per segnare la differenza e la particolarità rispetto ai più conosciuti vini di Alghero.
Il cagnulari è un vitigno dalla produzione piuttosto abbondante, che va contenuta per ottenere uve di qualità e vini con una giusta concentrazione aromatica. Il vino ha un colore rosso rubino brillante, profumi intensi di frutti di bosco, con note speziate e accenti balsamici. Al palato risulta caldo, di buona struttura, con tannini morbidi e una piacevole freschezza, che lo rendono molto armonioso. Il finale è sapido e persistente. Per le versioni più fragranti e di consumo immediato, il cagnulari viene affinato in acciaio, ma la maturazione in legno sta dando ottimi risultati per i vini destinati all’invecchiamento.
È un vitigno dalla forte personalità, tipico e legato al piccolo territorio di produzione. Le migliori espressioni fanno intravedere un potenziale ancora inespresso, soprattutto nel caso di lunghi affinamenti, che conferiscono al cagnulari grande complessità. A tavola si sposa molto bene con primi piatti conditi con sughi di carne, carni rosse, arrosti, agnello e selvaggina.
I migliori Cagnulari della Sardegna
Ecco le migliori etichette di Cagnulari secondo il Gambero Rosso, che quest'anno hanno ottenuto i Due Bicchieri Rossi o i Due Bicchieri sulla guida Vini d'Italia di Gambero Rosso 2024.
Tra i rossi prodotti da Siddùra buonissimo è il Cagnulari Bàcco 2021 (Due Bicchieri Rossi). Siamo in Gallura, vicino a Luogosanto, territorio storicamente legato al vermentino, che qui si esprime su toni sapidi, minerali e salmastri grazie al terroir granitico e alle brezze marine. Si coltivano anche cannonau, sangiovese, cabernet sauvignon e moscato. Il successo della cantina, fondata da Nathan Gottesdiener (imprenditore tedesco innamoratosi della zona) si fonda non solo sull'ottimo lavoro di Luca Vitaletti e Dino Dini, agronomo ed enologo dell'azienda, ma passa anche per una comunicazione moderna ed efficace.
Sono due i Cagnulari di Giovanni Maria Cherchi che vi segnaliamo. Uno è il Cagnulari 2021 (Due Bicchieri Rossi) rosso carnoso, un pizzico rustico ma di estremo fascino. L'altro è il Billia Rosso 2022. Azienda storica del nord ovest della Sardegna che cerca, sin dalla sua fondazione a opera di Giovanni Maria Cherchi, di raccontare il territorio di Usini attraverso il vermentino, classica uva bianca sarda, interpretata magistralmente anche grazie a suolo e clima, e cagnulari, un'uva rossa assai meno nota, su cui Cherchi ha puntato da tempi non sospetti, e che si distingue sempre di più. Anche il cannonau si è ormai affiancato agli altri due vitigni tra i più utilizzati.
Il Cagnulari Graffiante 2021 di Rigàtteri è fitto e speziato. Completano la gamma dei vini della cantina, basata su autoctoni e di alto livello generale. il Vermentino di Sardegna Yios 2022, fresco, sapido e ammandorlato e il Cannonau di Sardegna Rosato 2022.
Il Cagnulari 2021 di Cantina Pedres è uno dei vini dell'azienda guidata da più di vent'anni da Antonella Mancini, che - erede di un'importante famiglia del vino attiva già dalla fine dell'800 - lavora per comunicare la Gallura e i suoi vini all'Italia e al mondo. La produzione verte soprattutto sul vitigno principe di queste zone, il vermentino, perfetto per riversare nel bicchiere sia il calore che la mineralità granitica del nord est della Sardegna, unite dalle brezze salmastre che vengono dal mare. La produzione comprende anche rossi e una selezione di bollicine, bianche e rosate, secche e dolci, da vermentino e moscato.
Il Cagnulari 2021 di Carpante ha buona trama tannica e ottima beva. Cagnulari e vermentino, su queste due uve si basa la produzione di Carpante e sono proprio i vini ottenuti dalle due varietà tradizionali a spiccare negli assaggi. Il Vermentino Longhera 2021 è un vino fresco e sapido, dalle note di mandorla ed elicriso.