Figura un vignaiolo tra gli esempi significativi di impegno civile premiati dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Il 20 marzo Marco Caprai ha ricevuto il titolo di Ufficiale al merito della Repubblica Italiana dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, un riconoscimento che sottolinea come il vino può diventare il fulcro di progetti che mettono al centro l’inclusività. «È la prima volta che questa onorificenza viene assegnata a un produttore di vino e questo, per me, non è solo motivo di grande orgoglio personale: questo riconoscimento dimostra, infatti, anche la straordinaria capacità dell’agricoltura di integrare e includere» dice Caprai.
Il vino come ponte per l'inclusività
Quello di Caprai è un nome noto all’interno del panorama umbro del vino, ma che negli ultimi anni, si è distinto grazie a un progetto iniziato nel 2016 con la Caritas di Foligno. Circa 200 richiedenti asilo sono stati accolti all’interno dell’Azienda agricola Arnaldo Caprai di Montefalco e inseriti nella compagine lavorativa, favorendo così l’integrazione. I rifugiati sono stati assunti come salariati agricoli, e hanno seguito varie fasi della produzione che vanno dalla potatura delle viti alla raccolta dell’uva.
Con una prospettiva di impiego che in media si attesta attorno alle 180 giornate l’anno. “L’uomo del Sagrantino”, che da oltre trent’anni si batte a Montefalco per far crescere fama e qualità della denominazione, ha così dimostrato come l’accoglienza può trasformarsi in un’opportunità e in un beneficio per l’impresa e per il territorio. «Vorrei che il terzo settore fosse più coraggioso -dice il viticoltore- nel guardare le capacità dell’impresa e soprattutto dell’impresa agricola. Due terzi dei richiedenti asilo continuano a lavorare con noi: il mondo agricolo soffre di carenza di manodopera e queste persone possono colmare questo vuoto, con qualità e impegno».
Il riconoscimento internazionale
Un progetto pluripremiato che lo scorso giugno è stato riconosciuto anche dall’UNHCR, l’agenzia dell’Onu per i rifugiati, che ha insignito la cantina con il premio "Welcome. Working for refugee Integration". «Progetti come questo hanno una portata ampia, etica e innovativa, perché collegano il primo settore, l’agricoltura, e il terzo settore (ovvero il mondo del no-profit, semplificando), in una sinergia che diventa virtuosa: aiuta le aziende e aiuta tante persone in difficoltà a ricostruirsi una vita attraverso il lavoro, contribuendo al grande e fondamentale tema dell’inclusione. Ed è anche un arricchimento della società, visto che con progetti come questi si mettono in comunicazione, in maniera positiva e concreta, persone che arrivano da popoli, Paesi, tradizioni e culture diverse», conclude Caprai.