Viviamo in una società fondata sull'alcol? Rilanciamo il Manifesto per la Sobrietà Gioiosa, presentato in questi giorni in Francia dal sommelier sobrio Benoît d’Onofrio, in collaborazione con Aitor Alfonso. Offre diversi spunti di lettura, dalla presunta dittatura dell'etanolo nella vita sociale a un atteggiamento fortemente scettico verso tutto ciò che è privo di alcol. Di sicuro, l'offerta dei soft drink (kombucha, proxies, bubble tea, estratti, succhi d'autore) non è mai stata così variegata, completa e competitiva. Ne abbiamo parlato in maniera diffusa sul nostro mensile che trovate in edicola. Esiste un altro modo di bere e si sta ritagliando uno spazio crescente. Tra i prossimi appuntamenti ricordiamo No/Lo Bolo Fair il 15 gennaio a Bologna, la prima fiera italiana specializzata sul bere analcolico.
Il manifesto si articola in cinque punti. L'obiettivo dichiarato è quello di rivalutare lo stato di sobrietà "che può essere altrettanto energizzante ed esaltante anche se non c'è di mezzo l'alcol". Benoit d'Onofrio, un passato da sommelier vecchia scuola per poi dedicarsi in pieno all'ampia gamma analcolica, non predica un'astinenza assoluta. Vuole riaffermare la libera determinazione del bevitore. Nel testo non ci sono norme o regole, la sobrietà gioiosa esplora semplicemente un modo diverso di bere. "Propone un approccio al consumo di alcol nello stesso modo in cui il flexitarismo si avvicina al consumo di carne: un'apertura alla diversità delle bevande".
1. Bevi quando voglio, se voglio
Si tratta di resistere all'imposizione alcolica nella società, non astenersi. Vogliamo sollevare il velo sull'alcolismo sociale che è l'equivalente dell'alcolismo professionale del sommelier. C'è gioia nello scegliere di rimanere sobri, nel consumare una bevanda analcolica secondo desideri e momenti. Difendiamo l'idea che bere "senza" sia una scelta che non cancella il fatto di bere "con" quando si vuole.
2. Ampliare il dominio del gusto e dei piaceri
L'espressione “bere" implica automaticamente l'ingestione di alcol e questo deve essere messo in discussione. Bere-senza è anche bere, provare piacere nel dissetarsi. La gioiosa sobrietà non è una privazione ma al contrario una ricchezza, quella di scoprire altri profumi e altri aromi. L'alternativa alle bevande alcoliche non può ridursi a bibite iper-dolci o miscele insipide: invitiamo bar-tender, sommelier, chef e viticoltori a mettere tutta la loro creatività al servizio del gusto senza alcol!
3. Godetevi il momento con lucidità
Lungi dall'essere fonte di noia, la gioiosa sobrietà permette di afferrare la vita festosa e di parteciparvi consapevolmente. Aiuta a trovare piaceri altrove che nell'ebbrezza sistematica. Balliamo se la musica ci invita, ridiamo se lo scherzo è divertente, facciamo l'amore se vogliamo, andiamo a dormire se siamo stanchi... Più rara e quindi più preziosa, l'ebbrezza occasionale viene rivalutata.
4. Regalati un domani più luminoso
Sì, puoi abbracciare il desiderio di avere una mente fresca e un corpo leggero la mattina dopo una festa o una cena. Ammetti che non bere alcolici sembra un riposo, che c'è felicità nel non sentirsi ubriachi fradici quando vai a letto e quando ti svegli con la nausea. Per la gioia piuttosto che per i postumi di una sbornia.
5. La sete d’incontri
Non abbiamo bisogno dell'alcol per formare un gruppo o una società. Il piacere di ritrovarsi attorno ad un piatto e a un bicchiere nasce dalla condivisione di idee, parole, emozioni. La sobrietà gioiosa, lungi dal romperli, mette insieme tutti questi legami: difende il "bere insieme", inclusivo e amichevole. La nostra società è alcolizzata: le relazioni sociali sembrano condizionate, addirittura abilitate, dall'alcol. La gioiosa sobrietà difende una società di bevitori liberi.