Quello che fino a qualche decennio fa sarebbe sembrato assurdo solo da immaginare è oggi realtà: le grandi maison di Champagne, come Taittinger e Vraken-Pommery, stanno acquisendo da ormai qualche anno terreni in Inghilterra per produrre spumanti a base chardonnay, pinot noir e pinot meunier, e non solo per il mercato locale. Un segnale che qualcosa, nel panorama delle bollicine, sta profondamente cambiando.
Le grandi maison francesi sbarcano nel Kent
Per oltre tre secoli, lo Champagne ha regnato incontrastato come bevanda simbolo delle celebrazioni. Dai brindisi ai matrimoni fino alla sua irriverente esplosione nelle vittorie sportive. Eppure, oggi, le bollicine inglesi, stanno guadagnando sempre più consenso, sia tra i sommelier che nelle degustazioni internazionali, e il cambiamento climatico è stato la chiave di volta. Le temperature in aumento hanno reso il sud dell’Inghilterra un terreno fertile per la viticoltura, in particolare, il clima attuale della regione del Kent ricorda molto quello che caratterizzava la Champagne circa 50 anni fa. Questo ha permesso ai viticoltori inglesi di coltivare le stesse varietà di uve utilizzate per lo Champagne: pinot noir, pinot meunier e chardonnay. E, secondo quanto riporta la giornalista Lizzie Enfield su Bcc, i risultati sono sorprendenti: nelle degustazioni alla cieca, i vini inglesi rivaleggiano con lo Champagne (e in alcuni casi sembra ne escano vincitori). È così che alcune maison francesi hanno iniziato a investire pesantemente nell’acquisto di terreni britannici.
La sfida inglese allo Champagne
Già nel 2015, la maison Taittinger aveva acquistato circa 60 ettari di terreno nel Kent, creando l’azienda Domaine Evremond, il primo progetto vinicolo inglese della più grande maison di Champagne. Le uve piantate, come da tradizione francese, sono chardonnay, pinot noir e meunier, ma qui il terroir inglese, con il suo suolo calcareo e la stessa vena gessosa della regione francese, promette di dare vita a un vino spumante con una certa personalità, che uscirà per la prima volta sul mercato – solo quello inglese per ora – alla fine di settembre.
«Lo chef de cave anche qui nel Kent è sempre Alexandre Ponnavoy e il prezzo sarà di 50 pound. Ma non vogliamo che Domaine Evremond sia associata direttamente alla maison Taittinger, deve avere una sua identità» racconta al Gambero Rosso Claire Sarazin, direttrice responsabile della comunicazione della maison, e prosegue, «Anche il nome Taittinger non sarà presente in etichetta, ma solo “Domaine Evremond"», come invece è presente nella loro azienda a Napa Valley, Domaine Carneros.«È un sogno folle che sta diventando realtà», afferma Pierre-Emmanuel Taittinger in un’intervista al Times: «Questo progetto è un simbolo della lunga storia di amicizia tra Inghilterra e Francia. La Brexit? Non ha importanza quando si tratta di produrre qualcosa di speciale».
Anche altre case storiche francesi, come Vranken-Pommery Monopole, hanno seguito l’esempio. Il loro Louis Pommery England brut, già lanciato sul mercato nel 2018, rappresenta il primo spumante inglese prodotto da una maison francese. Il risultato è stato talmente positivo che Vranken-Pommery ha iniziato a piantare altri 32 ettari di vigneti in Inghilterra, nello Hampshire.
Ci pensa anche Pol Roger, che mostra interesse per la viticoltura inglese, visto il rapporto strettissimo con il mercato in Uk: «Stiamo monitorando la situazione, il cambiamento climatico è davanti a tutti. Per il momento ricordiamo che la Champagne sta giovando di alcune situazioni climatiche nuove, ma in futuro ci vorranno sicuramente alcuni adattamenti. Il Kent è una possibilità ma se prenderemo decisioni terremo distanti i marchi per non creare confusioni nei clienti e cannibalizzare la nostra storia», ha dichiarato al Gambero Rosso Bastien Collard, Segretario Generale della maison, rappresentante della sesta generazione di Pol Roger.
Il mercato delle bollicine inglesi in crescita esponenziale
Il mercato delle bollicine inglesi è in piena espansione. Solo nel 2022, il Regno Unito ha prodotto oltre 8,3 milioni di bottiglie di spumante, una cifra che mette in ombra la produzione di vino fermo, fermatasi a circa 3,9 milioni di bottiglie. Nonostante la quantità di Champagne importato nel paese sia diminuita negli ultimi anni (come nel resto del mondo), le maison francesi non sembrano affatto preoccupate. Il motivo principale? I prezzi del terreno in Inghilterra sono nettamente inferiori rispetto alla Champagne, e le condizioni climatiche sono favorevoli per la crescita delle stesse varietà di uva. In altre parole, produrre spumante in Inghilterra rappresenta una scommessa vincente sia dal punto di vista commerciale che qualitativo.
Una nuova identità per le bollicine britanniche
Nonostante il successo crescente, i produttori di bollicine inglesi non mirano a imitare lo Champagne. Al contrario, stanno lavorando per creare un’identità distintiva per il loro spumante. «Vent’anni fa, i vini inglesi erano considerati copie dello Champagne», spiega Chris Boiling, direttore della rivista Canopy su Bcc: «Oggi, invece, i produttori hanno più fiducia nel proprio terroir e nelle loro capacità, e i loro vini riflettono questo cambiamento». Oltre alle maison francesi, anche il colosso del Cava Henkell Freixenet , la sudafricana Benguela Cove e la californiana Jackson Family Wines hanno fatto lo stesso nel sud d’Inghilterra.