a href="http://www.coneglianovaldobbiadene.it/" target="_blank">Consorzio di tutela, spiega che “il progetto è nato con il disciplinare del 2009 ma iniziato con la vendemmia 2010. Rive è una tipologia diversa dalle varie ‘Selezioni’ aziendali - solo in parte si sovrappongono - ed è stata pensata per qualificare nel tempo e in modo graduale, le specificità del territorio anche in relazione alle annate”.
Una scelta di lungo periodo che esalta la complessità dei microterritori a fronte di un appiattimento, senza alternativa e senza lungimiranza, della gran parte dei disciplinari. Una scelta che a detta di molti produttori – oltre 30 - sta iniziando a pagare. “Siamo appena al terzo anno di vendemmia ma già possiamo dire che l’operazione Rive è ampiamente riuscita” racconta Innocente Nardi, presidente del Consorzio di tutela e titolare insieme al fratello dell’azienda La Farra di Soligo “abbiamo già iniziato a lavorare per mettere ulteriormente a punto questa nuova tipologia, integrando o modificando il disciplinare”.
Franco Adami, past presidente del consorzio e contitolare della omonima azienda, può vantare una lunga tradizione sull’utilizzo della menzione Rive: “Mio nonno già nel 1933 partecipò alla Mostra mercato dei vini tipici a Siena con il Riva Giardino Asciutto. Già da allora aveva capito quanto fosse importante mettere in luce le caratteristiche specifiche di ogni singolo vigneto”. Attualmente Adami sta coordinando il gruppo di lavoro, nato all’interno del Consorzio, per precisare ulteriormente la fisionomia del Rive. Al centro del confronto tra i produttori c’è la possibilità di inserire anche la pendenza dei vigneti (70%) tra gli elementi caratterizzanti per la sua rivendicazione. Già, perché percorrendo la strada tra Conegliano Valdobbiadene, la macchia verde dei vigneti che fascia le colline attenua molto le asperità del paesaggio.
Per capire quanto sono ripide le “rive”, come in dialetto si chiamano questi vigneti scoscesi, bisogna andare a piedi, camminando lungo i sentieri tra i filari. L’altezza massima sarà pure 500, metri ma quanto a pendenze non c’è nulla da invidiare alla viticoltura di montagna. Per coltivare la vite o vendemmiare bisogna avere buone gambe, buone braccia e fiato in abbondanza. I vigneti a girapoggio sono ripidi e settecento ore e più a ettaro di lavoro, non sono affatto rare. Ma la differenza c’è, eccome.
Rive di Colbertaldo (foto Azienda Adami)
Federico Dal Bianco della Masottina li considera “veri Gran Cru, con una autentica capacità di costituire l'essenza delle nostre microaree. Noi siamo stati tra i primi a crederci con l'obiettivo di dare al nostro Rive di Ogliano, un Prosecco davvero straordinario, per valore enologico e innovazione. Poche magnifiche bottiglie che richiedono un grande impegno nel vigneto e altrettanto in cantina”
D’accordo con lui un altro storico produttore di quest’area, Fabio Zardetto: “abbiamo sfruttato la possibilità di produrre il Prosecco Superiore Rive di Ogliano sin dalla vendemmia 2010. Si tratta di un vigneto particolare in località Tre Venti dove si può tranquillamente parlare di viticoltura eroica. Ma non è l’unico. Di recente ho acquistato un vigneto di 2 ettari in un podere ‘Rive Cozzuolo’ dove sono presenti dei vecchi cloni di glera di epoca prefilloserica che saranno recuperati e poi moltiplicati: il nostro futuro è nel nostro passato”.
Anche Elvira Bortolomiol della Bortolomiol Spumanti, storico marchio di Valdobbiadene, ha scelto le Rive di San Pietro di Barbozza per il Motus Vitae, il top di gamma aziendale: “È una zona che localmente viene denominata ‘Il Bacio’ perché completamente esposta al sole. Una scelta che amplifica le diversità tra vino di collina e di pianura, rendendo riconoscibili le sue peculiarità”. Le Rive sono un bellissimo esempio di opera dell’uomo che diventa presidio paesaggistico ed elemento che aggiunge valore al vino. Tutte da assaggiare. Bisogna dare valore alle differenze.
COME POTERSI DIRE “RIVE”
1 le uve devono provenire da un’unica località identificata tra i 12 comuni e le 31 frazioni, specificabili in etichetta (per esempio “Rive di Colbertaldo”).
2 La produzione è solo di 130 q/ha invece
dei 135 del Prosecco Superiore
3 La vendemmia deve essere solo manuale
4 Vige l’obbligo di indicare l’annata di produzione
5 Può essere prodotto solo nella versione spumante
a cura di Andrea Gabbrielli
27/03/2013
Questo articolo è uscito sul nostro settimanale Tre Bicchieri del 21 marzo 2013. Abbonati anche tu se sei interessato ai temi legali, istituzionali, economici attorno al vino. E' gratis, basta cliccare qui.