La mostra, alla sala Marco Polo dello stupendo Hotel Danieli di Venezia, è rimasta aperta fino al 9 settembre. Per l'occasione si sono anche potuti degustare i vini di alcune cantine presenti.
Molte delle recenti cantine vinicole presentano una forte espressività linguistica e sono capaci di porsi in dialogo con le componenti paesistiche: come le migliori esperienze della ricerca architettonica contemporanea definiscono veri e propri landmark nel territorio, e non solo per la scala dimensionale degli interventi. In molti casi l'integrazione con il paesaggio si attua indagando la sua natura ipogea, creando un'unità morfologica artificiale incastonata nella collina.
Questi interventi dimostrano che il paesaggio non è sinonimo di spazio naturale contrapposto a spazio costruito, come comunemente si intende, ma l’unità dei due termini, intesi come momenti delle relazioni territoriali e morfologiche. In Italia, in particolare, anche il paesaggio storico è completamente antropizzato, quale esito delle secolari trasformazioni per migliorare le potenzialità agricole. I progetti delle nuove cantine, dunque, nascono da un legame profondo con il dato paesistico, fino a fondersi in esso evitando però ogni forma di mimesi.
Lavorando sull'alta qualità e sulla selezione estrema, di processi e tecnologie, la cultura del vino ha inevitabilmente intercettato l'architettura, ma anche quello della grafica, del design, dell'arte e della comunicazione in senso ampio. Coltivando entrambi l'eccellenza, il connubio tra il "Wine making" e mondo del progetto è nato in modo naturale; la creatività architettonica, puntando sulla valorizzazione del contesto, ha intercettato la sperimentazione enologica e insieme hanno creato un luogo di comunione tra tradizione e contemporaneità.
Alle necessità tecniche di un ambito produttivo altamente specializzato, si è aggiunto il desiderio della committenza di concepire le nuove cantine come opportunità di qualificazione estetico-funzionale complessiva delle aziende e come strumento di comunicazione dei valori culturali, antropologici ed enogastronomici, legati al mondo del vino.
I progetti, infine, sono innovativi anche dal punto di vista dell'ecosostenibilità e della qualità degli spazi di lavoro: concetti come bioedilizia, risparmio energetico, ergonomia e ingegneria ambientale guidano le scelte di ogni singolo componente e materiale. Pensare al vino come "oggetto di culto" significa puntare sulla valorizzazione complessiva dei luoghi, dalla cultura e alle tradizioni locali, ma soprattutto è determinante fare leva sull’innovazione complessiva dei processi produttivi, dello spazio architettonico e della comunicazione del prodotto.
Le Cattedrali del Vino. L'incontro di due culture
28 agosto - 9 settembre 2010
Hotel Danieli - Salone Marco Polo
Castello, 4196 (Riva degli Schiavoni)
Venezia
www.cattedralidelvino.it