Furti di vino? Sì, se ne sentono sempre di più. Ma questo, ambientato tra il lusso e i vicoli pittoreschi di Saint-Tropez, ha del tragicomico. Due uomini, sessantenni in cerca di pregiati rossi, sono finiti in manette dopo aver rubato tre bottiglie di vino di altissimo valore da un’enoteca del centro. Ma non è il furto in sé a sorprendere, quanto il tentativo maldestro di sfuggire alla giustizia — senza dimenticare di tornare sul luogo del delitto il giorno dopo, con la stessa auto e gli stessi abiti. «Sono colpevole solo di aver bevuto del vino», ha dichiarato uno dei ladri all’arresto. E forse, per una volta, c’è da credergli.
Il furto di bottiglie da 4mila euro
La storia prende vita nel cuore di Saint-Tropez, la capitale del glamour della Costa Azzurra, dove ogni estate turisti e appassionati si ritrovano per godere della dolce vita tra yacht, mercatini e enoteche di lusso. Proprio in uno di questi mercatini, una coppia di 68 e 63 anni si avvicina a un’enoteca rinomata con l’occhio allenato di chi sa cosa cercare. Da lì scatta il piano: con un’abile mossa, i due riescono a sottrarre tre bottiglie di grande prestigio – un Pingus del 2019, un Masseto del 2020 e un Massetino del 2021. Valore complessivo? Circa 3.565 euro. Ma, stando alle fonti locali, l’intenzione dei due non era tanto rivendere il bottino quanto piuttosto gustarlo. I ladri partono alla volta di Sanremo, la cittadina italiana a soli 40 minuti dal confine, dove si concedono una degustazione in buona compagnia. Fin qui, si direbbe, tutto secondo i loro piani. Tuttavia, quello che inizialmente appare come il furto perfetto finisce per trasformarsi in una lezione di sfortuna (o di scarsa attenzione ai dettagli).
Un ritorno fin troppo rischioso
Il passo falso decisivo arriva il giorno dopo, quando i due decidono di tornare nello stesso negozio di Saint-Tropez, con la stessa macchina e persino gli stessi abiti del giorno precedente. Ma l’intraprendenza non paga: il personale dell’enoteca li riconosce immediatamente, e così scatta la denuncia. Le circostanze del loro arresto sono quasi da commedia: i due non tentano nemmeno di dissimulare. Anzi, uno dei due, colto in flagrante, si lascia sfuggire una frase: «Sono colpevole solo di aver bevuto del vino». Il ladro, come riporta Wine Searcher, ha spiegato di non aver capito subito che le bottiglie non erano state pagate, mentre il suo complice ha tentato una giustificazione ancora più surreale: «Ero solo venuto per comprare un maglione di cashmere da rivendere per Natale».
La tentazione di un Pétrus da 42mila euro
Ma l’assurdità del caso non finisce qui. Prima di accontentarsi delle tre bottiglie di Pingus e Masseto, uno dei ladri aveva preso in considerazione un obiettivo decisamente più ambizioso: una cassa da sei bottiglie di Pétrus, valutata circa 7mila euro a bottiglia, per un totale di 42mila euro. Tuttavia, l’idea viene scartata per una questione pratica, come racconta il direttore dell’enoteca. «La trovava troppo ingombrante». La loro scelta, sebbene più contenuta nel valore, si è rivelata comunque rischiosa. Di fronte al giudice, racconta Wine Searcher, la difesa dei due si è rivelata poco convincente, e il pubblico ministero Pierre Couttenier non ha risparmiato una battuta: «Li hanno presi. È quello che si chiama un incidente sul lavoro». I ladri infatti erano già conosciuti alle autorità. L’uomo di 68 anni aveva accumulato undici condanne per furto e ricettazione, un curriculum che ha influenzato la severità della sentenza. Per lui, otto mesi di carcere e un divieto di accesso alla regione del Varo per i prossimi tre anni; il complice, invece, se la cava con una condanna a sei mesi con sospensione della pena, ma perde la sua macchina, sequestrata come parte del bottino della giustizia.
La scelta dei due sessantenni di scappare con le bottiglie per un consumo personale, piuttosto che puntare a un profitto immediato, fa sorridere. Ma il mercato, come conferma il magazine online neozelandese, ha preso nota: con il valore crescente delle bottiglie di vino di alto livello, le enoteche e i collezionisti dovranno dotarsi di sistemi di sicurezza sempre più sofisticati per contrastare l’aumento di questi “incidenti sul lavoro”.