Chi ha investito nel vino italiano negli ultimi 15 anni si è tolto grandissime soddisfazioni. Basta osservare l'andamento dei prezzi medi delle etichette più pregiate nella Classificazione dei Grand Cru d'Italia stilata dalla casa d'aste Gelardini & Romani. Dopo il rally, il mercato si sta assestando, ora è quanto mai importante investire con giudizio e consapevolezza. "Ricordiamo che non è vero che più il vino invecchia e più si rivaluta. Superata la piena maturità, molti investitori iniziano ad avere dubbi sulla tenuta e i prezzi scendono rapidamente. È il caso ad esempio di alcune annate di Sassicaia degli anni Settanta", spiega il CEO Raimondo Romani. Sono tantissimi i fattori che influenzano il prezzo sul mercato secondario: il produttore, l'annata, il punteggio della critica, la disponibilità sul mercato, tra i tanti.
La guida per chi vuole investire nel vino
Oltre al trend di crescita degli autoctoni, è interessante notare lo spostamento dei collezionisti verso i cosiddetti secondi vini di aziende note, sulla scia di quanto succede in Francia. In questo caso la fama del grande vino traina le vendite del secondo, ritenuto dall’attraente rapporto qualità-prezzo e di sicuro affidamento. È il caso del Barolo Francia di Giacomo Conterno che per ricaduta gode della fama del Monfortino, ma sono tanti i vini che iniziano ad attrarre interessi importanti, dal Montevertine al Langhe Nebbiolo di Rinaldi per citarne alcuni. Cosa ci riserva il futuro? “Per quanto possa amare Pergole Torte è difficile che dopo le corse degli ultimi anni possa apprezzarsi con gli stessi ritmi. Ci sono tanti vini italiani che possono apprezzarsi”, ci racconta Raimondo. Per aiutare gli appassionati e i professioni la casa d'asta romana, l'unica specializzata sul vino italiano con sede anche a Hong Kong, ha fornito alcuni suggerimenti per approcciare al settore in maniera consapevole.
Istruzioni per l'uso
1 I fattori che determinano il livello di domanda di un vino possono essere molteplici e comprendono anche le recensioni dei critici, ancora oggi rilevanti al momento dell’uscita del vino sul mercato, andando però, in genere, a perdere rilevanza via via che si avvicina la maturità del vino, per poi tornare rilevanti quando il vino è molto maturo e la recensione fornisce una indicazione affidabile riguardo alla finestra temporale di bevibilità.
2Unicità, originalità e una costanza produttiva sono le caratteristiche essenziali per definire la collezionabilità, quindi la capacità di rivalutazione di un vino. Il riconoscimento di una sorta di primogenitura rispetto alla combinazione vigneto, territorio e cantina (intesa come patrimonio autoctono di tecniche vitivinicole e nome di un’azienda) sono caratteristiche essenziali ma non sufficienti a definire la collezionabilità di un vino.
3 Per quanto un vino possa avere caratteristiche uniche ci saranno sempre vini simili e il suo valore sarà sempre comparato con le qualità di questi ultimi. Ad esempio, se da una parte il ridimensionamento dei prezzi dei Bordeaux ha messo un tetto alla crescita di tutti gli altri vini di impostazione bordolese prodotti nel resto del mondo (Italia inclusa), dall’altra la recente crescita repentina dei prezzi degli Champagne ha reso più attraenti alcune etichette prodotte con il metodo classico in altre denominazioni (come la Franciacorta ed il Trento Doc, in Italia), lasciando immaginare margini di rivalutazione. Dato questo contesto non sorprende che rientrino nelle categorie: Nebbiolo Piemontese, Sangiovese Toscano, Nerello Mascalese e Carricante Etnei o Trebbiano d’Abruzzo, le etichette nostrane attualmente più apprezzate dal mercato, per le quali è lecito attendersi margini di rivalutazione anche se è doveroso ricordare che non possiamo attenderci, nel breve, significative rivalutazioni da parte delle etichette classificate che hanno già fatto il grande salto, in termini di rivalutazione negli ultimi anni, mentre ci sono diverse etichette nostrane, al di sotto dei €100, che offrono ancora importanti margini di crescita.
4 A domanda che determina il prezzo non segue quasi mai una crescita lineare e correzioni ribassiste si possono manifestare anche in maniera abbastanza repentina in caso di bolle speculative.
5 Ogni bottiglia ha una sua vita organolettica il cui apice non necessariamente corrisponde all’apice del valore.
6 Nessun vino più invecchia e più si rivaluta. Superata la maturità, il valore del vino crolla rapidamente verso lo zero.
7 Il valore di un vino è il prezzo minimo al quale viene scambiato, in chiaro, a prescindere dai prezzi applicati dalla ristorazione o dai produttori sulle vecchie annate.
8 È importante distinguere fra commercio, riservato a operatori professionali, ed investimento, da parte di collezionisti ed appassionati, non professionisti. Un investimento deve avere una prospettiva temporale fra i 3 ed i 5 anni, a seconda dei vini, tra l’uscita del vino sul mercato e la sua rivendita.