A febbraio il sessantatreenne Qu Naijie sarà processato a Parigi sul presunto utilizzo di una ingente somma di denaro per acquisire diversi vigneti in Francia. Le sovvenzioni dallo stato della Cina all’Haichang Group stanziati per investimenti nella tecnologia digitale, sarebbero stati destinati per l’acquisizione di diversi vigneti in Francia.
Chi è l’imprenditore cinese accusato
Qu Naijie è il fondatore della Haichang Group, conglomerato cinese che investe in diversi ambiti come l’immobiliare, in trasporti marittimi e parchi tematici marini. Tuttavia, il tycoon ha sempre avuto un acceso interesse per il vino. Si è reso infatti protagonista del lancio di un festival enogastronomico nella sua città natale, Dalian, dove ha piantato centinaia di ettari di viti bordolesi. Anche in Francia ha saputo stringere importanti rapporti di lavoro e personali: è stato invitato a far parte della confraternita vinicola bordolese La Commanderie du Bontemps ed è stato membro della CCI (Chambres de Commerce et d'Industrie), secondo quanto riportato dal giornale Sud Ouest.
Nuove e vecchie accuse
Non sarebbe la prima volta che il miliardario Qu Naijie insieme alla sua società Haichang Group finisce al centro di controversie legali e acquisizioni di importanti aziende nel territorio francese. Dal 2010 al 2013 il magnate ha acquistato all’incirca 25 proprietà nel Libournais, per un valore totale che si aggira intorno ai 60 milioni di euro. Nel 2014 è stato citato dalle autorità cinesi del National Audit Office (NAO) per l’uso improprio di fondi pubblici. Nel 2018 gli investigatori francesi hanno confiscato delle proprietà per presunte irregolarità finanziarie legate al loro acquisto per sospetto riciclaggio di denaro e frode fiscale. La Direction Interregionale de la Police Judiciare in Bordeaux ha infatti aperto un’inchiesta sugli affari della società Haichang in Francia, un’investigazione che ha portato al sequestro di dieci Château possedute dalla Haichang. Venendo alle accuse più recenti, oltre all’appropriazione indebita, il Times riporta che Qu è accusato di aver utilizzato false fatture di vendita di vigneti per ottenere un prestito di 30 milioni di euro dalla filiale lussemburghese della Industrial and Commercial Bank of China. Insieme a lui la società di contabilità Exco Ecaf è accusata di complicità.
L’imprenditore si è dichiarato estraneo alle accuse e nega di aver avuto comportamenti scorretti riguardo all’acquisto dei vigneti a Bordeaux.