Venica & Venica doveva essere il vino atto a celebrare il centocinquantesimo anniversario dell’Unità d’Italia. Un grande rosso in una delle culle bianchiste d’Italia, laddove o il vino è straordinario o rischia di essere soffocato dalle altre produzioni.
Sembrava tutto fatto, il vino era pronto, una decade di coccole in cantina lo aveva reso imponente, equilibrato, profondo: una mossa commerciale che riusciva a coniugare gusto, autenticità e storia. Poi la “scossa”. Sulle TV di tutto il mondo irrompono le immagini di quel terribile 11 marzo 2011, quando il Giappone fu messo in ginocchio da un disastro ambientale tra i più tragici della storia dell’umanità, quel terremoto e quello tzunami che hanno cambiato per sempre le sorti un popolo. Chi di noi non ha pensato che era necessario mobilitarsi, agire, fare qualcosa per quella gente così fiera e composta, piegata – in quei giorni terribili - da un dramma tra i più tremendi della storia dell’umanità?
“Ecco che l’Insieme – racconta Ornella Venica – va ad assumere il significato di raccordo tra identità nazionale e solidarietà, simbolo di un popolo unito che si mobilita per un atto di solidarietà. Un vino speciale che giorno dopo giorno ha assunto un significato sempre più profondo, un orgoglio produttivo che si trasformava in un gesto nobile”.
Un vino buono, prima da pensare, poi da bere. Così 2.000 delle 5.000 bottiglie prodotte sono state messe in vendita ad un prezzo di 50 euro e il ricavato - 51.000 euro - è stato devoluto al Console generale del Giappone a Milano Shigemi Jomori (nella foto qui sopra)per dare l’opportunità agli orfani del terremoto di avere una casa e un istruzione. La cerimonia di consegna si è svolta nell’ultima edizione di Vinitaly ad un anno dall’inizio della raccolta fondi. Entusiasta Ornella Venica: «Non è merito solo di Venica, ma di un calice di un vino italiano. Perché un bicchiere può racchiudere un significato profondo in grado di unire popoli divenendo un incredibile simbolo di solidarietà».
Piergiorgio Votano
12/04/2012