Quando si tratta di esportare vino, come in borsa, la prima regola è diversificare. Per minimizzare il rischio e compensare eventuali oscillazioni sui mercati. Il momento è delicato, nel 2023 le esportazioni di vino italiano nel mondo sono leggermente calate (-0,8%) dopo anni consecutivi di crescite sostenute. E i segnali per il 2024 sono poco incoraggianti, con diversi Paesi chiave per il vino italiano che sembrano aver messo la retromarcia: Stati Uniti, Cina e Giappone. Ora più che mai occorre alzare le antenne e studiare i mercati. Dati alla mano, l’India merita tutte le nostre attenzioni.
Boom dei vini importati
A proposito di numeri, nel 2023 l'India ha sorpassato la Cina diventato il paese più popoloso al mondo grazie a una popolazione stimata in 1,43 miliardi. E i dati rilasciati dal ministero del Commercio relativo ai vini importati sono eclatanti: il Paese ha importato vini per un valore di 170,48 milioni di dollari da aprile a ottobre dell’anno fiscale in corso, rispetto ai 35,03 milioni di dollari dell'intero anno finanziario concluso a marzo 2023. La crescita è di quasi il 500%, qualcosa di mai visto negli ultimi anni. L’impennata delle importazioni è lo specchio di un cambiamento nelle preferenze dei consumatori, un’offerta sempre più ampia di vini pregiati sul mercato, e la crescita del reddito medio. Se a livello mondiale i volumi delle bevande alcoliche hanno frenato nel 2022 (-1%), i volumi degli alcolici in India sono aumentati del 12%: le bevande Ready to Drink (+40%), birra (+38%) e vino (+19%), secondo lo studio dell’IWSR.
«L'India è uno dei pochi grandi mercati di bevande alcoliche al mondo a mostrare un costante slancio di crescita, che si prevede continuerà», ha dichiarato a The Drink Business Jason Holway, senior research consultant dell'istituto. Sulla stessa scia il commento di Vishal Kadakia, fondatore di Wine Park, tra i più strutturati importatori e distributori di vini online: «Molte cose stanno andando a favore dei vini e il sentimento del mercato è molto positivo. Molti nuovi operatori stanno entrando nel settore del vino. Stiamo assistendo a un aumento del nostro business e c'è molto interesse per i vini di buona qualità». Il mercato del vino indiano è in netta evoluzione. I ristoranti e gli hotel stanno ampliando in maniera importante la loro offerta di vini. E se l’India rimane il più grande mercato di scotch whisky al mondo per volumi, le nuove generazioni stanno mostrando un interesse per il vino che non c’è mai stato nel Paese.
Un bacino enorme
Secondo un rapporto di Technavio, il mercato indiano del vino dovrebbe crescere del 30% nel 2024. L'India, lo ricordiamo, ha una popolazione molto giovane, con un’età media inferiore ai 30 anni (in Cina si avvicina ai 40, in Italia ai 50…), con 500 milioni di consumatori in età alcolica o superiore. E sul piano economico le prospettive sono migliori del previsto. Tra il 2021 e il 2031, si prevede che il Paese aggiungerà 283 milioni di consumatori di classe media in più, secondo i dati di ICE 360. Secondo un rapporto governativo, gli indiani bevono 24 milioni di litri di vino all'anno, pochi considerati la dimensione della nazione, ma gli spazi di crescita sono importanti. Dal prezzo franco distilleria o cantina al consumatore finale, il fattore moltiplicatore può essere da 8 a 12 volte per i vini e da 15 a 20 volte per gli alcolici, a seconda del singolo Stato", fa notare Abhay Kewadkar di Tetrad Global Beverages intervistato da Economic Times. Eppure anche su questo piano ci sono nuove positive in vista.
Le fiere internazionali in India
Finalmente si comincia a parlare di un allentamento del complesso quadro normativo del Paese e di una riduzione delle tasse elevate, in parte dovuta ai previsti accordi di libero scambio. Oltre a quello in essere con l'Australia, il 10 marzo l'India ha siglato un accordo di libero scambio con quattro paesi europei: Islanda, Norvegia, Svizzera e Liechtenstein. Nei patti rientra anche una sostanziosa riduzione delle tasse sugli alcolici, un primo segnale di apertura da parte del governo di New Delhi.
Il direttore generale della Confederazione indiana delle aziende produttrici di bevande alcoliche (Ciabc), Vinod Giri, ha dichiarato che la riduzione dei dazi doganali a un livello equo e sostenibile e limitato nel tempo sosterrà l'industria nazionale. Secondo i documenti dell'accordo, le concessioni sui dazi doganali sul vino sono simili a quelle concesse all'Australia, senza concessioni per i vini di costo inferiore a cinque dollari. I vini di prezzo compreso tra 5 e meno di 15 dollari vedranno una riduzione dei dazi dal 150% al 100% nel primo anno, per poi diminuire gradualmente al 50% nell'arco di 10 anni. Per i vini che costano 15 dollari o più, la riduzione iniziale del dazio passerà dal 150% al 75%, per poi ridursi al 25% dopo 10 anni. A scommettere forte sul mercato ci pensano anche le grandi fiere internazionali che hanno già segnato l'agenda per il 2024. Vinexpo India si terrà il 18-19 settembre, il ProWein risponderà sempre a Mumbai l'8 e 9 novembre 2024. Stessa location: il Jio World Convention Center.
La versione completa di questo articolo è stata pubblicata sul Settimanale Tre Bicchieri del 21 marzo 2024
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