Il fuoco non risparmia nulla e il comparto vitivinicolo portoghese sta vivendo un incubo. Da domenica scorsa, il Portogallo è in preda a devastanti incendi boschivi, che non stanno risparmiando nemmeno i vigneti. La furia delle fiamme sta facendo perdere non solo case, ma intere annate di vino. Una tragedia che, oltre a colpire profondamente l’economia locale, mette in serio pericolo il futuro di tutte le aziende coinvolte.
Oltre 100 incendi nel nord del Portogallo
Sono più di cento gli incendi che stanno devastando il Portogallo settentrionale, soprattutto nelle regioni di Vinho Verde, Dão e Bairrada, dove la viticoltura rappresenta l’anima dell’economia locale. Le fiamme hanno già consumato più di 620 chilometri quadrati di foreste e terreni agricoli, e le autorità temono che altre 200 possano essere ridotte in cenere nelle prossime ore. Nonostante gli sforzi congiunti di oltre 4900 vigili del fuoco e l’arrivo di rinforzi aerei dall'Europa, la situazione rimane critica. Tra le perdite, purtroppo, ci sono già sette vite umane, tra cui tre pompieri morti tragicamente a Tábua, nel distretto di Coimbra.
Il dramma della regione del Dão
La regione del Dão, conosciuta per i suoi vini rossi robusti e longevi, è stata una delle più colpite. Qui, le città di Penalva do Castelo, Nelas e Carregal do Sal sono circondate dalle fiamme. Bruciano anche le vecchie vigne, distruggendo anni di lavoro. João Tavares de Pina, uno dei viticoltori più rinomati della regione, ha visto la sua proprietà e i suoi 12 ettari di vigneto ridotti in cenere. «Non mi è rimasto più nulla, né vigne, né casa», ha raccontato sconvolto sui social, mentre guardava i resti della sua tenuta, e prosegue: «Tutto ciò che possiamo fare ora e accettare la situazione e ricostruire con resistenza - come abbiamo sempre fatto — tutto ciò che è stato distrutto». Anche Florian Tonello, viticoltore naturale francese trasferitosi a Mangualde per coltivare con l’etichetta Ladidadi, ha dovuto affrontare le fiamme personalmente. Senza l’aiuto immediato dei pompieri, si è ritrovato a combattere l’incendio da solo, riuscendo a salvare solo metà del suo vigneto. Le immagini di vigneti carbonizzati e colline annerite non possono che ricordare i devastanti incendi del 2017, quando la furia del fuoco distrusse vaste aree del Dão.
Le altre zone colpite
Se nel Dão i danni sono già enormi, altre importanti regioni vinicole come il Vinho Verde e la Bairrada stanno combattendo per proteggere le loro vigne. Secondo quanto riporta il Meininger’s International, A&D Wines, uno dei principali produttori di Vinho Verde, è stato duramente colpito dagli incendi che si sono avvicinati ai suoi vigneti di Espinhosos, a ridosso del confine con il Douro. Le fiamme minacciano di compromettere irreparabilmente l’annata, non solo per la perdita delle viti, ma anche per l’effetto devastante che il calore intenso e il fumo possono avere sui grappoli ancora sulle piante.
Nella regione della Bairrada, famosa per i suoi vini spumanti, la situazione sembra per ora meno drammatica, anche se gli incendi continuano a divampare nelle vicinanze. Tuttavia, il rischio che il fuoco si estenda e danneggi anche questa regione è ancora molto alto.
Le conseguenze per il mercato del vino
La devastazione dei vigneti nel Dão e nelle altre regioni vinicole portoghesi avrà inevitabilmente conseguenze anche sul mercato globale del vino. Il Dão, in particolare, produce vini che richiedono anni di invecchiamento e la perdita delle vigne colpite oggi si farà sentire nei prossimi anni. «Non stiamo solo perdendo l’annata corrente», spiega Ricardo Costa, esperto di viticoltura locale, sulla rivista tedesca Meininger's International, «ma stiamo compromettendo la capacità futura di queste aziende di produrre vino di qualità». Il turismo enogastronomico, che negli ultimi anni ha contribuito alla crescita economica del Portogallo, subirà anch'esso un duro colpo. Il fumo e la devastazione delle campagne, insieme alle cancellazioni di prenotazioni da parte di turisti spaventati dagli incendi, rischiano di infliggere un danno economico che andrà ben oltre la stagione estiva. Per ora, però, la priorità rimane una sola: spegnere le fiamme e salvare il salvabile.