Con la scomparsa ad 86 anni di Antonio Mastroberardino, se ne va un altro pezzo di storia del vino italiano. Se oggi i vini campani, e in particolare irpini, godono di una meritata fama si deve soprattutto al lavoro e allโimpegno della famiglia Mastroberardino di cui Antonio รจ stata una figura di primissimo piano. La decisione, al termine della seconda guerra mondiale, di riproporre i vitigni tradizionali โ fiano, greco, aglianico - nei vigneti distrutti dagli eventi bellici, si รจ rilevata decisiva per il futuro del distretto vinicolo avellinese. Una posizione decisamente controcorrente rispetto alle strutture agricole regionali che allora spingevano per i piรน produttivi, trebbiano e barbera. Nel 1968 fu una delle prime aziende a vinificare separatamente 3 cru diTaurasi, Piano dโAngelo, Castelfranci e Montemarano, dimostrando un senso di lungimiranza che solo pochi dimostrarono di avere. Nel 1994 le strade dei fratelli Mastroberardino, che sino ad allora avevano gestito lโazienda di famiglia, si divisero. Walter con i suoi figli (Daniela, Lucio e Paolo) scelse i vigneti, Antonio insieme a Piero e Carlo optรฒ per il marchio aziendale e la cantina. Nominato da Ciampi, Cavaliere del lavoro, รจ stato un imprenditore che ha reso grande il vino del nostro meridione, contribuendo in modo decisivo alla elaborazione dei disciplinari di produzione del Taurasi, del Greco, del Fiano e del Lacryma Christi. Il suo lavoro nei vigneti, insieme ai Vivai Cooperativi di Rauscedo, ha portato alla selezione di due cloni di Aglianico che significativamente portano il nome di โAntonio Mastroberardino VCR 418โณ e โAntonio Mastroberardino VCR 421โ.
Dal Gambero Rosso le piรน sentite condoglianze alla famiglia.
a cura di Andrea Gabbrielli