tura, Dacian Ciolos.
L'Italia ha ottenuto lo stralcio della scadenza al 2028 per il livellamento dei pagamenti diretti su un importo unico per tutti gli ettari coltivati nell'Ue, riuscendo a limitare al 4,7% le riduzioni per il 2014-2020. Ciolos, davanti allEuroparlamento, ha parlato di necessità di creare un nuovo partenariato con gli agricoltori: a partire dal tetto ai pagamenti (da 150mila a 300mila euro per impresa), da un modello di sostegno mirato e legato alle superfici, dal sostegno ai giovani, a chi spende per certificare prodotti di qualità (3mila euro ad azienda) e a chi investe nel biologico.
“C'è tempo fino a marzo 2013 per lavorare sui contenuti – dice a Tre Bicchieri il presidente della Commissione agricoltura al Parlamento Ue, Paolo De Castro – e l'Italia, che riceve oggi 6,3 miliardi di contributi, deve aspettarsi una riduzione dei fondi che, però, non dovranno mancare all'impianto complessivo, che ne conta 53”.
De Castro è deciso: “Non approveremo mai una riforma se non ci sarà chiarezza sulle risorse”. Il settore vitivinicolo accoglie bene la nuova bozza Ue: “La proposta di Ciolos rispetta gli equilibri raggiunti nel 2008 con l'Ocm vino”, dice Lamberto Vallarino Gancia, presidente del Comitato europeo delle imprese del vino (Ceev) e Federvini. La Commissione stilerà, entro fine 2012, un rapporto di valutazione e “a quel punto – osserva – valuteremo se alcuni aspetti vadano rivisti. Per quanto riguarda l'Italia, dove il sistema è frammentato, si tratta di una grande rivoluzione. Appoggiamo la proposta, a condizione che l’Italia possa continuare a beneficiare delle stesse regole”. A cominciare dai diritti di impianto su cui De Castro avverte: “Non transigeremo”.
di Gianluca Atzeni
12/10/2011