Un arcipelago prevalentemente montuoso, quello toscano, unica eccezione Pianosa, che si alza sul mare solo di una manciata di metri. Ha un clima subtropicale, con inverni umidi ed estati secche, con un profilo simile a quello delle isole più meridionali. I venti hanno un ruolo di primo piano nella diffusione della flora, è probabilmente grazie al libeccio che Capraia è popolata di piante originarie della Corsica e della Sardegna. L'Elba, la più grande tra le isole dell'arcipelago, tocca i 1019 metri sul livello del mare con il Monte Capanne ed è ricca di sorgenti che favoriscono l'agricoltura, una delle attività prevalenti insieme alla marineria e all'estrazione e alla lavorazione del ferro. Partiamo con la prima tappa del nostro viaggio nell'arcipelago toscano: Capraia.
Capraia (43°03’09”N-09°50’36”E)
Al confine tra Mar Tirreno e il Mar Ligure, l'isola di Capraia ha fatto parte della provincia di Genova fino al 1926. Con la sua superficie di 19,5 kmq è la terza per estensione dell'arcipelago toscano, dopo Elba e Giglio e si trova a 36 miglia marine da Livorno, 16 da Capo Corso (Corsica) e 20 da Portoferraio (Elba).
Di origine vulcanica, è montuosa, con uun rilievo massimo, quello del Monte Castello, che tocca i 445 m slm. Di forma ellittica, ha scogliere vergini e calette segnano il profilo costiero (di 30 km) ed è inserita nel Parco nazionale dell’Arcipelago toscano. Ha un'unica strada carrozzabile che unisce il paese e il porto, i due centri abitati che ospitano i 300 residenti, che diventano 10 volte tanto nella stagione turistica. La coltivazione della vite si fa derivare dagli anacoreti cheabitarono l'isola sopo la decadenza dell'impero romano, e la struttura carceraria, attiva dal 1873 al 1986, fu per tanto tempo il cuore della viticoltura e della produzione del vino palmaziano (o palmazio). Alla chiusura del carcere seguì l'abbandono dei vigneti e il degrado del paesaggio a causa della mancanza di manodopera. Le piante cedettero all'avanzare della macchia mediterranea.
L'AZIENDA
La Piana
Il recupero del fondo una volta affittato alla struttura carceraria inizia nel 1999 quando Stefano Teofili inizia il suo lavoro che sfocerà nel 2001 nell’impianto di un vigneto di Aleatico, in una parte pianeggiante e su terrazzamenti. A questo si è aggiunto nel 2009, su un terreno terrazzato recuperato ai rovi, un ettaro di Vermentino, sia a guyot che ad alberello. I suoli sono prevalentemente sabbiosi-limosi, profondi dai 60-70 cm sino a 1,5 metri, e i v ari campi sono divisi da canalette, ripristinate, per il drenaggio delle acque.
L'azienda si scontra con la mancanza di manodepera e le difficoltà date dalla morfologia dei terreni che impongono che gran parte delle lavorazioni vengano fatte a mano, al massimo si riescono a utilizzare motozappa o trattori di dimensioni molto ridotte. Continua il recupero di altri terreni, in una zona differente dell'isola. Non è disponibile una cantina, per cui le uve vengono raccolte in cassette e trasportate sull’Isola d’Elba presso la cantina di Italo Sapere (Sapereta) per la vinificazione e l’imbottigliamento.
L’azienda vinicola biologica La Piana produce l’Aleatico toscano Igt Cristino – di grande suadenza ed eleganza – e l’ Aleatico toscano Igp Rosa della Piana, un vino rosato fresco e spigliato, molto gradevole e il Vermentino Toscano IGP 2012 Palmazio, vermentino in purezza, e una grappa di Aleatico eseguita dal Priscilla Occhipinti della distilleria Nannoni.
La Piana | Capraia Isola (Li) | via Regina Margherita, 4 | tel. 335.8413711 | www.lapianacapraia.it
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a cura di Andrea Gabbrielli