L'Abruzzo ha voglia di raccontarsi, finalmente. ร una delle identitร nascoste d'Italia, un inedito straordinario pronto per diventare una realtร riconosciuta e riconoscibile, dentro e fuori i confini regionali. Si รจ svolta all'hotel Terme La Rรฉserve, a Caramanico Terme, la prima edizione del Sentiero del Gusto, un lungo fine settimana (dal 17 al 19 ottobre) di racconti, dall'Adriatico fino alle montagne protagoniste della transumanza. Le prove generali di una narrazione accurata di quello che questa regione potrebbe esprimere, del potenziale incredibile che la filiera abruzzese ha custodito con ostinazione contadina. Come รจ naturale, anche il vino ha avuto un suo momento con una bellissima degustazione sui grandi vini d'Abruzzo. Bella a cominciare dalla presenza dei produttori, numerosi come nelle grandi occasioni. Fausto Albanesi e la moglie Adriana Galasso di Torre dei Beati, Marina Cvetic, Stefano Illuminati, Luigi e Giulia Cataldi Madonna, Sofia Pepe, Leonardo Pizzolo di Valle Reale. Tre bianchi, un Cerasuolo e tre Montepulciano. 7 vini e l'occasione per parlare di un tema finalmente maturo in questa regione: il carattere dei diversi territori, identitร finalmente tradotte da produttori sempre piรน sicuri del loro potenziale. I territori sono stati infatti il tema dei loro interventi, nel complesso una lezione di geografia importante per una regione che viaggia dalle coste dell'Adriatico ai ghiacci perenni del Gran Sasso in soli 40 minuti. L'Abruzzo. I bianchi hanno aperto la degustazione, tre vini profondi che parlano di una vocazione finalmente riconosciuta e di una longevitร rara in Italia. Due Trebbiano d'Abruzzo agrumati e affilati, per rimarcare le possibilitร espressive e di sfumature di questo vitigno. La nota tostata e poi la sapiditร . Vigna di Capestrano '12 di Valle Reale e Valentini '10, un vino che mette soggezione e che invece ha qui trovato un compagno alla pari. Poi il Pecorino '10 di Cataldi Madonna, un vino che ha regalato all'Abruzzo una chiave di lettura per questo vitigno. I bianchi di Cataldi sono algidi e vibranti ed esprimono con eleganza il territorio alto di Ofena. L'esperienza di questa azienda, sotto il Gran Sasso, ci indica che in futuro l'Abruzzo alto, e forse anche nuovamente l'aquilano, potranno essere dei protagonisti del vino. Ad annunciare la serie di Montepulciano un Cerasuolo d'Abruzzo, il vino rosato che si ottiene dalla vinificazione in bianco del montepulciano: il Rosa-ae '13 di Torre dei Beati รจ un vino popolare, divertente, fruttato e sobrio, un compagno ideale del cibo. Ed eccoci ai rossi. Il Montepulciano '10 teramano di Emidio Pepeรรรรย รจ un vino elegantissimo, terroso e sfaccettato, con i tipici sentori di camino e polvere di caffรจ in grande evidenza. Un vino che sarebbe bello poter vedere con la Docg rivendicata. L'altro teramano รจ un grande classico, il Montepulciano d'Abruzzo Colline Teramane Zanna '01 di Illuminati, un vero e proprio cru, vinificato con l'esperienza di 100 e piรน anni di storia, botte grande, un modello per il suo territorio. A chiudere la degustazione il Villa Gemma '04 di Masciarelli, un vino che ha portato l'Abruzzo in giro per il mondo giร dagli anni '90. Certo, oggi che i Montepulciano abruzzesi esprimono tipicitร con purezza e ricchezza di sfumature quel legno in evidenza mostra qualche limite, ma la freschezza della bocca e la qualitร della materia ne fanno un grande vino.
a cura di Giorgio Melandri