hiarimento in merito. Pensare che il Gambero Rosso sia contro i vini cosiddetti “naturali” è evidentemente smentito dai fatti.
L’ultima guida pubblicata premiava 93 vini prodotti con metodologie ecocompatibili o seguendo filosofie che mettono il rispetto e l’equilibrio della terra al centro della logica produttiva. Insomma, sostenere la nostra chiusura verso questo mondo è totalmente privo di significato.
Cosa diversa è la possibilità di introdurre un elemento critico – è questo alla fine il nostro lavoro – per fare dei distinguo e sostenere, e qui ribadire, che il naturale non può essere il tappeto sotto il quale nascondere le tante e inaccettabili imperfezioni che alcuni vini dimostrano di avere. I vini prodotti con metodi definiti convenzionali sono esenti da tutto questo? Certo che no. È solo che la sensazione che abbiamo è che, mentre i difetti di questi vini sono riconosciuti da tutti in quanto difetti, per i vini “naturali” ci sia la tendenza a ritenerli accettabili. Per noi non è così.
Noi non facciamo d’ogni erba un fascio. Sarebbe opportuno non lo facessero nemmeno quelli che vogliono rappresentare (e semplificare) la nostra in una posizione monolitica e non veritiera. La laicità è il valore in cui ci riconosciamo, e i nostri giudizi sono sempre frutto di una discussione che coinvolge i collaboratori oltre che i curatori della Guida. E da questa posizione vogliamo continuare a guardare e considerare il mondo del vino italiano. Senza rimanere intrappolati in orti, chiese, campanili o partiti.
Gianni Fabrizio, Eleonora Guerini, Marco Sabellico
18/02/2013