ato emerge da una ricerca di mercato presentata in occasione di Vinitaly 2012 da Veronafiere.
Non a caso nel 2011 le fasce di prezzo che registrano una crescita sono due: quella bassa, sotto i 3 euro e quella alta, sopra i 5 euro. I venti della crisi si fanno sentire non solo nelle tasche dei consumatori ma anche sugli scaffali della Grande Distribuzione ( Gdo), dove aumentano i prezzi del vino. Un dato, quest'ultimo, legato anche alla presenza più massiccia di etichette di pregio. Un perfetto "case history" è quello del Brunello di Montalcino che segna un quasi 15 per cento di vendite in più nella Gdo a un prezzo medio non proprio popolare, 17,2 euro a bottiglia. Il luogo d'acquisto per eccellenza rimane quindi il supermercato. Ma se un tempo lo era per la varietà di offerte a basso prezzo, oggi lo è anche per la buona carta di vini in vendita (320 milioni di litri di vini Doc, Docg, Igt acquistati nel 2011). Novità anche sui formati del vino: si accentua la flessione del bottiglione da un litro e mezzo, la bottiglia da 75cl è ormai regina del mercato, anche se il brick mantiene le posizioni, seppur sostenuto da forti promozioni. Le mezze misure si affacciano però anche nei supermercati, tanto che Luigi Rubinelli, Direttore di RetailWatch.it, le ripropone per il futuro: “Una volta le unità di misura nelle trattorie erano: un quarto, mezzo litro e 1 litro. Perché non riproporle sia nell'horeca che nella Gdo? Sono le misure giuste per bere vino, anche responsabilmente".
Lucio Mastroberardino, presidente dell’ Unione Italiana Vini, ritiene che sia il momento che la Grande Distribuzione svolga un ruolo più attivo nel mercato del vino: "Abbiamo una situazione totalmente nuova, sia per i produttori che per i distributori, dopo l’eccesso di offerta, nei prossimi anni assisteremo a un ritorno alla normalità. L’occasione è propizia - spiega il presidente - per costruire qualcosa di inedito per il nostro Paese: filiera vino e distribuzione non più in contesa per strapparsi il margine, ma alleate per offrire al proprio cliente, il consumatore, non solo un prodotto, ma un ‘valore’, sul quale si è deciso di investire insieme: in formazione, in acculturamento, in promozione".
In questa chiave di "normalizzazione" s'inseriscono anche i dati della crescita dei vini a marca commerciale, cioè prodotti dalla catena distributrice, seppur con etichette di fantasia, che raggiungono i 43 milioni di euro venduti di bottiglie da 75cl (erano 40 nel 2010). Insomma, il consumatore si fida sempre più dell'attenzione che la Gdo dedica alla qualità dei vini e al supermercato compra anche le bollicine. In verità qui la crescita nel 2011 si limita ad un + 0,4% a volume, frenata da un considerevole rallentamento dello champagne francese (- 8,2% a volume) e da un Natale influenzato dalla crisi finanziaria e dalla contrazione dei consumi. Le bollicine italiane reggono bene, con il Prosecco in testa con un +8,3% e con il Muller Thurgau + 10%. Ma anche altre tipologie vanno a gonfie vele come alcuni vini storici (Lambrusco e Chianti,) ed emergenti (come Kalterersee o Schiava, Marzemino, Muller, Pignoletto)”.
La ricerca evidenzia come i vini esteri nei supermercati abbiano una quota di mercato piuttosto esigua con 16 milioni di euro venduti: la quota del vino francese è la più grande (grazie allo champagne) raggiungendo lo 0,5%. Segue il vino spagnolo (0,1%) e si fanno notare le buone performances dei vini portoghesi e cileni. Il canale della Gdo è rilevante anche nella conquista dei mercati esteri da parte del vino italiano che scavalca il vino australiano nel mercato statunitense e consolida il suo vantaggio sul vino francese in Germania. Infine, sempre interessanti le classifiche dei vini più venduti nel canale Gdo in Italia: Lambrusco, Sangiovese, Montepulciano d’Abruzzo, Nero d’Avola e Chianti. Diversi vini pregiati si affacciano nella classifica dei vini con maggior tasso di crescita: oltre al già citato Brunello di Montalcino, il Pecorino da Marche e Abruzzo, la Falanghina, il Gavi, il Marzemino, il Rosso di Montalcino.
Francesca Ciancio
27/03/2012