I vini macerati georgiani conquistano sempre di più i palati del mondo

11 Ago 2024, 10:22 | a cura di
La Georgia, considerata la culla del vino, sta registrando un aumento di esportazioni in tutto il mondo grazie ai suoi vini orange che vengono prodotti in anfore interrate

Il vino georgiano è sempre più ricercato e traina la spinta dell’export. La culla della viticoltura sta riscuotendo un importante successo di popolarità con i suoi prodotti frutto di una tradizione millenaria che danno vita a vini bianchi dai colori ambrati e tannici che sono sempre più ricercati nei diversi paesi del mondo.

 

Un vino in crescente notorietà

Secondo i dati diffusi dal LEPL - National Wine Agency (divisione del Ministero dell’Agricoltura georgiano adibita al vino), 54,5 milioni di litri di vino sono stati esportati in ben 61 Paesi, per un valore di 145 milioni di euro. Stando a quanto registrato nell’anno scorso si tratterebbe un aumento significativo di crescita del 24% in valore e 26% in quantità. Canada e Stati Uniti rappresentano i due mercati in cui si è avuta la crescita maggiore (rispettivamente +110% per 121 mila litri e 53% per 654 mila litri), seguite dalla Polonia (+19% e 3,1 milioni di litri). Il georgiano desta interesse anche in altri mercati come quello inglese, tedesco e turco. 

Vino georgiano e Qvevri

Tra l’Asia occidentale e L’Europa orientale, questa regione del Caucaso meridionale vanta una storia vitivinicola antichissima. Sono state rinvenute tracce di produzione vitivinicole tracciabili intorno ai 9mila e i 10mila anni fa. In quest’area ritroviamo decine e decine di vitigni autoctoni tra cui saperavi, vanis chkhaveri, otskhanuri sapere e dzelshavi usate per il vino rosso. Mentre rkatsiteli, tsiska, tsolikouri, krakhuna, mtsvane kakhuri e mtsvane khikhvi sono varietà a bacca bianca. Per quanto riguarda la vinificazione, alla viticoltura georgiana è associato il qvevri: un’anfora in terracotta di forma ovale che viene interrotta completamente per mantenere costante la temperatura. 

Il mosto, insieme alle bucce viene lasciato macerare e fermentare in questi contenitori per un periodo che va dai 3 ai 12 mesi. Utilizzando uve a bacca bianca si ottengono così vini dai riflessi color arancio noti come Orange wines e che in tempi recenti sono diventati molto popolari. Questo metodo di vinificazione è stato riconosciuto come patrimonio culturale immateriale dall’Unesco nel 2013. «Una delle tendenze più popolari nei vini naturali e cosiddetti ambrati ha attualmente origine in Georgia.- spiega Tamta Kvelaidze, responsabile marketing di LEPL - In Polonia, i vini georgiani rossi semi-dolci hanno i loro appassionati da tempo, ma le varietà secche stanno guadagnando sempre più consensi ogni anno».

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