Esiste davvero una guerra tra la Provenza e Bordeaux? La stampa inglese ha riportato il presunto dibattito tra due regioni francesi che riguardava la qualità e lo stile della produzione dei vini rosati. In particolare critici enogastronomici del Times e il Guardian hanno descritto uno scenario che vede la Provenza “attaccare” quelle regioni (tra cui Bordeaux) che producono vini rosati più scarichi nel colore e più economici, i cosiddetti “rosé da piscina”. Interpellati, dalla testata online Drinks Business, dei rappresentati delle due aree hanno però smentito questa faida.
Rosé aristocratici Vs rosé da piscina
Al centro della diatriba la tipologia del vino rosé e ai due lati del ring "l'aristocrazia del rosé" della Provenza e gli altri produttori che seguono la moda del momento inondando il mercato di rosé più leggeri, spesso associati a quelli creati dalle celebrità, seguendo il calo delle vendite di vino. Il termine coniato, “rosé da piscina” vorrebbe indicare un rosato «adatto solo a riempire una piscina». Se il vino rosato della Provenza «ha una tonalità molto più intensa con note di frutta e spezie, ed è l'accompagnamento perfetto per i cibi mediterranei», i corrispettivi di bassa qualità si presenterebbero nella «più pallida sfumatura di rosa» e individuerebbero «un prodotto di qualità inferiore realizzato sempre più spesso per capitalizzare la sua popolarità globale in ascesa».
La Provenza respinge la diatriba
Di tutt’altro avviso sono Brice Eymard, direttore generale del Civp (Consiglio interprofessionale dei vini di Provenza) e Caroline Vigneron, responsabile marketing del Civb (Consiglio interprofessionale dei vini di Bordeaux), rappresentati delle due regioni che hanno respinto l’idea di una simile diatriba. «Il rosé provenzale è perfetto per i momenti informali, come i drink con gli amici o per accompagnare piatti più complessi» ha detto Eymard, sottolineando che se lo stile di produzione è diventato un punto di riferimento, ma che «non c'è bisogno di contrapporre i rosé da piscina a quelli da terroir. Siamo orgogliosi di fare la nostra parte per contribuire alla democratizzazione del vino, invece di rimanere fedeli a un approccio elitario».
La versione di Bordeaux
Caroline Vigneron ha invece precisato come la tipologia dei rosati rappresenti una parte considerevole del vino prodotto a Bordeaux (12,8 milioni di bottiglie) e che non si tratta un fenomeno nuovo, ma ha un suo punto di inizio nel 18esimo secolo. «I nostri vini rosati sono leggeri, vivaci, fruttati ed eleganti e offrono caratteristiche uniche della nostra regione», ha dichiarato Vigneron. Un ulteriore smentita di una presunta produzione che si basa unicamente su rosati scarichi nel colore è dato da una crescente popolarità dei vini Clairet. «Un tempo considerato il precursore del vino di Bordeaux, sta tornando in auge. Di colore rosa intenso, con tannini leggeri e la freschezza di un rosé, è fatto per essere gustato fresco; è un ottimo esempio di quanto sia diventata varia la categoria dei rosé».