A due mesi dall'annuncio ufficiale della Commissione europea, è tutto pronto per la prima riunione del Gruppo di alto livello sul settore vitivinicolo. Il prossimo 11 settembre, Bruxelles ospiterà il meeting che segna un nuovo corso per la politica di settore, alla luce del difficile momento economico e in vista di una Pac che nel 2025, col nuovo esecutivo guidato sempre da Ursula von der Leyen, avvierà l'iter di discussione in vista della revisione post-2027. Sono almeno tre gli incontri del Gruppo di alto livello sul vino, che di fatto fungerà da forum, previsti tra settembre e dicembre 2024, per arrivare a inizio 2025 a mettere nero su bianco delle raccomandazioni alla Commissione per fronteggiare le nuove sfide dei mercati. La Commissione, dal canto suo, prevede di elaborare la proposta di riforma della nuova Pac «entro l'estate» del prossimo anno, come ha spiegato Pierre Bascou, membro della Dg Agri della Commissione, durante una recente riunione della Commissione agricoltura (Agri) dell'Europarlamento.
I componenti del Gruppo di alto livello
Il Gruppo è composto, innanzitutto, dalla Commissione europea (Direzione generale agricoltura) e dai rappresentanti dei ministeri dell'Agricoltura degli Stati membri dell'Ue; inoltre, dai cosiddetti stakeholder, ovvero le principali sigle sindacali del settore vino a livello europeo: Copa-Cogeca (che rappresenta agricoltori e cooperative agricole di tutta Europa, tra cui Confagricoltura, Cia e Coldiretti), Ceev (Comitato europeo delle imprese vitivinicole, a cui aderiscono, ad esempio, Unione Italiana Vini e Federvini), Cevi (Confederazione europea dei vignaioli indipendenti, di cui fa parte la Fivi), Efow (Federazione europea delle denominazioni d'origine del vino, a cui aderisce Federdoc, così come la francese Cnaoc, la spagnola Cecrv, il portoghese Ivnp), Arev (Assemblea delle regioni vinicole europee: 41 gli aderenti), Coordinamento europeo Via Campesina (Ecvc), Federazione internazionale dei movimenti per l'agricoltura biologica europea (Ifoam, che vede, tra gli altri, l'adesione di Federbio). Infine, il Parlamento europeo è invitato come auditore a partecipare agli incontri.
Consumi e produzione: i dilemmi del futuro
Diversi i temi in ballo. L'incertezza delle esportazioni, gli effetti a lungo termine della pandemia da Covid (che aveva costretto la Commissione Ue a concedere maggiore flessibilità e aiuti straordinari alle imprese), i cambiamenti climatici che hanno portato a vendemmie imprevedibili, con fenomeni meteo estremi molto frequenti e ingenti danni alle coltivazioni, un incremento dei costi degli input agricoli, gli eventuali limiti da decidere alle produzioni di vino (compreso lo spinoso tema degli estirpi per affrontare il rischio sovrapproduzione, attivato e in corso in Francia e fortemente dibattuto in Italia, come raccontato anche del settimanale Tre Bicchieri nel numero del 5 settembre 2024) e le strategie promozionali di una categoria di bevande, che negli ultimi anni ha dovuto difendersi, e ancora lo sta facendo, dalla tendenza alla demonizzazione del prodotto per la sua correlazione con la sostanza alcolica. Sono stati i governi membri dell'Ue a sollecitare l'esecutivo di Bruxelles a istituire il tavolo e a ottenere la sua costituzione nella scorsa primavera, in occasione della consueta riunione dei ministri agricoli europei (Agrifish del 27 maggio 2024).
"No abbandono vigne, ma competitività"
«Il Gruppo di alto livello sul futuro dell’Ocm vino rappresenta per il settore un’occasione importante per rimettere al centro la competitività. Dobbiamo garantire strumenti e risorse a chi vuole restare sul mercato, non a chi lo vuole abbandonare», ha dichiarato il presidente di Unione italiana vini (Uiv), Lamberto Frescobaldi. che considera importante consolidare la misura della promozione e armonizzare la normativa in ambito di sostenibilità. «Da tempo, Unione italiana vini insiste sulla necessità di non distrarre fondi strategici per il settore per finanziare l’abbandono alla vigna. È una preoccupazione che condividiamo con il Ceev e che abbiamo più volte espresso anche al ministero dell’Agricoltura. La priorità della nuova Ocm - ha ribadito - deve essere la competitività e non l’abbandono al settore».
Vini rossi sostituiti da quelli più freschi
Il quadro economico generale per il vino europeo, attualmente, resta molto complesso. Secondo la Commissione, cambiamenti sociali e demografici stanno influenzando quantità, qualità e tipi di vino consumati. «Il consumo di vino - fa notare in particolare Bruxelles - è al livello più basso degli ultimi tre decenni. I vini rossi di punta dell'Ue sono sostituiti da vini più freschi e leggeri o da altre bevande più facili da adattare ai nuovi gusti». E sono in sofferenza anche i tradizionali mercati di destinazione dei vini comunitari (a partire dagli Stati Uniti): la Commissione rileva una combinazione di fattori come il calo dei consumi e fattori geopolitici (come la guerra in Ucraina, a seguito dell'aggressione russa) che determinano «modelli di importazione più irregolari». Tutti temi che riguardano il presente e il futuro del comparto e che saranno analizzati sul tavolo del Gruppo di alto livello il prossimo mercoledì 11 settembre.
Un settore da 3 milioni di occupati
Numeri alla mano, si stima che il vino europeo crei 3 milioni di posti di lavoro diretti e indiretti a tempo pieno, in maggior nelle zone rurali, e che contribuisca con 130 miliardi di euro al Pil dell'Ue, compreso il valore diretto e indotto della catena d'approvvigionamento. A livello dell'Ue, il settore vitivinicolo (guidato da Italia, Francia e Spagna) è protetto da un quadro normativo completo e sostenuto da programmi di sostegno al vino nei paesi produttori di vino. L'Europa a 27 è leader mondiale nella produzione (60%), ma anche nel consumo (48%) e nel valore dell'export (60 per cento).