A partire dal primo maggio entrerà in vigore il nuovo Free Trade Agreement (Accordo sul libero scambio), in cui anche in Nuova Zelanda la denominazione di prodotti come Brandy Italiano e la Grappa a indicazione geografica saranno riservate alle sole produzioni italiane. Un risultato ottenuto anche grazie alla collaborazione di AssoDistil con le Istituzioni.
Il nuovo accordo
«Siamo particolarmente orgogliosi di questo risultato», ha detto Cesare Mazzetti, presidente del Comitato Acquaviti e Liquori di AssoDistil, «in quanto il nostro intervento ha evitato che la denominazione Grappa potesse essere utilizzata senza scadenze temporali per un distillato prodotto in Nuova Zelanda, come inizialmente previsto dalla bozza di accordo».
Il 25 marzo scorso, infatti, è stato ratificato l'accordo di libero scambio tra Ue e Nuova Zelanda e secondo il Free Trade Agreement «è inclusa la piena protezione di bevande spiritose ad indicazione geografica compresi il Brandy Italiano, la Grappa e le Grappe territoriali ad IG, le cui denominazioni saranno ora riservate alle acquaviti tricolore» si legge nel comunicato di AssoDistil.
Un mercato promettente
In particolare, per la Grappa, è prevista un “phasing out” di 5 anni, cioè un graduale adattamento che permette «un uso temporalmente limitato della denominazione per coloro che ne abbiano fatto un comprovato uso continuativo sul mercato neozelandese – e purché rendano chiaro in etichetta la vera origine geografica del prodotto –, allo scadere dei quali dovrà cessare definitivamente ogni utilizzo». Una misura che trasforma la Nuova Zelanda in un mercato promettente per la Grappa ed il Brandy italiano che ora potranno fare perno sull’uso esclusivo della denominazione.