La grappa è un patrimonio tutto italiano, con caratteristiche produttive e dinamiche di mercato originali. Per conoscere a fondo questo prodotto abbiamo intervistato Ottavio Cagiano de Azevio, direttore generale Federvini - la Federazione Italiana Produttori, Esportatori ed Importatori di Vini, Liquori, Acquaviti, Sciroppi, Aceti ed affini – in occasione della partecipazione a Sua Eccellenza Italia, la manifestazione dedicata al meglio della produzione enogastronomica italiana, con 18 grappe di altrettanti produttori.
Cos'è Federvini? Quali sono gli obiettivi?
Federvini rappresenta le Aziende che producono, importano e distribuiscono vini, liquori, aperitivi, acquaviti e aceti. Nasce nel 1917, viene rifondata al termine della seconda guerra mondiale e è attualmente presieduta da Lamberto Vallarino Gancia, e aderisce a Confindustria per il tramite di Federalimentare. Rappresenta una famiglia di prodotti molto ampia, che tuttavia ha radici storiche comuni che nel tempo hanno dato vita a strutture differenti: il legame iniziale è rappresentato dal vigneto che, quando non specializzato come quelli attuali, era al tempo stesso frutteto, oliveto dove possibile, mentre negli interfilari si tenevano gli orti ma vi nascevano anche le piante aromatiche, le spezie e le piante spontanee curative. Molte di questi frutti e di queste piante divennero gli ingredienti di base di infusi e macerazioni. I metodi di produzione sono rimasti spessissimo invariati, così le ricette, mentre sono profondamente mutati i vigneti, le cantine, le distillerie per offrire il meglio della igienicità e della qualità delle produzioni.
Federvini rappresenta gli interessi delle Aziende Associate presso le Istituzioni nazionali, europee e internazionali; intrattiene rapporti a livello nazionale con le forze sociali, con le altre associazioni della filiera vitivinicola e agro-alimentare; si confronta con le altre organizzazioni nazionali attraverso le associazioni europee e internazionali. La sua azione è ispirata alla promozione, alla tutela, alla valorizzazione, alla salvaguardia, al miglioramento qualitativo delle produzioni; alla difesa e promozione del consumo corretto delle bevande alcoliche nel rispetto della tradizione mediterranea.
Parliamo di mercati della Grappa in Italia e all'estero. Come si chiuderà il 2013 sul fronte delle vendite e dei consumi secondo Federvini?
È proprio difficile in questo momento poter riferire risultati brillanti e positivi, anche se a livello di singola azienda non mancano esperienze positive, più sul versante dell’esportazione che sul mercato nazionale. La crisi economica ha infatti toccato profondamente i consumi familiari tanto da assistere a modifiche sensibili nelle scelte di acquisti; ma è intervenuta anche sullo stile di vita, con riflessi importanti sui consumi fuori casa: questi si sono ridotti nel numero di occasioni, sono cambiati nel tipo, lasciando da parte pranzi e cene strutturate a favore di spuntini o degustazioni. E i consumi di fine pasto ne hanno risentito ancor più. Ma non è solo la crisi economica ad avere inciso su questi consumi: le preoccupazioni, più che ragionevoli, sugli abusi nei consumi di bevande alcoliche sono state, talvolta, declinate con messaggi e misure che non hanno distinto fra consumo e abuso, o senza informare adeguatamente sulle modalità di consumo che non espongono a rischi di infrazione alla legge. Di fatto dalla metà degli anni ottanta i consumi di vini, di distillati, di liquori sono in discesa continua e i recenti aumenti di imposta non sono certo lo strumento ideale per aiutare il settore. Ma c’è anche una parte positiva che va messa in luce: c'è una maggiore attenzione da parte dei consumatori al prodotto di qualità da un lato, mentre i produttori, dall’altro, guardano con maggiore attenzione all’export cercando nuovi mercati e nuovi consumatori.
Da ottobre è scattato il primo incremento della tassa sugli alcolici. E dal 2014 si prevedono ulteriori aumenti. Quanto inciderà, secondo voi di Federvini, questo provvedimento del governo sul vostro settore?
Con due decreti legge, uno all’inizio di agosto ed uno all’inizio di settembre – entrambi ora convertiti in legge – il Governo è ricorso all’aumento delle accise sulle bevande alcoliche per coprire diverse voci di spesa: sono stati colpiti da questi aumenti la birra, i prodotti intermedi come i vini aromatizzati, i vermout e i vini liquorosi – pensiamo al Marsala ad esempio - e tutti i prodotti a base di alcol distillato, dagli aperitivi, ai liquori, agli amari, alla Grappa, al whisky.
Cosa significa nello specifico?
Se con il primo decreto legge erano stati previsti degli aumenti al 1° gennaio 2014 e al 1° gennaio 2015, con il secondo decreto legge oltre ad aumentare le dimensioni degli importi a quelle stesse date, è stato aggiunto un aumento scattato dal 10 ottobre scorso. In sedici mesi, quindi, da ottobre 2013 a gennaio 2015, l’accisa aumenta di quasi il 30%, aumento ancor più sentito dal consumatore per il maggior punto di IVA, dal 21 al 22%, scattato il 1° ottobre: occorre ricordare infatti che l’IVA si applica anche sulla parte del valore dell’accisa che va a comporre il prezzo del prodotto finito.
Quali sono le conseguenze?
E oltre a questi effetti diretti, occorre tener presenti anche gli effetti indiretti, con i maggiori oneri amministrativi e finanziari a carico delle aziende produttrici per la gestione dell’accisa: solo per segnalare i più evidenti, le aziende devono prestare una fidejussione sul valore dell’accisa relativa al prodotto che inviano sul mercato interno ma devono anche garantire il trasporto e l’accisa del paese di destinazione in caso di export. Questo vuol dire maggiori esigenze finanziarie e di liquidità per i versamenti anticipati dei più alti importi di accisa, risorse che le aziende non potranno utilizzare né per accompagnare i propri prodotti sul mercato nazionale, né per rafforzare l’export, con un forte indebolimento rispetto anche alla concorrenza estera. Al calo di consumi già registrato anche per effetto della crisi economica, dovremo aggiungere il calo per l’aumento dei prezzi conseguenti all’aumento delle accise: e subendo aumenti così ravvicinati nel tempo, sarà anche un caos per il continuo adattamento dei listini! Ma quel che è più preoccupa i produttori è che il primo aumento, quello di ottobre, di poco inferiore al 13%, è intervenuto proprio alla vigilia delle festività di fine anno, andando a penalizzare pesantemente il periodo nel quale si sperava di risollevare l’andamento dell’anno. Certamente i produttori ancora una volta mostreranno il carattere per reagire a questo stato di cose, ma certo non si può affermare che ci sia del sereno all’orizzonte.
Perché, secondo lei, la grappa - nonostante sia uno dei distillati italiani più venduti all'estero - è un prodotto che non è riuscito ancora ad affermarsi al pari di altri distillati internazionali? Finora l’elemento che mancava alla grappa era l'identità: non vorrei apparire draconiano, ma fino alla fine degli anni ottanta, grappa poteva essere una denominazione alternativa di acquavite di vinaccia o di distillato di vinaccia. In questo l’Unione Europea ha dato un forte aiuto alla determinazione dei produttori italiani: nel 1989 il termine grappa viene riconosciuto come denominazione nazionale dell’acquavite di vinaccia riservata all’Italia (ed alla Svizzera); nel 2008 si è concluso il percorso di tutela che riconosce la grappa come indicazione geografica italiana. In questo percorso i produttori hanno avuto sempre al loro fianco il Ministero delle Politiche Agricole, che oggi si appresta a mandare in applicazione un ulteriore elemento di tutela. Con un decreto di oramai quasi tre anni fa, è stato stabilito che al 1° gennaio del 2014 la grappa potrà essere imbottigliata solo in Italia: dunque per riportare quella denominazione, o meglio quella indicazione geografica, tutto il ciclo produttivo deve svolgersi nel territorio nazionale, dalla vinificazione di uve raccolte in Italia, alla distillazione delle vinacce, fino all’imbottigliamento. Con questa identità i produttori avranno un elemento in più per far conoscere il prodotto: chiaramente arriviamo con un gap temporale importantissimo rispetto ad altre acquaviti conosciute e apprezzate sui mercati mondiali anche per le caratteristiche che ne consentono la produzione in ogni angolo del mondo: non è così per la grappa, la cui produzione è intimamente legata alla produzione vinicola. Basti considerare che anche altri grandi paesi produttori di vino dell’UE non hanno mai valorizzato le loro produzioni nazionali di acquavite di vinaccia, un elemento, questo, che talvolta pesa anche rispetto ai quadri normativi di alcuni mercati rilevanti, dove per le sue caratteristiche chimico-fisiche più che per quelle organolettiche, la grappa ha difficoltà ad entrare.
Quali strategie utilizzerebbe per incentivare il consumo di grappa sul mercato italiano e internazionale? Quali mosse potrebbero essere necessarie?
Il mercato nazionale ha mostrato di conoscere la Grappa e ancor più ha dato soddisfazione nel processo di valorizzazione delle loro produzioni: abbiamo visto che sono altri i macigni che pesano sui consumi. Sono convinto tuttavia che i produttori non faranno venire meno i loro sforzi e nello stesso tempo sarà giusto continuare a far crescere l’informazione sul prodotto, sulle tecniche di distillazione, sugli eventuali periodi di maturazione e invecchiamento, così che il consumatore possa riconoscere e trovare nel prodotto finito quegli elementi distintivi che le tante attenzioni del produttore hanno portato a creare.
Più importante invece è il lavoro di informazione che dovrà essere affrontato sui mercati internazionali, non solo per diffondere le indicazioni di base sulle caratteristiche, così come abbiamo fatto per i nostri vini - e poiché ogni distillatore trasferisce alla propria produzione un carattere personale, dobbiamo cercare di spiegare bene questi elementi di diversità - ma dobbiamo anche imparare a osservare accostamenti con sapori e profumi diversi dai nostri, modalità di consumo diverse dalle nostre, come il consumo della grappa in purezza rispetto al consumo in abbinamento nei cocktail, per cogliere quelle occasioni e quei consumatori che oggi mancano sul paino internazionale.
La partecipazione a Sua Eccellenza Italia rappresenta una strategia promozionale. Chi parteciperà all'evento e che cosa è lecito attendersi?
La partecipazione della Federvini a questa manifestazione non fa parte di una strategia di promozione del singolo prodotto, ma di tutto il settore, una presenza tanto più importante quanto più giunge nel momento in cui si sta per realizzare un ulteriore e importante passo nella valorizzazione e tutela della grappa. Il settore è connotato da tanti importanti produttori, le cui dimensioni non consentono lorotalvolta di agire in contesti come questi, almeno fin dal primo passo: abbiamo voluto cogliere questa occasione anche in loro nome, facendo un tratto di strada insieme al Gambero Rosso che sta dedicando molta attenzione e molto impegno proprio alla parte più delicata, l'informazione sui prodotti, l'educazione del consumatore, la conoscenza delle caratteristiche per cogliere il meglio nell’abbinamento di sapori e profumi.
A Sua Eccellenza Grappa Federvini partecipa con 18 aziende, ciascuna delle quali propone la grappa selezionata dai degustatori di Gambero Rosso. Ecco l'elenco delle aziende e dei prodotti presenti:
Faled | Grappa Bicentenario Spirito Verdiano |
Fratelli Averna | Grappa Frattina Moscato |
Segnana | Segnana Gentile Bianca |
Schiavo | Grappa Di Amarone |
Castagner | Grappa Fuoriclasse Amarone |
Roner | Grappa Riserva |
Bonollo | Consenso Grappa di Chianti Classico |
Peroni Maddalena | Chardonnay Invecchiata |
Bonollo Umberto | Grappa Of Sei Stelle |
Magnoberta | Grappa di Moscato 914 |
St. Roch | Grappa di Fumin Levi |
Venegazù | Riva Vecia |
Poli | Sarpa barrique |
Sibona | Botti da porto |
Nardini | Acquavite di vinaccia 50 |
Zanin | Giovane Monte Sabotino |
Bottega | Grappa Alexander prosecco |
Maschio | 903 |
a cura di Annalisa Zordan
Sua Eccellenza Grappa In collaborazione con FederVini. Due degustazioni guidate per scoprire le migliori grappe italiane. .
Sabato 23 novembre ore 19:30 - 20:00 | Domenica 24 novembre ore 18:30 – 19:00
Sua Eccellenza Italia | Città del gusto di Roma | via Enrico Fermi, 161 | venerdì 22, sabato 23 e domenica 24 novembre 2013
Per scoprire il programma completo, incluse le tante attività gratuite offerte dalle aziende partecipanti, CLICCA QUI