Un’occasione mancata. È questo il giudizio di Lamberto Frescobaldi nel commentare il servizio intitolato ‘Piccoli Chimici’ di Report. La puntata di ieri sera ha innescato un accesso dibattito sul vino con un’inchiesta che aveva l’obiettivo di sondare le pratiche enologiche intese a sofisticare il vino e i relativi controlli a riguardo. Tra le personalità intervistate figurava anche la voce di Lamberto Frescobaldi, Presidente di Unione italiana Vini (Uiv) che ha rimarcato una certa delusione in riferimento al servizio andato in onda.
“Riteniamo che l’inchiesta di Report sul vino sia stata un’occasione di servizio pubblico mancata per la testata della Rai. Siamo fermamente convinti che un giornalismo libero sia necessario per la crescita del sistema Paese e dei suoi asset, ma in questo caso si è clamorosamente mancato l’obiettivo”. A tale giudizio Frescobaldi ha specificato quali fossero le diverse zone d'ombra dell’inchiesta.
I punti deboli ravvisati
Tra questi spicca, secondo Frescobaldi, l’affiancare pratiche illegali, con componenti e materiali legali utilizzati durante i processi di vinificazione con un risultato poco chiaro e fuorviante per i consumatori meno esperti. “Se da una parte – afferma Frescobaldi – Report ha giustamente rilevato, come fatto in precedenza da Uiv, alcune attività non consentite dalla legge come il commercio di uva da tavola per fare il vino, dall’altra ha pedissequamente confuso pratiche perfettamente legali con altre illegali, additivi chimici con prodotti dell’uva consentiti”.
Un’accusa ben più mirata è andata a sottolineare che tra le personalità coinvolte per avvalorare le tesi dell’inchiesta, alcune mancavano di autorevolezza. “È imbarazzante affidare la narrazione a un sedicente esperto di vino - lui sì “piccolo chimico” - con considerazioni da Bar Sport che non rendono onore alla trasmissione”.
In ultimo rimane un dissenso profondo riguardo a un quadro poco chiaro e non rappresentativo di una realtà ben più complessa e meno nefasta di come apparirebbe dal servizio. “Report ha fatto di un’erba un fascio lasciando intendere che il settore sia pervaso dal marcio; anziché evidenziare e circostanziare le zone d’ombra si è scelta la strada del qualunquismo, e questo fa male sia ai consumatori che a un asset in grado di rendere 7,5 miliardi di euro all’anno di bilancia commerciale con l’estero e dare lavoro a quasi un milione di persone”, ha concluso il presidente Uiv.