È da tempo che il concetto di abbinamento cibo-vino è al centro di un acceso dibattito. Il collega MW Tim Hanni già nel 2019 lo aveva pubblicamente descritto come bullshit. L’ultimo a pronunciarsi sul tema è stato Eric Asimov, celeberrimo editorialista del New York Times, in un articolo pubblicato a dicembre scorso, in cui avanzava l’ipotesi “it’s hard to go wrong”, auspicando un approccio più inclusivo e senza sensi di colpa.

Dal food pairing al mood pairing
Personalmente spesso ho sostenuto l’esigenza di passare da un meccanicistico ‘food pairing’ a un più contemporaneo e coinvolgente ‘mood pairing’ in cui conta molto l’occasione, la compagnia e lo stato d’animo nella scelta di un abbinamento. Chi avesse già familiarità col metodo Mercadini e l’app Decanto, può ambire ad un possibile livello successivo: abbinare le persone in base alla loro preferenza enoica. Questa sì che è una nuova frontiera. È proprio quello che hanno fatto oltremanica, quando a maggio scorso due donne del vino hanno fondato First Glass Wine Events. Una specie di Tinder per enofili.

Come funziona il Tinder del vino
In sostanza, si organizzano eventi di degustazione con cinque vini. In base ai giudizi dati dai partecipanti, a fine degustazione un misterioso sistema brevettato invia una mail con l’abbinamento perfetto… tra le persone presenti. Per ora il format First Glass Wine Events è stato lanciato attraverso quattro eventi a Londra, con il piano di espandersi a tutto il Regno Unito nel 2025, con serate dedicate a ultracinquantenni e LBGTQ.