La fenditura aperta a giugno nel muro di ferro del monopolio di Stato della Finlandia sulla vendita degli alcolici ha creato nuove prospettive per le importazioni del vino italiano. A giugno il parlamento di Helsinki ha votato a favore di una legge che liberalizzava le bevande alcoliche con fermentazione naturale fino a 8 gradi.
Una vera e propria svolta sul commercio degli alcolici che in paesi del Nord Europa, come Svezia, Norvegia, Islanda e, appunto, Finlandia è un sistema rigidamente controllato. Con la nuova legge, alcuni prodotti come birra, sidro, ma anche vino potranno essere commercializzate e inclusi nella grande distribuzione.
Nuove possibilità per il vino
Una notizia positiva per i produttori italiani che, in un momento delicato per l’importazione e il consumo di vino a livello mondiale, sono alla ricerca di nuove opportunità. Con una popolazione di 5,5 milioni di abitanti, la Finlandia raggiunge un consumo pro capite di 10 litri e importa circa 30 milioni di bottiglie di vino italiano all’anno. Va aggiunto che paesi come Francia e Spagna non hanno un’ampia offerta di vini al di sotto degli 8 gradi se non passando per attraverso il processo di dealcolizzazione.
Petri Viglione, importatore di vino italiano nel paese tramite l’azienda Winital, ha evidenziato a Il Sole 24 ore gli influssi positivi di questa nuova legge. In soli due mesi, infatti, le vendite di vino sono aumentate da zero al 15%. Una quota divisa tra le catene Kesko e Sok e Lidl. «Si tratta indubbiamente di una grande opportunità per l’Italia che vanta categorie di prodotti che naturalmente rientrano sotto gli 8 gradi alcol come il Lambrusco che qui è venduto sia rosso, che rosato che bianco (tipologia quest’ultima che in Italia non esiste) o il Moscato d’Asti» ha detto Viglione.
Limiti alcolici meno stringenti
Il passaggio della nuova legge, ha però un’altra chiave di lettura secondo l’importatore. Nel corso di alcuni anni si è registrato un aumento del grado alcolico per le bevande alcoliche liberamente commercializzate. Si è passati dai 4,5 gradi di qualche anno fa, ai 5,5 gradi nel 2018 fino al nuovo limite odierno e in futuro, potrebbe anche aumentare. «Nel giro di qualche anno - dice Viglione- potremmo arrivare a liberalizzare gran parte del vino italiano. In Svezia invece sono ancora fermi a 3,5 gradi.
Tutto ciò che è sopra quella soglia è gestito dal Systembolaget, il monopolio svedese. Anche Norvegia e Islanda hanno regole restrittive. Ma i monopoli si parlano e sono fiducioso che anche gli altri ci seguano in particolare sul concetto di abbinamento col cibo. Solo in questo modo sarà possibile far capire che il vino è un prodotto agricolo e profondamente diverso dalle altre bevande alcoliche».
Caso emblematico del paradigma avanzato da Viglione è il Lambrusco, «che in Finlandia è apprezzato per le sue caratteristiche di acidità e fruttuosità, un accompagnamento ideale per la pizza, un alimento molto popolare nel paese. Può far sorridere qualche purista ma in realtà si tratta di un grande passo in avanti».