Un'estate 2024 difficile e una chiusura d'anno per niente brillante per le enoteche italiane. Nell'ultima analisi di Vinarius, associazione che ne raggruppa 120, per un giro d'affari di circa 50 milioni di euro, il periodo estivo ha mostrato diversi lati negativi. Nel confronto tra le vendite di luglio-settembre 2023 e 2024, oltre metà (54,5%) degli enotecari segnala una stabilità del fatturato, mentre oltre un terzo rileva un calo (seppure in percentuale contenuta) e solo il 9,1% registra un miglioramento. In particolare per quanto riguarda i vini bianchi, le vendite nelle enoteche sono rimaste stabili per circa il 55% degli intervistati da Vinarius, per il 35% sono aumentate, mentre poco più del 9% ha rilevato un calo. Dato analogo per gli spumanti «a conferma di una stagione estiva - scrive l'associazione - influenzata da fattori economici e climatici che hanno limitato le vendite».
I vini più venduti per Natale
Per la stagione natalizia, fa sapere l'associazione presieduta da Andrea Terraneo, lo scenario è ancora dominato dall'incertezza. Il 45,5 per cento degli intervistati prevede vendite stabili, ma c'è anche una parte significativa degli enotecari, pari al 27,3 per cento, che si mostra ottimista su un possibile incremento, mentre un'analoga percentuale (27,3%) stima un calo degli affari.
Ma quali i sono i trend legati alle tipologie di vino più vendute in vista delle prossime festività? Dall'analisi che il settimanale Tre bicchieri ha potuto esaminare nel dettaglio, emergono prospettive di crescita interessanti per le grandi denominazioni dei vini rossi, indicati come i prodotti per i quali è prevista la maggiore crescita (45,5%), seguiti da Champagne (36,4%) e, a distanza, da Metodo classico italiani (9,1%) e dai vini dolci o passiti (ancora 9,1 per cento).
Ancora poca conoscenza dei vini naturali
Tra i temi che Vinarius ha voluto sondare c'è quello sulle conoscenze del consumatore sui vini naturali. Secondo l'indagine, il 72,7 per cento degli enotecari ritiene che i consumatori abbiano ancora bisogno di maggiore consapevolezza sulle differenze rispetto ai vini convenzionali; per un 18% il consumatore è informato e per un 9% di enotecari non lo è per niente. Questa necessità di maggiore informazione, però, si traduce in un’opportunità per il settore, che può rafforzare il dialogo con il pubblico, valorizzando la cultura del vino e la conoscenza dei suoi molteplici volti.
Le nuove generazioni consumano meno vino
Sotto la lente del sondaggio 2024 tra le enoteche, infine, anche la propensione al consumo e, in particolare, il target delle nuove generazioni (tra 18 e 25 anni). Una categoria che mostra, come è noto, una minore propensione al consumo di alcol rispetto ai predecessori (63,6 per cento). «Questa tendenza invita a una riflessione: c’è spazio - conclude il presidente Terraneo - per avvicinare i giovani a un consumo consapevole, valorizzando l’esperienza culturale e sensoriale che il vino è in grado di offrire, ben oltre la mera funzione di bevanda».