Il forte sviluppo dell'export di vino italiano, con crescite medie annue tra il 4 e il 5 per cento negli ultimi venti anni, aveva illuso gli operatori che il trend sarebbe durato a lungo. Poi sono arrivati la pandemia del 2020, un 2022 di deciso rimbalzo che ha portato a sfiorare gli 8 miliardi di euro e una crisi economica che nel 2023 ha presentato il conto, con cali dell'1% a valore. A tradire il mercato, come รจ noto, sono stati soprattutto gli Stati Uniti prima destinazione, con -5% a valore e addirittura -9% a volume. Ma, come spiega Sergio Iardella, senior partner di Bain & Company (multinazionale della consulenza strategica in vari settori industriali, tra cui l'agribusiness), il calo ยซnon รจ dovuto a un improvviso cambio di gusti del consumatore americano, che continua, invece, ad apprezzare e comprare il nostro prodottoยป.
Negli Usa effetto de-stocking
Infatti, la quota dei consumi del vino italiano in Usa รจ crescita di quasi mezzo punto, al 13%, su consumi complessivi che a valore sono ยซcresciuti per effetto prezzo del 4 per centoยป. Secondo l'esperto, il calo di volume dellโexport รจ legato ยซinteramente a fattori contingenti e non strutturali, dovuti allโaccumulo di stock nella filiera distributiva avvenuto post-Covidยป, fino alla prima parte del 2023. ยซScomponendo il calo del 9% dei volumi di export di vino italiano nel 2023, circa lโ8% - sottolinea Iardella - รจ dovuto a dinamiche di stocking e de-stocking e non ai consumi. Quindi, di fatto, il vino italiano negli Usa รจ stato sostanzialmente stabile, con un calo inferiore allโ1% e performance superiori alla media del settoreยป. Fin qui le buone notizie. Infatti, va considerato che a fine 2023 si contavano tre settimane di eccesso di stock nella sola filiera distributiva, coi distributori che hanno dichiarato per il 2024 di ยซcontinuare a fare de-stockingยป. In pratica, c'รจ un magazzino da circa 2,7 miliardi di dollari americani che occorrerร gestire, considerando anche lโattuale costo del denaro. Operazione non facile.
L'outlook del vino italiano nel 2025
Passando al futuro, dal 2025, seppur con qualche altro mese di sofferenza e ulteriori turbolenze da de-stocking, secondo Bain & Company, le prospettive potrebbero essere ยซmolto positive per il vino made in Italyยป. Le esportazioni previste da Bain & Company a livello globale segnalano una crescita nel medio periodo di 3-4% a valore per anno ยซcon ripresa molto solida soprattutto a partire dal 2025ยป. Ed entrando nel dettaglio, il Prosecco continuerร a crescere a valore sopra le medie del mercato.
Le tipologie preferite dai consumatori
Il consumatore di vino, ricorda Iardella, predilige sempre piรน vini leggeri, facili da bere e da mixare, come i frizzanti. ยซIn questo contesto - sottolinea - anche i bianchi cresceranno bene a valore, mentre per i rossi soprattutto di maggior corpo, a eccezione dei super premium, continuerร il trend di complessiva contrazione dei volumi, con contenuta crescita a valoreยป. Lโoutlook positivo rimarrร trainato da ยซmix di premiumizzazione piuttosto che da crescite a volume (previste nel complesso stabili). E da questo punto di vista - conclude - il prossimo futuro non sarร diverso dal decennio pre Covidยป.
I consigli alle imprese vitivinicole
L'imperativo, in un tale contesto, รจ accelerare il salto di qualitร delle aziende del vino. Ricordandosi che piccolo non รจ sempre bello, che le aggregazioni sono auspicabili e necessarie per competere all'estero, che occorre continuare a offrire prodotti di qualitร che cavalchino la premiumizzazione, che occorre usare tutte le leve del marketing (ยซIl packaging oggi spesso รจ poco distintivo e riconoscibileยป, sottolinea Iardella), sviluppare le attivitร a punto vendita cosรฌ come una comunicazione piรน esperienziale. Il vino, per l'esperto di Bain & Company, deve guardare anche alle altre imprese del beverage, associando il vino a occasioni di consumo piรน in linea con le nuove generazioni. Il rosรฉ e tutto il mondo dei frizzanti sono categorie molto dinamiche, assieme al forte trend dei vini low/no alcool.