"La scelta di Vinitaly per lโExpo 2015 รจ una scelta di competenza, esperienza e professionalitร perchรฉ รจ la manifestazione che ha scandito e accompagnato l'evoluzione del sistema vitivinicolo nazionale e internazionale, contribuendo negli anni a rendere il vino una delle piรน coinvolgenti e dinamiche realtร del settore primario". Lโannuncio del ministro alle politiche agricole Maurizio Martina nella giornata di apertura della fiera, ha di fatto aperto una nuova fase del discorso, vino-expo che ormai si trascinava da anni nellโincertezza delle prospettive e degli obiettivi. A questo fine ha inoltre comunicato la prossima costituzione di un Comitato Scientifico che avrร il compito di elaborare la sia la definizione del progetto sia le linee strategiche. Presieduto da Riccardo Cotarella (Presidente Assoenologi) che avrร al suo fianco Diana Bracco, Commissario generale di sezione per il Padiglione Italia, vedrร la partecipazione anche di Piero Antinori, Presidente di Grandi Marchi; Giovanni Mantovani, Direttore Generale di VeronaFiere; Ruenza Santandrea, Presidente Gruppo Cevico; Lamberto Vallarino Gancia, Presidente Federvini; Domenico Zonin, Presidente Unione italiana vini e Raffaele Borriello, Vicecapo di Gabinetto del Ministero delegato a Expo 2015, in qualitร di coordinatore. Il Padiglione del Vino a Expo 2015 si svilupperร su una superficie di circa 2.000 mq e sorgerร nelle aree di pertinenza del Padiglione Italia, esattamente all'incrocio tra il cardo nord est e il decumano, pertanto nella piazza centrale dell'intera area Expo, dove dovrebbe godere della massima visibilitร . Durante il Vinitaly abbiamo chiesto a Riccardo Cotarella, neopresidente del Comitato Scientifico, quali sono le idee che porterร all'attenzione di suoi colleghi.
Con la scelta di Vinitaly per l'organizzazione e la creazione del comitato, si apre una nuova fase dellโannoso discorso sulla partecipazione del vino italiano allโExpo 2015โฆ
Non so cosa fosse previsto dal precedente Ministro, Martina ha il pragmatismo e gli attributi per portare avanti il progetto con lโenergia necessaria, non lo spaventano le critiche e va avanti per la sua strada. Ha capito che con le chiacchiere, perdiamo solo tempo.
E si riparte anche dai duemila metri quadri che forse non sono poi cosรฌ tanti rispetto al ruolo del vino nellโambito del nostro agroalimentareโฆ
Non ne farei tanto una questioni di spazi quanto di cosa ci mettiamo dentro. Sta a noi del Comitato dare i contenuti. In questo senso si volta completamente pagina e finalmente si comincia.
Il vino fa parte della nostra storia e del nostro modo di vivere e di consumare: รจ una materia prima che in passato รจ stato molto povera. Noi la abbiamo interpretata in modo molto originale e siamo tra i produttori piรน importanti del mondo. Forse in questo senso possiamo dare un contributo agli altri?
Direi che possiamo dire molto. Il vino oggi รจ piacere, quando era alimento noi consumavamo 110 litri pro capite a fronte dei 40 attuali. Un dato che non รจ affatto da buttare via visto che รจ tra i piรน alti al mondo. Inoltre cโรจ la ricerca della qualitร ed รจ proprio quello che voglio mettere in mostra. LโExpo da questo punto di vista deve servire a raccontare cosa siamo, cosa facciamo cosa e come produciamo. E inoltre dove sarร il nostro futuro. Tutto il resto troverร spazio ma in modo contenuto.
Ci sono circa 12 mesi e bisognerร guadagnare il tempo perduto.
Nei fatti inizieremo a incontrarci prima di Pasqua e creeremo un programma intensissimo. Dove le presentazioni piรน che con le parole saranno fatte con le degustazioni. Anzi saranno proprio il centro di questa manifestazione e saranno effettuate da esperti sia italiani sia esteri tra cui quei 3-4 guru a livello mondiale oltre ai wine critics italiani. Abbiamo pochi mesi per mettere a punto il meccanismo con filmati, power point e tutto quanto occorrerร per presentare la nostra Italia vitivinicola.
Insomma il vino sarร valorizzato per quello che davvero rappresenta il Paese?
Io credo che non ci sia altro prodotto della nostra agricoltura che abbia un ruolo cosรฌ importante. Negli ultimi trent'anni aree anche marginali del nostro Paese sono state riscoperte e valorizzate proprio grazie al vino. Anzi speriamo che sei mesi bastino per farle conoscere tutte.
Quali saranno i compiti del Comitato?
Il nostro compito รจ di gestire lo spazio e i contenuti e dobbiamo essere supportati dai professionisti per portare avanti il nostro programma. Le Regioni saranno attivate per presentare i loro vini cosรฌ come i consorzi di tutela e le varie associazioni. Io vorrei movimentare il vino italiano con il defibrillatore, cioรจ vorrei dare una scossa vivificante: l'Expo non deve essere una mostra, ma un'occasione per il vino italiano di presentarsi con il suo volto migliore.
Secondo te quale dovrร essere il messaggio che il vino italiano dovrร mandare? L'Expo รจ anche il luogo dove si ipotizza il futuro ...
Il messaggio lo riusciremo a dare solo se riusciremo a fare sistema. Per questo non ci saranno presentazioni di aziende, ma solo di territori, e per questo proporrรฒ di non fare degustazioni con le etichette, ma solo alla cieca. Insomma un territorio con i vini che lo rappresentano. Non ci interessa dire se sia migliore il vino di Aldo Bianchi o di Mario Rossi, ma far conoscere il nostro sistema vino attraverso la vocazionalitร delle nostre aree viticole. Questo รจ anche il modo per presentare oltre alle zone piรน conosciute dal Chianti alla Valpolicella dal Barolo al Brunello, anche quelle piรน marginali, dal Molise alle aree interne delle Sicilia, della Calabria, della Lucania che non sono meno meritevoli di attenzioni rispetto alle piรน famose: la qualitร italiana si produce anche lรฌ. Insisto ancora sull'aspetto di fare sistema con i territori perchรฉ da questa esperienza deve nascere un'Italia piรน conscia delle sue capacitร di fare squadra. Questo รจ anche il nostro investimento per il futuro.
ร anche per questo ragionamento sui territori che hai voluto la partecipazione della cooperazione?
Il vino della cooperazione รจ un elemento importantissimo del nostro sistema. Stiamo parlando di centinaia di migliaia di famiglie che per vari motivi non si sono potute impegnare nella costruzione di un'attivitร imprenditoriale propria. Ma non รจ solo la rilevanza economica del fenomeno. Oggi le cantine sociali sono diventare dei laboratori di ricerca che quasi nessuna azienda privata si puรฒ permettere. Primo perchรฉ possono lavorare su grandi quantitร e poi anche perchรฉ รจ entrato in ballo l'orgoglio di fare lo stesso e meglio quello che fanno gli altri. Questa la ragione per cui ho voluto la presenza di una donna dinamica come Ruenza Santandrea della Cevico in rappresentanza della cooperazione oltre a Grandi Vini e Grandi Marchi che hanno fatto la storia recente del vino italiano. Tutti quante le altre associazioni saranno coinvolte ma ora bisogna iniziare a lavorare.
a cura di Andrea Gabbrielli
Questo articolo รจ uscito sul nostro settimanale Tre Bicchieri del 10 aprile.รรย Abbonati anche tu se sei interessato ai temi legali, istituzionali, economici attorno al vino. E' gratis, basta cliccare qui.