La Russia fa scorte di vino italiano e tiene a galla l'export del primo trimestre

11 Giu 2024, 19:09 | a cura di
A marzo battuta d'arresto per le vendite vitivinicole all'estero: giù i principali mercati di riferimento con i prezzi che non decollano nonostante la vendemmia ai minimi. Exploit della Federazione russa in attesa dell'effetto accise

Marzo complicato per il vino italiano all’estero. Se il primo trimestre si chiude con la luce verde (+3,1% nei volumi e +3,9% nei valori, almeno secondo gli ultimi dati Istat), il terzo mese dell’anno, secondo le rielaborazioni dell'Osservatorio del vino Uiv, registra un’inversione di tendenza con un gap del 4% per effetto soprattutto di cali in doppia cifra di Germania, Regno Unito, Svizzera e Francia. E se tutte le tipologie segnano saldi valoriali positivi – con gli spumanti a +7,3% da gennaio, i fermi imbottigliati a +2.7% e i frizzanti a +12,2% - i prezzi medi (a eccezione di sfusi e mosti) perdono comunque smalto, segno che il mercato non è disposto a pagare di più per compensare un’ultima annata decisamente leggera sul piano produttivo.

Scorte di vino italiano in Russia

L’incremento dei volumi esportati - secondo l’analisi Uiv – è da attribuire interamente all’exploit degli ordini della Federazione Russa, senza il quale la crescita sarebbe piatta. Anche nei valori la Russia, nel trimestre, ha fatto registrare un +142,6%, portandosi al sesto posto e superando Francia e Giappone. Il motivo è presto spiegato: le accise russe in vigore dallo scorso maggio sugli alcolici (vodka esclusa), che hanno spinto verso una corsa anticipata alle scorte. Se, quindi, il trimestre può contare su questo salvagente, per i mesi successivi bisognerà fare i conti con una situazione totalmente diversa, considerato anche che le accise andranno ad incrociarsi con dei nuovi dazi , che da agosto dovrebbero aumentare dal 12,4% al 20% sull’import di vino da Paesi percepiti ostili, tra cui Stati Uniti e Paesi europei.

Italia meglio della Francia

Tra le note positive del trimestre, in questo ping-pong di luci e ombre, c’è senz’altro il ritorno al segno positivo per i rossi Dop imbottigliati (+2,8% valore, a 459 milioni di euro), l’incremento in doppia cifra dei bianchi Igp (+12,7%), la corsa di Prosecco (+7,8%) e Asti Docg (+7,5%) tra gli spumanti e un quadro migliore rispetto ai competitor francesi, che si fermano a -0,2%.
«Il contesto congiunturale impone ancora la massima attenzione – è il commento del presidente di Unione italiana vini Lamberto Frescobaldi – Riteniamo che in questa fase molto fluida sia di particolare importanza per le imprese continuare a monitorare i mercati ma anche vigilare sui listini, perché l’obiettivo di lungo periodo resta quello di migliorare il posizionamento del vino made in Italy. Contestualmente, Uiv è convinta che anche in fasi complicate come questa sia necessario non abbandonare la strada degli investimenti strategici in promozione, innovazione e ristrutturazione dei vigneti».

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