ยซServono maglie piรน strette per la produzione dei bianchi dellโEtnaยป. A lanciare lโappello รจ Salvino Benanti, uno dei piรน noti produttori della Doc (suo padre, Giuseppe Benanti scomparso lo scorso anno, รจ stato tra i precursori del โfenomeno Etnaโ).ย Ma non l'unica proposta del produttore etneo che, parlando con il settimanale Tre Bicchieri, lancia l'idea di una grande cooperativa dell'Etna. Iniziamo proprio da qua.
L'idea della cooperativa per i vini dell'Etna
Il successo dell'Etna ha dato una notevole spinta alla produzione locale, con tante piccole aziende nate - o rispese in mano dalle nuove generazioni - ai piedi della Montagna. Troppi, secondo il produttore, la cui azienda ha una produzione annua di 170mila bottiglie e dal 2022 conta anche una partecipazione del 40% di Renzo Rosso con la sua Red Circle Investments.
ยซOggi ci sono troppi piccoli produttori che non riescono a fare massa critica โ sottolinea Benanti - LโEtna ha trovato un successo precoce grazie al lavoro e agli sforzi di 15 cantine. Adesso, perรฒ, bisognerebbe dividere i risultati con oltre 200 aziende. Cโรจ poi da considerare che, se non hai le tasche profonde, corri gravi rischi soprattutto in annate difficili, come ad esempio รจ successo lo scorso anno. Sembrerร brutale, ma il consumatore cerca lโeccellenza: o la fai o te ne vaiยป. Non le manda a dire il produttore siciliano, che perรฒ propone una soluzione: ยซQuello che manca sullโEtna รจ una grande cooperativa, dove i piccoli potrebbero conferire le uve. In questo modo non sarebbero abbandonati a loro stessi e potrebbero non restare in balรฌa delle annate complicate. I principi economici spingono verso lโaggregazioneยป. Sarร davvero questa la soluzione? A giudicare dalle tante difficoltร che in tutta Italia sta attraversando il modello cooperativo, forse non รจ proprio il momento migliore per scommetterci โฆ Ma mai dire mai.
Disciplinare dell'Etna bianco troppo permissivo
L'altra grande questioneย rilanciata con vigore da Benanti riguarda il disciplinare. Se il produttore non รจ contrario ad un eventuale spostamento oltre quota mille (tema rilanciato da alcuni produttori nelle settimane scorse, ma subito chiuso dal Consorzio), ha invece lanciato un appello per delimitare la produzione dei vini bianchi,ย alla luce delle tante richieste di mercato. L'Etna bianco, infatti, oggi sta praticamente raggiungendo la produzione di rossi: 2 milioni e 400 mila bottiglie a fronte di 2 milioni e 700mila. Solo sei anni fa lโEtna Rosso valeva il doppio del bianco.
ยซLa produzione bianchista sullโEtna sta crescendo molto, รจ vero โ ammette Benanti al Gambero Rosso โ soprattutto perchรฉ il Carricante, a mio avviso, รจ un vero fine wine, ma cโรจ da dire che non tutte le zone sono vocate allo stesso modo. Per esempio, viene bene nella zona Sud e in quella di Milo. A Nord, invece, non si esprime al massimo, tantโรจ che alcuni produttori lo vinificano diversamente, ripiegando sul tipo ossidativo con lunghe macerazioni. Ma la veritร รจ che bisognerebbe mettere dei paletti: il disciplinare su questa tipologia รจ troppo largo. Praticamente anche la versione superiore, puoi lasciarla invecchiare da sei a trenta mesi, senza indicazioni, cosรฌ come puoi decidere di fare ossidazione. In questo modo lโEtna bianco non ha una vera identitร e questo finisce per confondere il mercatoยป.
Il disciplinare, di fatto, dร solo delle indicazioni sui vitigni da utilizzare: 60% di carricante e fino al 40% di cataratto per la versione bianca, 80% di carricante per la versione superiore. Il resto รจ lasciato allโinterpretazione del singolo produttore. Probabilmente un retaggio di quando il bianco era solo una nicchia. Oggi, perรฒ, le cose stanno cambiando e la versione bianca potrebbe diventare un vero asset da tenere d'occhio per il futuro della denominazione.