Isola nell'isola, forte di caratteristiche uniche e di un grandissimo fascino, nonostante rappresenti solo lโ1% della produzione vinicola regionale, l'area dell'Etna รจ diventata, nel corso del tempo, un punto di riferimento nel panorama enologico nazionale e internazionale, al punto da conquistare ben 14 dei 24 ย Tre Bicchieri della Sicilia nella guida Vini d'Italia 2023, L'Etna, insomma, fa storia a sรฉ, con eventi e manifestazioni dedicati, come nel caso di Etna Days, organizzato a settembre dal Consorzio di Tutela Etna DOC, con lโobiettivo di far conoscere alla stampa il territorio e i vini della denominazione, ma anche la storia e le caratteristiche di questi luoghi.
Etna, una storia millenaria
La viticoltura dimora in queste terre da millenni. La parte orientale della Sicilia รจ stata colonizzata dai Greci a partire dallโVIII secolo a.C, che introdussero la cultura dellโallevamento della vite, molto probabilmente giร domesticata dalle popolazioni locali. La testimonianza dellโesistenza di arcaici processi di vinificazione รจ confermata dalla presenza nelle campagne di antichissimi palmenti in pietra. Le enormi rocce di arenaria venivano lavorate scavando unโampia vasca per la pressatura delle uve, collegata con un foro a una seconda vasca piรน bassa e profonda, dove veniva raccolto e fatto fermentare il mosto. Lavorazioni semplici, che ancora oggi rappresentano la memoria storica dellโenologia del passato. Dagli antichi Greci ai Romani, fino ai tempi moderni, la tradizione della viticoltura ha sempre rappresentato unโimportante risorsa per lโeconomia locale. Verso la metร dellโOttocento, il vigneto dellโEtna copriva 26.000 ettari e ,alla fine del secolo, la provincia di Catania era la piรน vitata dโItalia, con i suoi 90.000 ettari. Dal porto di Riposto, il vino dellโEtna veniva esportato in grandi quantitร verso le regioni del nord e la Francia, in particolare dopo la devastazione dei vigneti del centro Europa a opera della fillossera, che arrivo piรน tardi in Sicilia. Nonostante i suoli sabbiosi di natura vulcanica rendessero la vita difficile alla fillossera, parte del vasto vigneto etneo venne colpito dal terribile insetto. Allโinizio del โ900, la superficie vitata si era ridotta a 40.000 ettari.
Il volto antico della viticoltura
Il declino della viticoltura etnea, faticosa e non meccanizzabile, continuรฒ inesorabilmente fino al secondo dopoguerra. Attualmente gli ettari vitati sono 1.200, quasi raddoppiati rispetto a dieci anni fa. Ma la coltivazione della vite ha conservato sullโEtna un volto antico: le ripide pendenze, i terrazzamenti sostenuti muretti in pietra di basalto, la presenza di molte vecchie vigne ad alberello, disegnano un paesaggio affascinante. Tra le maestose viti pre-phylloxera si puรฒ viaggiare nel tempo e scoprire una dimensione antica della viticoltura, lontana dei territori che hanno adottato una monocultura estensiva. Ancora oggi la vigna coabita con ampie zone boschive, con olivi, fichi dโindia, alberi da frutto, che creano un ambiente ricco di naturale biodiversitร . I suoli composti da sabbie, ceneri, lapilli e rocce vulcaniche e il clima fresco, offrono le condizioni ideali per la maturazione dei vitigni autoctoni nerello mascalese, nerello cappuccio, carricante e catarratto.
Etna: un terroir complesso
Etna Day รจ stata lโoccasione per degustare i vini della denominazione, ma soprattutto per visitare il territorio e le sue cantine. La denominazione si estende alle pendici dellโEtna, il piรน grande vulcano attivo dโEuropa, con i suoi 3.300 metri dโaltitudine e i 45 chilometri di diametro del suo imponente cono. La diversa composizione geologica dei terreni (che variano a seconda delle colate laviche), le altitudini (comprese tra 400 e gli oltre 1.000 metr)i, le differenti esposizioni contribuiscono a creare un microcosmo complesso e dalle mille sfaccettature. Una terra giovane, mutevole e cangiante, figlia di un susseguirsi di eruzioni, che ogni volta ne cambiano il volto. Sfuggente, instabile e difficile da interpretare, lโEtna si sottrae alle facili semplificazioni e alle categorie generali. ร il regno del particolare, della frammentazione, dellโunicitร irriproducibile.
L'Etna del vino in 4 versanti e 133 Contrade
La generica suddivisione della denominazione in 4 versanti, in base ai diversi microclimi derivanti dalle differenti esposizioni, puรฒ aiutare a fornire un quadro di riferimento per un primo orientamento, ma nulla piรน. Il territorio รจ poi suddiviso in ben 133 Contrade, entitร catastali che corrispondono al concetto francese di lieu-dit. Allโinterno di ogni Contrada, alcune delle quali molto estese, la differenza di altitudine e di composizione dei suoli, dovuta alle diverse sciare, creano un mosaico in cui ogni vigna rappresenta una piccola tessera con le proprie peculiaritร . Se a questa molteplicitร di micro-terroir, si somma lโestrema frammentazione della proprietร fondiaria, che si traduce in tante piccole tenute, si comprende come definizioni generali siano completamente fuorvianti e inadatte a descrivere lโEtna. Ogni singola parcella rappresenta un unicum, differente da quelle adiacenti.
I vini dell'Etna, frammenti di un puzzle
I produttori conoscono bene questa articolata complessitร e non รจ un caso che stia aumentando il numero di bottiglie che indicano in etichetta la Contrada di provenienza delle uve o addirittura la particella catastale di riferimento. Un approccio che consente di valorizzare le vigne di maggior pregio con vinificazioni separate e che permette agli appassionati di conoscere e apprezzare nel dettaglio le minime sfumature. Se il vulcano รจ lโelemento simbolico e unificante della denominazione, i suoi vini sono espressione di unโinfinita varietร ancora da scoprire e valorizzare. LโEtna รจ un terroir difficile da comprendere in profonditร , richiede un lavoro analitico, minuzioso e paziente. ร unโarea a cui avvicinarsi con umiltร , sapendo che ogni vigna, ogni bottiglia, ci consegna un frammento di un enorme puzzle. Per riuscire a comporre una visione chiara complessiva serve tempo e un attento spirito dโosservazione. Le giornate di Etna Days hanno messo il risalto il carattere di un territorio che si puรฒ cercare di comprendere solo se si comincia a camminare in silenzio tra le vigne delle diverse Contrade, a mettere le mani nella terra, a prestare attenzione alla luminositร dei cieli, al calore del sole, allโintensitร del vento, al freddo delle notti, alle parole di chi coltiva la vigna da generazioni. Un lungo viaggio, tanto indispensabile quanto affascinante, per avvicinarsi ai vini del vulcano.
a cura di Alessio Turazza