“Dovremmo essere capaci di organizzare un evento diverso, a Milano, a cadenza biennale. Un evento che possa diventare un mix tra stile di vita e cultura del consumo, e non la solita masterclass o tutto quel che già Vinitaly riesce a fare molto bene”. Così AngeloGaja, qualche mese fa, lanciava la sua idea di promozione del settore vitivinicolo. E il suo appello non sembra essere caduto nel vuoto. Quest'anno sarà, infatti, Milano ad aprire le danze dei grandi eventi del vino, per un'iniziativa dell'imprenditore Federico Gordini, già fondatore di Milano Food Week, Bottiglie Aperte e Vivite.
La new entry si chiama Milano Wine Week (7-14 ottobre) e si propone di diventare un punto di riferimento annuale e internazionale nel già ricco palinsesto meneghino, ispirandosi alle grandi settimane milanesi della moda e del food. Come tutte le prime edizioni, la formula è in via di sperimentazione e proverà da una parte ad attrarre un pubblico di consumatori e dall'altra a calamitare l'attenzione del mondo del business, cui è dedicato in modo particolare l'appuntamento Milano Wine Business Forum. Se sarà l'evento che, non solo Gaja, ma tutta l'Italia vitivinicola, stava aspettando, ci sarà tempo per valutarlo, ma intanto ne abbiamo parlato con il fondatore FedericoGordini.
Poco più di un mese al debutto e dopo le parole di Gaja una grande responsabilità: essere quella novità che porti un po' di freschezza nella promozione del vino italiano.
Noi siamo pronti. In realtà quando Gaja lanciò l'idea, non sapeva della nascita di Milano Wine Week, che fu annunciata solo qualche giorno dopo. Ci auguriamo, però, di poter essere la riposta a quell'appello: un modello partecipativo, ma di alto profilo che guarda anche all'estero. Abbiamo bisogno di eventi sempre più internazionali. E speriamo che lo stesso Gaja accolga il nostro invito a farne parte: è da persone come lui che ci viene l'energia giusta per fare meglio. Sulla cadenza, però, rimaniamo convinti che quella annuale sia sempre preferibile: bisogna cercare di dare continuità.
Facciamo un passo indietro. Come nasce l'idea di una grande evento sul vino a Milano?
L'idea è, diciamo, atavica. Il problema è sempre stato trovare la formula giusta. Qualche anno si provò con la modalità fieristica (Miwine; ndr), ma non diede i risvolti sperati. Per questa tipologia di evento l'Italia ha già la sua capitale che funziona benissimo ed è Verona.
Nessuna rivalità, quindi, con Vinitaly?
Assolutamente no. Milano Wine Week è tutto il contrario di una fiera.
Qual è, allora, la definizione corretta?
La definirei, per dirlo alla milanese, un grande fuori salone. Quindi un evento nuovo, ma con una formula già sperimentata. L'idea è mettere insieme tre tipologie di esperienze: Milano Food Week, la manifestazione diffusa che organizzo in città da nove anni; Bottiglie Aperte, arrivata al suo settimo anno; l'esperienza Fipe (Federazione italiana pubblici esercizi: ndr)di cui faccio parte. Da questi tre fattori, nasce l'idea di mettere in rete diverse componenti: ristorazione, somministrazione e retail qualificato. L'obiettivo è poter dare al mondo del vino, ciò che Milano è riuscita in questi anni a dare al design e alla moda. È un evento costruito proprio per questa città: né troppo grande né troppo piccola, ben servita dai mezzi e già pronta ed organizzata per questo genere di appuntamento.
Andiamo alla parte logistica. Ottobre (dal 7 al 14), è un periodo inedito per un evento sul vino: nessun accavallamento, quindi, con altre iniziative, ma è anche il periodo in cui molte cantine sono ancora alle prese con la fine della vendemmia.
Rientra nella logica della sperimentazione. Diciamo che è il periodo più importante per le vendite, sopratuttoin vista del Natale. Le cantine avranno, quindi, la possibilità di incontrare clienti, operatori, partner nei diversi momenti della manifestazione.
Otto giorni non saranno troppi?
Troppi?! Sono pochissimi. Per il pubblico sarebbe ottimale addirittura un periodo di due settimane. Guardiamo a formule già collaudate in città, come il Salone del Mobile o la Settimana della Moda.
In che modo le cantine saranno coinvolte nell'evento?
Ognuna può scegliere in base al proprio obiettivo e al proprio budget. Ci saranno, infatti, tanti momenti diversificati all'interno di un'unica grande proposta. C'è chi vuole solo partecipare a Bottiglie Aperte e chi, invece, vuole aderire anche agli eventi istituzionali o coinvolgere i propri clienti per eventi a tema. Il nostro compito è razionalizzare il tutto, inserendo le diverse iniziative in un unica settimana, in modo che il produttore possa economizzare la sua partecipazione a tutti gli eventi in città.
Le adesioni sono ancora in corso, ma fin qui qual è stata la risposta delle cantine e come sono state scelte?
Da ciò che stiamo riscontrando, all'aumentare della dimensione aziendale, aumentano anche le attività che si sceglie di realizzare. Leadesioni stanno andando bene e tra i partecipanti possiamo già citare, in qualità di "founding supporters”, Ferrari, Zonin,Gruppo Santa Margherita, Berlucchi, Pasqua e Feudi di San Gregorio. Nella nostra selezione abbiamo deciso di non mettere un tetto massimo di partecipanti perché vogliamo che Milano sia una città aperta, ma vogliamo riuscire a seguire tutte le attività proposte. Insomma, non sarà di certo una “sagra degli alpini”: la qualità è e resterà alta, grazie anche al lavoro del nostro Comitato Scientifico (Luciano Ferraro; Andrea Grignaffini; Daniele Cernilli; Pier Bergonzi; Luca Gardini; Gigi Brozzoni; Antonio Paolini).
Non ci resta che svelare il programma, quindi ...
Premetto che quello di quest'anno è un grande cantiere, che punta alla realizzazione di un edificio bello, importante e duraturo. Sarà, insomma, una grande puntata zero che coinvolgerà diversi luoghi della città (gallerie d'arte, showroom, poli commerciali), con oltre 100 eventi. Si partirà con il brindisi da guiness dei primati, del 6 ottobre, dove chiederemo una presenza massiccia per poter entrare nella storia. Punto d'incontro ancora top secret. A seguire, domenica 7 e lunedì 8, sarà la volta di Bottiglie Aperte, evento già collaudato dedicato all'Horeca, con 200 aziende che hanno già risposto all'appello. L'8 ottobre ci sarà anche la conferenza di apertura, a Palazzo Mezzanotte, sede di Borsa Italiana, alla presenza del ministro Centinaio. Martedì 9 toccherà al Wine Business Forum che si svolgerà a Palazzo Bovara, cuore di tutta la manifestazione: 100 personaggi del mondo del vino, della finanza e della comunicazione, a confronto, con il compito di scrivere un documento da consegnare al ministro Centinaio. Saranno 5 i tavoli dedicati a 5 temi diversi: innovazione; finanza e credito; internazionalizzazione; comunicazione; evoluzione dei sistemi di vendita.
Ma non è finita. Nel frattempo, infatti, tutta la città sarà coinvolta nella manifestazione grazie ai cosiddetti circuiti - cene a tema o degustazioni - che le stesse aziende vitivinicole attiveranno presso i loro clienti (enoteche o ristoranti). Senza dimenticare i Wine districts.
Di cosa si tratta e quanti saranno?
Per questa prima edizione, parliamo di 5 distretti per 5 consorzi del vino. Ognuno di essi sarà tematizzato in base all'abbinamento con il consorzio di riferimento. Si va da zona centralissime a zone emergenti ma comunque blasonate: Navigli, Tortona, Arco della Pace, Brera, Isola.
Tanto materiale insomma. Non sarò difficile gestire e comunicare il tutto?
L'obiettivo è proprio attivare tutta la città, mettendo tutto a circuito. Al di là degli appuntamenti istituzionali, ognuno di questi eventi verrà comunicato attraverso la nostra guida della manifestazione: 100 mila copie (in inglese e italiano) distribuite in città che daranno la possibilità al pubblico di avere una mappa e un calendario a portata di mano. In più ci sarà un sito mobile friendly, mentre stiamo progettando un'app ad hoc per il 2019.
Quale sarà il target dell'evento?
Ci sarà un pubblico di consumatori, ma anche di operatori del settore (soprattutto all'interno del format Bottiglie Aperte), senza dimenticare tutto il mondo del management che si radunerà, in modo specifico, all'interno del Wine Business Forum,
Infine, contiamo anche su una cospicua presenza turistica. È chiaro che quest'anno lavoreremo su un incoming già esistente, ma ci diamo 4-5 anni di tempo per far diventare questo evento un punto di riferimento sempre più attrattivo anche per un pubblico straniero. Il nostro obiettivo è, infatti, diventare una manifestazione sul vino, ma non solo sul vino italiano. Dopotutto Milano è un crocevia importante di culture diverse, che meritava anche il suo appuntamento vitivinicolo.
Gli appuntamenti
Oltre alle diverse degustazioni e presentazioni, MWW riunisce due manifestazioni:
Bottiglie Aperte (7-8 ottobre)
Milano Wine Business Forum (9 ottobre)
Per il calendario completo day by day www.milanowineweek.com
a cura di Loredana Sottile
Questo articolo è uscito sul nostro settimanale Tre Bicchieri del 30 agosto
Abbonati anche tu se sei interessato ai temi legali, istituzionali, economici attorno al vino. È gratis, basta cliccare qui