È morto Giuseppe Bisci, il padre del Verdicchio di Matelica

4 Ott 2023, 12:30 | a cura di
Se n’è andato a 87 anni Giuseppe Bisci, acuto interprete della vitivinicoltura marchigiana. Uno dei grandi nomi del verdicchio di Matelica

Nel 1972 pochi pensavano alla terra. Anzi, ne fuggivano. Chi aveva avuto in dote qualche filare in quella valle che corre parallela al mare Adriatico ed è protetta da una corona di cime appenniniche lo faceva rubando il tempo alla famiglia, terminato il lavoro in fabbrica o nei fine settimana. Sì, perché il boom economico a Matelica portò l’industria: le bombole del gas e gli elettrodomestici dei Merloni, la vicina cartiera di Fabriano. Anche i fratelli Giuseppe e Pierino Bisci erano mobilieri e non agricoltori. Però decisero di investire nel settore comprando terreni, tirando su vigneti e costruendo la cantina lì, ai piedi del Monte San Vicino, al confine con il comune di Cerreto d’Esi laddove la provincia di Macerata diviene quella di Ancona.

Vigneto Fogliano

Vigneto Fogliano

Il 1978: l'impianto del verdicchio e il Vigneto Fogliano

Nel 1978 si impiantò il verdicchio, nel 1982 la prima raccolta quando lo “scandalo del metanolo” era ancora di là da venire. La tempesta convinse la proprietà a far sempre meglio, qualità in cambio di quantità. Nel tempo si è cominciato a ragionare in termini di cru dando sempre maggior spazio a quella porzione di terreno, il Vigneto Fogliano, dove le uve davano i mosti migliori. Non si è mai rinunciato all’uso del cemento per vinificare, nonostante si stavano vivendo i tempi rombanti dell’acciaio e dei piccoli legni. Sul finire del secolo si affacciarono pure le uve rosse, le precoci sangiovese e merlot ché in quella zona faceva freddo - e lo fa ancora nonostante il cambiamento climatico - per assecondare il vento della moda che tirava tutto dalla parte del rosso.

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La bottiglia della quarantesima vendemmia

Il nuovo millennio e la svolta

Agli inizi del secolo arrivò un po’ di stanchezza, d’appannamento. Qualche scelta sbagliata, la volontà dei due fratelli di separarsi. Furono anni travagliati ma decisivi. Giuseppe rilevò l’azienda dando spazio ai figli Mauro e Tito. Insieme decisero di affidare l’intero comparto tecnico ad Aroldo Bellelli, un giovane enologo che aveva mosso i primi passi proprio come agronomo aziendale. È la svolta: lo stile si fa saldo, temprato del clima peculiare dell’Alta Vallesina che dà vita a vini dal timbro montano, di nerbo e sapore, cristallini nei profumi.

Il Vigneto Fogliano 2008 guadagna per la prima volta i Tre Bicchieri e da lì in poi la bacheca si è man mano riempita di riconoscimenti di ogni tipo. L’etichetta verde del Verdicchio di Matelica 2022 celebra le 40 vendemmie ed è dedicata proprio al fondatore Giuseppe, detto Pino dagli amici. Uomo acuto e lungimirante, di quella tempra imprenditoriale infaticabile che sa percepire prima l’andazzo. E sa correggersi laddove serva. Una figura che finisce spesso negli aneddoti raccontati da suo figlio Mauro. Se n’è andato a 87 anni in una calda giornata di ottobre, una di quelle giornate clementi nel clima che avrebbe agevolato la vendemmia e dato un significato speciale alla sua passione. Matelica perde un pezzo importante della sua storia moderna. A noi appassionati resta la bontà delle sue intuizioni.

Bisci - Matelica (MC) - via Fogliano, 120 - www.bisci.it

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