Il viaggio in Oriente fa le ultime tappe a Shanghai e Hong Kong, per completare il poker di assi delle grandi capitali asiatiche. Approdiamo al crocevia dei mercati finanziari ancora con ampi margini di miglioramento. Qui le cose cambiano velocemente e il nostro vino ancora deve essere conosciuto a fondo, soprattutto nelle sue possibilità di abbinamento con la cucina orientale. Noi ci crediamo e vediamo che le risposte ci sono. Ecco la cronaca del nostro roadshow.
Shanghai
Altra tappa, altro bagno di folla, il 2 novembre a Shanghai. Il Gambero Rosso è tornato per la quinta volta nella Parigi d’Oriente per presentare la nuova edizione di Vini d’Italia in cinese, edita in collaborazione con China Custom Press, importante editore statale che distribuisce in tutta la Cina. A seguire la consueta degustazione dei Tre Bicchieri. La cornice dell’evento lo storico Fairmont Peace Hotel sul centralissimo Bund, affacciato sul fiume Huangpo, dalla sua fondazione (risale agli anni Venti, e all’inizio si chiamava Cathay Hotel), crocevia di eventi internazionali. Nello splendido salone art Déco, un flusso ininterrotto di operatori, appassionati e stampa specializzata per tutta la giornata, ha gremito i banchi d’assaggio dei 65 produttori che hanno partecipato al Grand Tasting.
La trasformazione del mercato cinese
Nel discorso d’apertura il Console Generale d’Italia, Stefano Beltrame, ha portato il saluto del nuovo ambasciatore italiano in Cina, Ettore Francesco Sequi, da poco insediato. “Con quasi un milione di ettolitri siamo il quinto paese per importanza nell’import vinicolo cinese”ci dice Elisabetta Merlino, deputy trade commissioner di ITA, l’italian trade agency “tradizionalmente qui i francesi sono molto forti, ma non solo loro. Noi dobbiamo vedercela soprattutto con Australia, Cile e Spagna che ci precedono in classifica. La forte svalutazione della moneta cinese non ha favorito il nostro export, ma sostanzialmente nel primo semestre, seppur con qualche aggiustamento di prezzi, abbiamo tenuto la nostra quota e ora le prospettive sono buone...”. È dello stesso avviso Luigi Y. H. Hu, presidente della Belpaese Wines, con sede ad Hangzou e uffici a Marghera: “Il vino italiano ha grande potenziale su questo mercato, è la nostra scommessa. La straordinaria ricchezza di vitigni, di tipologie e di stili è un potenziale ancora da esplorare per il consumatore cinese, che sta crescendo molto culturalmente. La ristorazione italiana nel Paese è in crescita, ma ci sono grandi potenzialità anche nell’inserimento dei vini italiani nella ristorazione cinese, che è un panorama vastissimo e complesso. E le cose stanno evolvendo: se prima si bevevano soprattutto tè, birra o distillati a pasto, ora sono sempre più frequenti le carte dei vini, con bianchi rossi e spumanti italiani”. Gli fa eco Caterina Ying Hong di MY, Italian Lifestyle: “È in atto una trasformazione: i consumi di vino sono in crescita costante, quelli dei superalcolici in calo. E il vino italiano ha il fascino dello status-symbol, come la moda e il design”.
Hong Kong
Ultima tappa del Tour il Grand Gala del Vino Italiano con i Tre Bicchieri, il 4 novembre a Hong Kong. Per il settimo anno Gambero Rosso presenta Vini d’Italia in uno dei centri nevralgici del commercio mondiale, e la nostra degustazione è ormai l’anteprima alla Hong Kong International Wine Fair, la più importante manifestazione fieristica sul vino di tutto il Sudest Asiatico, che ha aperto i battenti il 5 novembre. Nella prestigiosa cornice dell’Harbour Grand Hotel, che ha il più grande salone eventi della città, a pochi passi da Victoria Harbour, c’è stato un massiccio e costante afflusso di visitatori che hanno avuto la possibilità di incontrare gli oltre settanta produttori presenti e degustare i loro vini più prestigiosi.
Il crocevia dell'Estremo Oriente ancora da conquistare
“Hong Kong è il crocevia dell’Estremo Oriente” ha detto Antonello De Riu, console generale d’Italia a Hong Kong “è una delle piazze finanziarie più importanti del mondo, e uno snodo nevralgico per le nostre esportazioni. Funge da hub per molti altri paesi vicini, non solo per la Mainland China. Èfondamentale una presenza su questo mercato per raggiungere anche gli altri Paesi. Siamo molto attenti allo sviluppo di questo mercato, e siamo felici di ospitare l’evento del Gambero Rosso nell’ambito delle iniziative di Bellissima Italia, il festival dell’enogastronomia e della cultura italiana”.
Su questa piazza abbiamo ancora grandi potenzialità di crescita. In quote di mercato – nell’ambito dei vini in bottiglia – veniamo dopo Francia, Australia, Cina, Usa, Cile e Spagna. Ma nell’ultimo semestre con quasi un milione e 200 mila bottiglie importate abbiamo fatto registrare un +24% sullo stesso periodo nel 2014, se pur a scapito di un sensibile ritocco al ribasso dei prezzi. Gli spumanti, Prosecco in testa, confermano il loro trend positivo con un netto +20% nello stesso periodo. “Il vino italiano sta penetrando il mercato grazie soprattutto alla cucina italiana e ai suoi interpreti. Ci sono moltissimi bravi restaurant managers e sommelier di formazione italiana che lo fanno apprezzare. Credo che consumatori qui non abbiano ancora capito completamente la versatilità del vino italiano e dei suoi vitigni autoctoni. Ha un potenziale di crescita enorme. E questo vale non solo per la Cina ma - da quello che sento – per la Corea, India e ovviamente il Giappone”. A parlare è Paolo Gorreri, che si occupa di alta formazione enogastronomica con l’International Culinary Institute di Hong Kong.
Nuovi format di degustazione
A corollario del Tre Bicchieri Grand Tasting dalla tappa di Hong Kong il Gambero Rosso ha introdotto un nuovo format di masterclass, dedicata ai premi speciali di Vini d’Italia 2016. In una sala apposita 40 tra giornalisti e operatori hanno degustato i vini delle nove aziende che hanno ottenuto gli Special Awards, guidati dai due curatori della Guida. “Un’occasione straordinaria per assaggiare nove grandi vini e confrontarci con chi li ha selezionati” ha dichiarato Mark Hammons, fondatore ed editore della prestigiosa rivista Tasting-Kitchen “un modo diretto per capire dove sta andando il mondo del vino italiano, sempre più popolare sulla nostra scena enogastronomica”.
“Non c’è dubbio che i nostri vini si possano sposare alle cucine orientali, e questo viaggio lo prova ancora una volta” ci ha confidato Franco Piona della veneta Cavalchina “ma per ottenere risultati non c’è che un sistema. Fare le valige, viaggiare e raccontare i nostri prodotti. I mercati si creano così...”. Le prossime tappe internazionali del Gambero Rosso saranno il Tre Bicchieri a Mosca il 19 novembre, e il Vini d’Italia Tour con due date, Zurigo il 30 novembre e Varsavia il 2 dicembre.
Gli abbinamenti possibili
Ricette dell'estremo oriente e vini nostrani: quattro piatti e quattro abbinamenti possibili, stavolta cercando l'abbinamento al minuto, spiegando pr filo e per segno il motivo delle nostre scelte. Nel Granchio del lago Yang Chen la polpa succulenta del granchio viene accompagnata da una salsaall'arancia che rende il piatto profumato e fresco. Questa nota agrumata completa il ventaglio aromatico del vino, giocato su toni dolci di ananas e miele. Abbiamo optato per un A.A. Sauvignon St. Valentin, San Michele Appiano in cui la sapidità si sposa perfettamente con le carni del granchio, esaltando la pienezza e l'eleganza dell'abbinamento. La Polpetta di maiale con salsa agrodolce e cavolo cinese l'abbiamo abbinata a Chianti Cl. Vigneto di Campolungo Gran Selezione, Lamole di Lamole. Il motivo? Abbiamo pensato a questo vino per le sue note floreali, ma anche per le spezie e i sentori balsamici evidenti che ben accompagnano la salsa agrodolce. I tannini, fitti ma morbidi, sono perfetti per sorreggere il gusto della carne e per pulire il palato ad ogni assaggio. Per i Ravioli con maiale e crema di granchio la scelta è andata a un Colli di Luni Vermentino Et. Nera, Lunae Bosoni: carne di maiale, pesce, verdure, zenzero, scalogno: sembrerebbe una missione impossibile abbinare un vino a questo vortice di sapori, ma questo vermentino gioca degnamente la sua partita grazie a uno spettro aromatico sottile ed elegante, e alla sua rotondità e persistenza, in grado di sostenere e esaltare ogni aspetto del piatto. Per un grande classico come l'Anatra laccata alla pechinese ci siamo orientato su Brut 'More, Castello di Cigognola, una bollicina dell'Oltrepò Pavese, zona rinomata per i suoi pinot nero. Ci siamo sbilanciati: è un piatto complesso nella preparazione e nell'abbinamento; e questo è uno spumante brillante, profumato di agrumi rossi e frutti di bosco. La tessitura e lo slancio finale accompagnano il sapore dolciastro delle carni mentre la bolla cremosa aiuta a mantenere il palato fresco e pulito.
a cura di Marco Sabellico
Per leggere E l'Asia scopre l'abbinamento con i vini italiani. Vol. 1 Giappone e Corea clicca qui
Questo articolo è uscito sul nostro settimanale Tre Bicchieri del 12 novembre
http://www.gamberorosso.it/it/settimanale/1023254-12-novembre-2015
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