Dubai. Così la città del futuro si prepara ad Expo 2020

8 Mag 2018, 13:44 | a cura di

Gli Emirati Arabi si confermano il Paese più contraddittorio fino a ora incontrato. Tra crescite vertiginose, rischio saturazione, tassazione altissima e restrizioni molto forti sui consumi. Due gli importatori di alcolici e tanti gli chef italiani che guardano con interesse a questo mercato. Il punto dal nostro Worldtour

Dubai, Dubai, Dubai. La città di Expo 2020 - ‘Connecting Minds, Creating the Future’ il tema della prossima edizione – è sempre più nel mirino di grandi chef, imprenditori e cantine italiane. La terza tappa del Gambero Rosso Worldtour, che porta i migliori vini italiani nel mondo, all’ombra del Burj Khalifa, che si è svolta il 25 aprile tra i mosaici e i ritocchi d’oro del Palazzo Versace, è stata l’occasione per fare il punto su un mercato particolarmente attraente, complesso, ricco di opportunità e divieti.

Consumi e divieti

Qui, nel Paese in continuo fermento, i consumi di vino sono in crescita, anche se leggera, dicono i dati dell’Istat. Nel 2017 gli Emirati Arabi Uniti hanno importato dall’Italia 21 mila ettolitri di vino rispetto ai 20 del 2017 per un valore complessivo 11,231 milioni di euro rispetto ai 11,211 del 2016. Il primo dato del 2018 segna già un’accelerazione (+8% in volume): di sicuro i portafogli dei due soli importatori - Africa + Eastern e la Maritime and Mercantile International liquor - sono sempre più ricchi per varietà e profondità di etichette da tutto il mondo. Ricordiamo, però, che il consumo di alcolici è vietato nei luoghi pubblici e si concentra esclusivamente in alberghi, ristoranti e club privati. Ottenere una licenza non è semplice, anche solo per comprare o trasportare una bottiglia. Occorre fare domanda, anche sul sito delle due aziende sopra citate, e rispettare una serie di condizioni: avere più di 21 anni; non essere musulmano; essere in possesso di un visto di residenza; godere di un salario minimo mensile di almeno 3,000 dirham (circa 900 euro). Per le donne è ancora più difficile ottenere il patentino alcolico: è addirittura necessario il permesso del marito. Nella città del futuro, l’uguaglianza dei generi è più di una chimera.

 

Notte Italiana. Vini d'Italia Experience

Venticinque le aziende protagoniste nella città del lusso, e dei record, per un evento – Vini d'Italia Experience – che ha attirato sommelier e professionisti anche dall’Emirato di Abu Dhabi, che dal 2019 dovrebbe essere raggiungibile in soli 12 minuti grazie all’innovativo treno supersonico Hyperloop (azienda fondata da un italiano), capace di viaggiare a 1.200 km/h.

Nei due seminari della Notte Italiana organizzata dal Gambero Rosso, con il supporto dell’imprenditore indiano Yogesh Mehta, confermata una predilezione per rossi morbidi e di struttura, l’Amarone su tutti, poi Toscana e un nuovo interesse per varietà poco note come il Susumaniello o varietà a bacca bianca, come Verdicchio e Trebbiano che non giravano nelle carte dei ristoranti fino a pochi anni fa.

La tassazione è senza dubbio la più alta tra quelle incontrate nei nostri viaggi: una bottiglia di vino, che in cantina parte sui 5 euro, arriva in carta a 400 dh (100 euro). Abbiamo notato – è la nostra quarta visita in città – alcune bottiglie ferme nelle carte, soprattutto nella prima fascia di prezzo: la sensazione è che non ci siano più tante persone (sempre più consapevoli visti i viaggi) disposti a pagare l’equivalente di 140 euro una bottiglia di Falanghina.

 

I ristoranti italiani in città

E la situazione della ristorazione italiana, se è in grande crescita sul piano della qualità, riflette un contesto economico più difficile di quanto si pensi. “Difficile far girare il vino con questi prezzi, noi abbiamo diverse bottiglie direttamente dalla collezione di Pinchiorri, ma stiamo puntando ora tanto sulla mescita, come su un pranzo a un prezzo molto competitivo”, ci dice Firas Fawaz, managing partner di The Artisan by Pinchiorri, unico ristorante premiato durante l’evento con le Tre Forchette: cucina raffinata con cotture puntualissime e sapori netti e incisivi. Il menu a pranzo? 95 dh, poco più di 20 euro. L’idea del fine dining piace poco da queste parti dove la condivisione dei piatti è la regola. “Rispetto all’apertura, abbiamo cambiato diverse cose, perché alcuni piatti come la pasta mista o alcune carni cotte a sangue non incontrano il palato locale”, ci dice Carlo Bevilacqua, restaurant manager del nuovo elegante Ristorante Niko Romito, affacciato su Jumeirah Bay.

 

L'easy dining italiano

A gennaio, per la prima volta, è stata introdotta l’Iva al 5%, il costo degli affitti e delle case ristagna, i salari sono fermi, molti dei ristoranti visitati erano insolitamente vuoti. Secondo molti operatori, l'offerta è già troppo ampia rispetto al bacino di utenza. La soluzione? Differenziare. Come ha fatto Matteo Bianchi, imprenditore mantovano che ha lanciato Piadèra, oggi sono tre i locali in città. “A Dubai” dice “ci sono troppi ristoranti con costi altissimi e pochi business plan. Noi abbiamo studiato il mercato e deciso di puntare su una cosa diversa, sulla piadina, su un format piccolo e semplice che ci sta dando grosse soddisfazioni. Siamo sempre in crescita dall'inizio, un anno e tre mesi fa, puntiamo forte anche sul catering negli uffici”.

Tra i ristoranti italiani premiati durante l’evento, anche Il Borro Tuscan Bistro, della famiglia Ferragamo, cucina semplice e tradizionale: Due Gamberi nella guida Top Italian Restaurants. Infine, tra le nuove aperture spicca Luigia, pizzeria premiata con il massimo riconoscimento in guida: i Tre Spicchi. Il progetto di Enrico Coppola - il quartiere base è Ginevra – va già benissimo: pizza napoletana con straordinarie materie prime direttamente importate, tante ricette gourmet e una cucina di casa, solidissima, come non se ne trovano a Dubai. “È oggi molto più semplice avere un forno a legna a Dubai, il mercato è pronto per qualcosa di più sofisticato. Abbiamo deciso di puntare forte su una carta di vini da grande ristorante”, commenta il general manager Antonio Lagrutta.

 

Tra le nuove aperture in cantiere, c’è anche il ristorante di Bottura alla W Dubai The Palm, dopo diversi slittamenti, dovrebbe aprire a ottobre, secondo gli ultimi rumors.

Mentre, per quanto riguarda il Gambero Rosso, il prossimo anno è in cantiere un evento Tre Bicchieri tra Dubai e Abu Dhabi per alzare la barra del vino italiano negli Emirati Arabi Uniti.

 

The Artisan by Pinchiorri - Burj Daman Building Level P5 - Dubai - +971 4 338 8133 - www.theartisan.ae

Bulgari Resort Dubai - Jumeira Bay Island, Jumeirah 2 - Dubai - +971 4 777 5555 - www.bulgarihotels.com

Piadèra -  Offices 1 One Central - World Trade Center - Dubai - +97143387474 - www.piadera.com

Il Borro Tuscan Bistro - Jumeria Rd 906 - Dubai - +971 4 275 2555 - www.ilborrotuscanbistro.ae

 

a cura di Lorenzo Ruggeri

 

Questo articolo è uscito sul nostro settimanale Tre Bicchieri del 3 maggio

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