Che il 2023 sia stato un anno duro per il settore vitivinicolo italiano lo testimonia ulteriormente il rapporto Ismea-Qualivita sulla Dop economy, presentato a Roma il 2 dicembre scorso, alla presenza del ministro dell'Agricoltura, Francesco Lollobrigida. Nel 2023, il vino Dop e Igp è in frenata, sia come produzione imbottigliata pari a 25,9 milioni di ettolitri (-0,7%) sia per valore dell’imbottigliato che si attesta su 11 miliardi di euro (-2,3 per cento sul 2022). Se si analizzano separatamente i due segmenti, i risultati sono contrastanti. Per i vini Dop, infatti, il calo della domanda ha indotto gli operatori a imbottigliare di meno (-4%), per un valore pari a 9,08 miliardi di euro (-3,7 per cento). Per i vini Igp, invece, cresce la quantità imbottigliata (+6%) per un valore di 1,95 miliardi di euro (+4,8% sul 2022). L’export è a 6,89 miliardi di euro (-0,6% su base annua e +66% sul 2013), con una sostanziale tenuta dopo il balzo del +10% registrato nel 2022. La filiera vino, ricorda l'Ismea, è composta da 107.175 operatori, 333mila occupati, 135 Consorzi di tutela autorizzati dal Masaf e 12 Organismi di controllo.
I Prosecco Doc e Docg dominano tra i vini
C'è il segno meno (con una eccezione) nelle prime dieci posizioni del comparto vino italiano considerando il valore alla produzione. Le due denominazioni spumantistiche di Veneto e Friuli Venezia Giulia dominano la classifica. Il Prosecco Doc guida con 942 milioni di euro (-17,7% sul 2022, sotto il miliardo di euro toccato nel 2023), seguito da Conegliano Valdobbiadene (205 mln/euro e -14%), Delle Venezie Dop (177 mln/euro e -5,8%), Asti Dop (123 mln/euro e -7%), Amarone della Valpolicella Dop (115 mln/euro e -11,2%) a cui si è avvicinato il Valpolicella Ripasso Dop (110 mln/euro e -3,8%). In settima posizione il Veneto Igp (99 mln/euro con un aumento del 45,7%), poi Alto Adige Dop (anche in questo caso 99 mln/euro con -1,9%), Puglia Igp (92 mln/euro e -9,6%) e Barolo Dop (90 mln/euro e -7,3%). Il Brunello di Montalcino vale 76 milioni di euro (+1,78 per cento).
Per Lollobrigida è "un miracolo" se il vino regge
«Un miracolo che il vino regga sul mercato, rispetto all'aggressione costante portata avanti in questi ultimi anni a uno dei nostri prodotti di eccellenza. Il vino è un prodotto demonizzato ed è un miracolo che il settore regga», ha detto il ministro Francesco Lollobrigida. Il settore ha retto «proprio perché ci hanno lavorato molto bene i nostri imprenditori, valorizzando alcune scelte, anche andando incontro ad alcune soluzioni di mercato come stiamo provando a fare anche oggi, con qualche rischio a mio avviso, sulle vicende legate al vino dealcolato». Il ministro, nel suo intervento, ha insistito sugli effetti in termini di immagine delle campagne sul vino e gli alcolici: «Certamente va diminuito l'uso di alcol, ne va contrastato l'abuso, si deve farne un consumo moderato: il vino è un prodotto che va spiegato all'interno di una dieta bilanciata - ha concluso - dove fa parte della nostra cultura e della nostra tradizione».
Alimenti Dop-Igp per la prima volta oltre 9 miliardi
Allargando lo sguardo, secondo Ismea-Qualivita, il fatturato complessivo della Dop Economy italiana (che pesa per circa il 20% sull'agroalimentare nazionale) è rimasto stabile a 20,2 miliardi di euro, in lieve incremento (+0,2%). L’export conferma un valore di 11,6 mld/euro con trend positivo nei Paesi dell'Ue, e negativo in quello extra-Ue. Nel 2023, il contributo negativo a valore del comparto vino Dop e Igp al fatturato totale è stato controbilanciato da un incremento del comparto cibo a Dop e Igp, cresciuto per il terzo anno consecutivo (+3,5% sul 2022), con il superamento per la prima volta del tetto dei 9 miliardi di euro. Tutto il sistema della Dop economy italiana si fonda su 317 Consorzi di tutela autorizzati dal Masaf che coordinano il lavoro di oltre 194mila imprese delle filiere cibo e vino, capaci di generare lavoro per quasi 850mila occupati.
L'export e i mercati
Le esportazioni complessive delle Dop-Igp italiane nel 2023 confermano un valore di 11,6 miliardi di euro (-0,1% sul 2022) e un trend del +75% in dieci anni. La crescita nei Paesi dell'Ue (+5,3%) compensa il calo nell'extra-Ue (-4,6%), dato particolarmente significativo alla luce dell’attuale dibattito sui dazi, con i Paesi terzi che assorbono oltre la metà (52%) dell’export della Dop economy italiana e gli Stati Uniti, prima destinazione, che da soli valgono oltre un quinto (21%). Per il vino, cala la quantità esportata (-2,9%) per un valore di 6,89 miliardi di euro (-0,6%), in tenuta dopo il balzo del +10% del 2022 e con un trend del +66% sul 2013. Il settore cibo realizza 4,67 miliardi euro per un +0,7% in un anno e un +90% sul 2013, con crescite in valore per formaggi, pasta e olio di oliva.
I segmenti food in ascesa e la Gdo 2023-24
Il fatturato al consumo finale del cibo Dop e Igp made in Italy sfiora i 18 miliardi di euro (+3,6% nel 2023), con andamenti positivi soprattutto per i formaggi (+5,3%), per la prima volta sopra i 5,5 miliardi di euro e con la produzione più alta degli ultimi cinque anni. Buone crescite in valore, scrivono Ismea-Qualivita nel rapporto, anche per oli di oliva (+33%), prodotti della panetteria e pasticceria (+9%) e carni fresche (+10%). Nel segmento si contano 87.212 operatori, 585mila occupati, 182 Consorzi di tutela autorizzati dal Masaf e 42 Organismi di controllo.
Gli italiani in Gdo hanno speso nel 2023 5,9 miliardi di euro (+7,2%), con trend in linea con l'intero comparto alimentare, per l'innalzamento dei prezzi, con un carrello leggermente alleggerito nei volumi). Il cibo segna un +9,5% (formaggi e oli di oliva positivi anche in volume), il vino un +2,7%. Nei primi 9 mesi del 2024, si confermano i livelli del 2023 (+0,8% su base annua). Cresce il ruolo dei discount per i prodotti Dop e Igp, che nel 2024 superano la quota di mercato del 18 per cento.
Le Dop-Igp più ricche: guida il Grana Padano
Se si guarda alla classifica delle Dop-Igp più ricche per fatturato alla produzione, il Grana Padano è leader (come si nota dal grafico Ismea-Qualivita) con 1,88 miliardi di euro (+8,8% sul 2022), seguito da Parmigiano Reggiano (1,6 mld/euro e -7%), Prosciutto di Parma Dop (0,95 mld/euro e +2%), Mozzarella di Bufala campana Dop (0,52 mld/euro e +5,1%) e Pecorino Romano Dop (0,49 mld/euro e +30,8%).
fonte: Rapporto Ismea-Qualivita 2024 - Dop economy food
A livello territoriale, dopo due anni consecutivi in aumento in 18 regioni su venti, il Rapporto 2024 descrive un quadro in cui su 107 province italiane sono 61 quelle con valore della Dop economy più alto del 2022, il 17% con crescite a doppia cifra. Bene il trend di Sud e Isole (+4%), sempre in crescita nel quinquennio, con buoni risultati per Sardegna (+19%) e Abruzzo (+11%). Cresce anche il Nord-Ovest, trainato dalla Lombardia (prima volta sopra 2,5 miliardi euro). Stabile il Nord-Est con un peso del 54% sulla Dop economy: cala l’Emilia-Romagna (-2,4%) col Veneto (4,85 miliardi) regione leader. Risultati peggiori nel Centro Italia (-3,9%) con la Toscana (-5,5%) che rappresenta la gran parte del valore economico e il Lazio unica regione in crescita (+8,8%).