La Dop Campi Flegrei e Ischia ha raggiunto il traguardo dei 30 anni dal riconoscimento della denominazione. Per questo piccolo distretto della Campania vinicola, particolarmente vocato alla viticoltura eroica, che ha festeggiato con un evento e un convegno a Bacoli nei giorni scorsi, ora è il momento di guardare avanti con una serie di iniziative che puntano ad affermarsi come player di sviluppo economico, che guarda a moderni modelli di turismo enogastronomico. «Le nostre cantine - ha raccontato Michele Farro, presidente del Consorzio di tutela vini Campi Flegrei e Ischia - hanno fatto passi da gigante, sono molti i vini flegrei premiati in consessi nazionali e internazionali. La nostra è considerata viticoltura eroica perché insiste sui terrazzamenti di Ischia e sui piccoli appezzamenti dei Campi Flegrei, ma la nostra presenza è anche a salvaguardia dei territori dai disastri ambientali. Adesso è nostro compito, insieme con le amministrazioni, rivalutare i territori e metterli a reddito».
Fascetta di Stato dal 1° marzo 2025
Una delle priorità della denominazione è la tutela dalle frodi e dalle imitazioni, assieme al controllo dei volumi prodotti. Per questo motivo, dal prossimo anno, sulle bottiglie a Dop farà l'esordio la fascetta di Stato, che consentirà all'Icqrf del Masaf di far partire le verifiche sulla tracciabilità. Il distretto flegreo, secondo dati Consortili, produce mediamente oltre 3 milioni di bottiglie l'anno. Come ha spiegato Salvatore Schiavone, dirigente Icqrf Campania e Molise, l’offerta del prodotto deve raggiungere una domanda che deve essere sicura. «Il Consorzio, dal 1° marzo 2025 - ha annunciato - potrà apporre una fascetta consortile di controllo sul prodotto Dop. Si tratta di un valore dello Stato che viene rilasciato alle cantine con Qr code per la tracciabilità. Il nostro Dipartimento verificherà l’autenticità delle fascette».
Bacoli entra nelle Città del vino
E, a proposito di turismo enogastronomico, è arrivato il via libera all'adesione del Comune di Bacoli all'Associazione nazionale Città del vino. «L'adesione deve significare l'immersione non solo in un magnifico territorio ma nel prodotto vino e quindi - ha sottolineato Marco Cerreto, capogruppo in Commissione agricoltura alla Camera - è la città che sceglie di connotarsi come ambasciatrice del vino. I vignaioli sono gli artigiani del paesaggio ed è questo il lavoro che va narrato, il valore aggiunto in termini paesaggistici e rurali». Secondo Angelo Radica, presidente di Città del vino, i Campi Flegrei hanno «tutte le carte in regola per lanciare un messaggio di grande Turismo Enogastronomico: vitigni autoctoni, storia, paesaggio e archeologia.
Dissesto idrogeologico e crisi climatica
La viticoltura nei Campi Flegrei è tradizionalmente legata a varietà autoctone, tra cui Falanghina, Piedirosso, Coda di Volpe e Biancolella. E questo territorio, come ha raccontato il Gambero Rosso, è letteralmente in ascesa. La natura vulcanica dei suoli (in un areale che va dal Golfo di Pozzuoli a nord e la zona dei Colli di Bacoli e delle isole di Procida e Ischia) espone le uve a notevoli stress idrici acuiti dalla crisi climatica. Il Consorzio, oltre a valorizzare le tipologie autoctone, punta anche ad arginare, attraverso la coltivazione della vite, il problema del dissesto idrogeologico. Ed è su questo che si è soffermato il ministro dell'Agricoltura, Francesco Lollobrigida, nel messaggio inviato al presidente Farro: «Il Masaf intende sostenere le filiere viticole, con particolare attenzione ai vigneti storici ed eroici, salvaguardando le vigne situate in zone a elevato rischio idrogeologico o di spopolamento».