"Pericoloso sottovalutare i dazi Usa sui vini: a rischio il 98% dell'export italiano". Il monito di Unione italiana vini

13 Mar 2025, 10:38 | a cura di
Il sindacato sottolinea come sia sbagliato pensare che i nostri vini, in quanto "italiani e di lusso", non corrano rischi: solo il 2% esportato negli Usa รจ di fascia premium

L'introduzione di dazi al 25% sui prodotti Ue negli Stati Uniti potrebbe danneggiare il vino italiano per circa 470 milioni di euro solo per effetti diretti della domanda, senza considerare che quelli indiretti sull'export globale porterebbero la cifra a un miliardo di euro. Unione italiana vini, tramite il suo Osservatorio, torna a ribadire le preoccupazioni per il settore vitivinicolo italiano e risponde a chi in queste settimane ha affermato che i produttori italiani, grazie al loro posizionamento di qualitร , non hanno da temere. Compreso il ministro dell'Agricoltura Francesco Lollobrigida che, nei giorni scorsi, al Question time in Senato sui dazi statunitensi,ย  ha detto di ยซessere fiducioso sulla tenuta dei prodotti premiumยป.

A rischio il 98% del vino italiano

Il sindacato presieduto da Lamberto Frescobaldi, come si legge in una nota ufficiale, ritiene ยซpericoloso lโ€™assunto che i nostri vini, in quanto "italiani e di lusso", non corrano rischi di ridimensionamento da parte della domanda a stelle e strisceยป. Infatti, almeno lโ€™80% del vino italiano rischia ยซun vero e proprio salto nel buioยป, dal momento che รจ quello che costituisce lโ€™ossatura dell'export italiano verso gli Stati Uniti e che vale 2,9 milioni di ettolitri (su un totale di 3,6 milioni).

Lamberto Frescobaldi

I prodotti "premium" nel mercato Usa

Analizzando le singole fasce di prezzo, quasi 350 milioni di bottiglie di vino italiano sono nel segmento "popular" (prezzo franco cantina di 4,18 euro/litro) che al dettaglio si trasformano in media (dopo trasporto, dazi, ricarichi alla distribuzione) in una fascia che non supera 13 dollari a bottiglia. Vero รจ che i vini "luxury" possono essere meno soggetti a riduzioni di acquisto, ma valgono solo il 2% sul totale export a volume e l'8% a valore .

Secondo lโ€™Osservatorio Uiv, la media prezzo all'export verso gli Usa รจ 5,35 euro/litro per il vino italiano, solo il 30% dei "popular" รจ tutto sommato allineato (5,26 euro), mentre oltre metร  รจ sotto soglia (3,53 euro). Pertanto, eventuali tariffe supplementari del 25%, non gestite in equitร  tra le controparti, secondo Uiv, finirebbero per ยซsbalzare questi vini sulla fascia immediatamente superioreยป, la fascia "premium". Il che interesserebbe il grosso delle produzioni di vino: Pinot grigio, Prosecco, Chianti, Lambrusco, Moscato dโ€™Asti, vini siciliani e quelli della stragrande maggioranza delle regioni italiane. Il segmento premium, che pesa per il 17% volume sul totale export (con prezzo medio franco cantina di 8,80 euro/litro e di 13 a 30 dollari a bottiglia al dettaglio), non sarebbe ovviamente in grado di assorbire ยซtravasi epocali di referenze provenienti dal bassoยป.

La spina dorsale di vini italiani รจ di fascia media

Negli Usa, il vino italiano vale circa 2 miliardi di euro, la sua quota sul totale esportato รจ del 24% e, come ricorda lo stesso Frescobaldi, รจ composto da ยซprodotti fortemente identitari che, unitamente a un vincente rapporto qualitร -prezzo, hanno contribuito al successo del made in Italy enologico. La spina dorsale รจ questa e rappresenta primariamente un posizionamento di fascia media, con possibili fluttuazioni di prezzo dettate dai dazi che espongono lโ€™offerta a possibili migrazioni della domandaยป.

Agire su tre livelli

Per Uiv, sarร  molto importante poter agire con un ยซpiano di contingenzaยป basato suย  tre livelli: il primo, negoziale, con l'obiettivo di non inserire il vino nelle reciproche liste di prodotti soggetti a barriere commerciali (questo in caso di possibili controdazi europei); il secondo, comunitario, che metta a punto misure compensatorie e di promozione; il terzo รจ nazionale e dovrร  inevitabilmente affrontare il tema del contenimento produttivo.

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