Dopo diverse richieste arrivate da singoli Consorzi di tutela, dal Chianti Docg al Nobile di Montepulciano fino ai tre enti del Prosecco, la filiera vitivinicola italiana scrive al Governo sul delicato tema dei dazi minacciati dal presidente americano Donald Trump. Otto sigle del settore vitivinicolo chiedono in particolare di ยซmantenere una posizione ferma in sede europeaยป, e invitano l'esecutivo a una ยซtrattativa di buon senso per il raggiungimento di un accordo volto ad evitare che si proceda allโapplicazione dei daziยป.

Stati Uniti - Casa Bianca - Campidoglio - foto wirestock su Freepik
Mercato strategico da 2 miliardi di euro
Gli Stati Uniti rappresentano il principale mercato export per il vino europeo, con un dato italiano che si รจ attestato intorno ai 2 miliardi di euro nel 2024, ricordano in una nota congiunta Uiv, Federvini, Federdoc, Assoenologi, Copagri, Alleanza cooperative italiane, Confagricoltura e Cia Agricoltori italiani. Assente dal documento la firma della Coldiretti, che si รจ mossa autonomamente sottolineando, in una nota del 27 marzo, come il costo giornaliero del blocco dei vini sia di 6 milioni di euro per le cantine italiane.
Attualmente, gli ordini da parte degli Stati Uniti sono fermi, con milioni di bottiglie stoccate nei magazzini in attesa che si sblocchi la situazione di incertezza, come accade ad esempio ad alcuni grandi brand del made in Italy negli Stati Uniti.
Effetti economici "devastanti"
ยซNon possiamo rischiare - sottolineano nel documento le otto sigle nazionali - che la minaccia Trump diventi effettiva, dato che avrebbe effetti economici devastanti, su un settore strategico come il nostro che genera un fatturato di 17 miliardi di euro, pari a circa il 10% del fatturato del food and beverage italiano (esportazioni per oltre 8 miliardi di euro), e che rappresenta una fonte cruciale di occupazione per i nostri territori, con circa 870mila persone tra operatori diretti ed indiretti.