Siamo “tornati” in Oriente, a quasi tre mesi da quando è scattato il lockdown, per sentire gli umori degli operatori del settore e capire che aria si respira in quei mercati che, per l'Italia, rappresentano uno sbocco fondamentale.
Vino italiano in Oriente: uno sguardo sul lontano est
Le ultime rielaborazioni Nomisma Wine Monitor sui dati delle Dogane – quelli del primo trimestre 2020 – mostrano evidenti segni meno, soprattutto per l’hub cinese di Hong Kong, che ha perso a valore - rispetto al trimestre 2019 - un importante -20,9%. Perdite dovute non solo ai consumi interni, ma relativi anche ai prodotti che giunti nella Regione speciale cinese, raggiungo poi altre destinazioni, Cina in primis. Il calo è generalizzato e riguarda tutte le tipologie: fermi e frizzanti (-20,5%) e spumanti (-23,9%). Da evidenziare che il trimestre ha subito un crollo un po’ in tutti i mercati relativo soprattutto al mese di marzo, ovvero il periodo in cui è scattata in tutto il mondo l’emergenza lockdown.
Appare migliore la situazione in Giappone che, nello stesso periodo, guadagna un +2,1% rispetto al trimestre 2019 e che perde quote soltanto su fermi e frizzanti (-2,2%), grazie anche alle tariffe agevolate introdotte lo scorso anno dall’accordo Epa tra Ue e la terza economia mondiale.
Ma, numeri a parte, vediamo quali sono le testimonianze che arrivano da chi vive e opera direttamente in questi mercati.
La situazione a Hong Kong
Pochi ordinativi, ma si riparte
"Al momento a Hong Kong è troppo presto per capire quale sia la strategia giusta da attuare per il futuro ". Connie Centanni è italian wine specialist della società Watson’s Wine Wholesale, il più grande rivenditore di vino della città con quasi 30 negozi, di proprietà Li Ka-shing, il più ricco uomo d'affari di Hong Kong.
“Siamo entrati nella terza settimana con zero contagi, tutte le attività sono state riaperte e cerchiamo di tornare alla vita normale, ovviamente indossando sempre mascherine e con il controllo della temperatura ovunque. Per quanto riguarda le vendite, viaggiamo ancora a volumi molto bassi rispetto allo standard di Hong Kong, ma non credo che in questo momento ci sia un'altra città asiatica che stia andando meglio".
Vendite online
Con Connie Centanni affrontiamo anche il problema delle vendite on-line che in questo periodo di pandemia sono esplose in tutto il mondo: "Come azienda ci abbiamo sempre creduto e negli ultimi mesi l'incremento della domanda attraverso questo canale ha subìto un'impennata e credo che continuerà anche dopo, ma prevedere cosa succederà in futuro vista l'incertezza del momento, è difficile. Sia le cantine produttrici sia noi importatori stiamo cercando di reagire a questo grande cambiamento, sostenendoci a vicenda e soprattutto cercando di aiutare i clienti ma è troppo presto per capire quale sia la strategia giusta da attuare perché gli scenari possono cambiare, come abbiamo visto negli ultimi mesi, da un momento all'altro". Per quanto riguarda le prospettive del vino italiano, dice Centanni "sono ottimista soprattutto grazie alle nuove generazioni. I cittadini di Hong Kong, i sommelier, amano i nostri prodotti, la nostra cultura e la nostra terra".
Il boom dell’e-commerce vitivinicolo nel mondo
Mai i canali di vendita sono stati così rivoluzionati come durante la pandemia. Infatti, milioni di persone nel mondo hanno affollato gli shopping virtuali per rifornirsi di vino. Secondo Cory Rellas, ceo del sito Drizly, le vendite di alcolici online in Usa ammontavano a circa il 2%, ora si aspetta che si aspetta che la percentuale quadruplicherà. La Nielsen confermerebbe questa tesi visto che, secondo i dati in aprile, gli acquisti online sono aumentati di cinque volte rispetto allo stesso mese del 2019. Alix Roderie, responsabile dello sviluppo internazionale del sito iDealwine, ha dichiarato a Wine Searcher di aver notato un cambiamento nelle abitudini dei consumatori: “La Francia e gli ordini europei sono in crescita. Le nostre vendite sono aumentate del 40 % in Francia e del 70 % in Europa, rispetto allo scorso anno. Il nostro traffico dagli Stati Uniti sta crescendo +60% in aprile, anche se abbiamo temporaneamente sospeso le spedizioni. Il cambiamento più significativo ha riguardato i vini tra 6 e 30 euro, che sono stati letteralmente presi d'assalto con +20 % in una settimana ".
Lo stesso sito Wine Searcher evidenzia un aumento globale del traffico del 33%. Il principale incremento è stato in India, dove le ricerche sul vino sono aumentate del 138% su base annua, Stati Uniti (+42%), in Italia (+40%), nel Regno Unito (+38%) e in Germania (+36%). I mercati in cui le ricerche sul vino sono diminuite sono pochi e lontani tra loro, ovvero Cina (-29%) e Francia (-7%).
Vini italiani, un trionfo nell’asta Gelardini&Romani
Ad Hong Kong, in collaborazione tra Finarte e Gelardini&Romani Wine Auctions si è svolta lo scorso 17 maggio la prima asta di vini pregiati italiani e internazionali del primo semestre 2020, la prima dopo la pandemia. Gli appassionati, nella ex colonia britannica alle 11 (e on line dall'Italia alle 5 di mattina), si sono dati battaglia contendedosi oltre 752 lotti, segnando il 94% di venduto per un valore 550.000 euro.
Nella top ten dei rialzi spettacolari per il Barbaresco Crichet Pajé 2010 di Roagna (+178%), la verticale di Brunello Biondi Santi (Riserva 1971, 1985, 1997) a 3.900 euro, con l’incremento record del +267% sulla base d’asta; 12 bottiglie di Amarone della Valpolicella di Dal Forno in una mini verticale di 3 bottiglie per ogni annata (2008, 2009, 2010 e 2011) sono state battute a 3.200 euro; la magnum di Brunello di Montalcino 1983 di Case Basse (Soldera), a 2.250 euro e poi i Supertuscan. Tre magnum di Masseto (delle annate 2006, 2015 e 2016) sono state acquistate in Italia, per 5.800 euro mentre12 bottiglie di Amarone della Valpolicella di Dal Forno, in una mini verticale di 3 bottiglie per ogni annata (2008, 2009, 2010 e 2011) sono state battute a 3.200 euro mentre per la magnum di Brunello di Montalcino 1983 di Case Basse (Soldera) ci sono voluti 2.250 euro. “I lotti italiani” ha commentato Raimondo Romani di Gelardini&Romani Wine Auctions al termine dell'asta “sono quelli andati meglio”.
La situazione in Giappone
Quanto pesa la cancellazione delle Olimpiadi?
Abbiamo chiesto a Isao Miyajima, il più grande esperto nipponico di vino italiano e traduttore di Vini d'Italia del Gambero Rosso di illustrarci come il suo Paese sta vivendo il contagio e quali sono i riflessi sulle vendite e sul consumo di vino. Una delle conseguenze più gravi, per le perdite economiche che comporta, è il rinvio delle Olimpiadi causate dal Covid. Basti pensare ai 20 milioni di turisti che erano attesi, agli investimenti effettuati in nuovi impianti sportivi, nell'ammodernamento e ampliamento delle strutture di ospitalità, in sponsorizzazioni miliardarie legate all'appuntamento olimpico, così come ricorda Isao: “Pesa molto la cancellazione di vari eventi, Olimpiadi in primis (secondo il Comitato olimpico nipponico il rinvio costerà tra i 4,5 e i 6 miliardi di dollari), dove si prevedeva gran numero di visitatori e di conseguenza anche un grande consumo di vino. Comunque, in questo momento difficile bisogna preparare il terreno per ripartire e continuare a seminare.
I ristoranti in Giappone
Per il resto la situazione è anomala: “Il Governo ha dichiarato l’emergenza ma non ha imposto la chiusura totale. Quindi, teoricamente, i ristoranti possono essere aperti tutto il giorno fino alle ore 20, il che equivale più o meno alle 22 italiane. Alcuni ristoranti sono rimasti sempre aperti ma ci sono pochi clienti perché la gente ha paura di uscire. Altri per sopravvivere, fanno il servizio da asporto o la consegna a domicilio. Ovviamente, in queste condizioni, il fatturato diminuisce notevolmente tanto che si parla dell'80% o addirittura del 90% meno. Complessivamente la vendita di vini all’Horeca è diminuita drasticamente mentre la vendita in Gdo e online cresce molto, ma non compensa il vuoto creato all’Horeca. Gli importatori di vini parlano di diminuzione di 50-80% delle vendite nel mese di aprile”.
Tra riaperture e coprifuoco, anche l’Oriente prova a rimettersi in moto. Se il Giappone piange i mancati introiti delle Olimpiadi, a Hong Kong esplodono le vendite online e la prima asta fisica Gelardini&Romani premia i vini italiani. Ma gli importatori denunciano crolli delle vendite tra il 50% e l’80%
Come è cambiato il consumo dei vini
Non ci sono ancora dati ufficiali in merito, ma più o meno i pronostici dovrebbero essere corretti. In questo periodo è cambiata anche la scelta dei vini dal punto di vista del prezzo: “La fascia di prezzo di vini consumati a casa” continua Isao “risulta più bassa di quella di vini che erano consumati all’Horeca prima di febbraio. La gente non ha smesso di bere il vino ma lo beve a casa. Il vino italiano che accompagna bene i cibi a tavola dovrebbe essere ideale anche per questo tipo di consumo casalingo. Per questo è necessario comunicarlo bene approfittando di questa opportunità”.
In Giappone si raccolgono i frutti dell’accordo commerciale Epa
Nuove misure per sostenere il ciclo di espansione dell'agroalimentare italiano in Giappone, successivi all’accordo Epa, erano già state avviate prima dell’emergenza Coronavirus. E tutt’ora sono serrati gli incontri (online) tra l‘Ambasciata d'Italia a Tokyo, le aziende del settore e gli attori del Sistema Italia in Giappone. “Nel primo anno di attuazione dell'Epa, dal febbraio 2019 al gennaio 2020, i dati ci mostrano uno straordinario effetto positivo sul nostro export agroalimentare in Giappone, inclusi vini e bevande”, ha spiegato l’ambasciatore Giorgio Starace “Basti pensare al vino ad esempio, dove grazie all'Epa sono state abbattute le tariffe che si aggiravano precedentemente attorno al 15% e dove siamo riusciti a utilizzare questa importantissima liberalizzazione per oltre il 90% del valore delle nostre spedizioni. Se si considera l'export nel suo complesso, al di là dunque dell'agroalimentare, l'Italia è il Paese Ue che è riuscito a esportare il più alto valore di merci, circa 3 miliardi di euro attraverso le tariffe agevolate”. I prossimi mesi saranno decisi per il rilancio.
La situazione in Thailandia
Riprese le vendite di alcol, ma solo da asporto
"Nel Paese ancora vige il coprifuoco dalle 10 di sera alle 4 di mattina. È permesso vendere alcol solo da asporto ma non si può consumare in luoghi pubblici, per evitare assembramenti". Il racconto è di Marino Braccu, assistant director of Food & Beverage del Four Seasons Hotel Bangkok at Chao Phraya River, che poi prosegue "già i primi di maggio alcuni ristoranti hanno riaperto seppure con molte restrizioni, compresa la proibizione di non poter vendere qualsiasi tipo di bevanda alcolica. È facile immaginare quali siano le perdite nel settore del vino e delle bevande alcoliche in generale, in un contesto del genere. Sono aumentate le consegne di vini a domicilio: chi non le faceva e si limitava solo alla vendita ai ristoranti, si è attrezzato per iniziare le vendite online.
Per il vino italiano non so se cambierà qualcosa ma sicuramente è una buona occasione per promuovere ancora di più il nostro vino e sensibilizzare tutti i sommelier e restaurant manager ad usare i nostri prodotti, iniziando da tutti gli italiani (che non sono pochi) che lavorano nel settore in tutte le parti del mondo e poi proseguire con i sommelier locali che sono super appassionati di vino italiano".
a cura di Andrea Gabbrielli