Da vino a salsa barbecue: un'azienda vinicola dell'Oregon ha trovato il modo di non buttare via il pinot nero contaminato dal fumo

3 Lug 2024, 20:09 | a cura di
Dopo gli incendi devastanti che nel 2020 hanno colpito la Willamette Valley, molte attività hanno perso i loro raccolti. Durant Vineyards ha trasformato questa crisi in una nuova opportunità

Durant Vineyards, in Oregon, ha saputo reinventarsi in modo sorprendente. Dopo gli incendi del 2020 che hanno devastato completamente la Willamette Valley, l’azienda di Dayton è rimasta con circa 800 casse di pinot nero contaminato dal fumo ma, invece di gettare la spugna, ha deciso di creare un nuovo prodotto: la salsa utilizzata per eccellenza negli Stati Uniti per grigliate e snack, la barbecue sauce. Il prodotto finale è stato progettato per evidenziare le note fruttate del pinot nero, così come le sottili sfumature affumicate degli incendi che hanno invaso l’area, e presenta «sentori di pimento e chiodi di garofano con una affumicatura di peperoncini chipotle  e del pepe nero», racconta su The Drink Business Eric Bartle, manager del ristorante all’interno dell’azienda.

La crisi del 2020

Gli incendi del 2020 hanno lasciato un segno indelebile sulla Willamette Valley, contaminando molte vigne con il fumo. Durant Vineyards, è stata tra le vittime, ritrovandosi con un’enorme quantità di uve non più idonee alla vinificazione. La contaminazione del fumo sui raccolti, purtroppo, non è stato un problema isolato. Molti produttori dell'Oregon hanno affrontato difficoltà simili, cercando soluzioni per salvare la vendemmia e recuperare i costi di produzione. Inizialmente, Durant Vineyards ha considerato l'idea di distillare il vino contaminato in brandy, come hanno fatto altre cantine locali. Tuttavia, il proprietario e ceo Paul Durant ha deciso di seguire una strada diversa, sfruttando l'esperienza e la creatività del suo team. La sfida era trovare un modo per trasformare il vino contaminato in un prodotto appetibile e commerciabile.

La salsa al pinot nero affumicato

L'idea di trasformare il pinot nero “affumicato” in salsa barbecue è nata dall'intuizione di Durant e dal suo restaurant manager Eric Bartle. Dopo circa due mesi di prove e degustazioni, sono riusciti a perfezionarne una ricetta. La collaborazione con Paradigm Foodworks a Lake Oswego, due grandi aziende di distribuzione alimentare, è stata fondamentale per la produzione su larga scala della salsa, sotto la supervisione del direttore culinario della Duran Vineyards. La creazione della salsa barbecue prodotta con pinot noir in purezza ha richiesto un'attenta sperimentazione per bilanciarne i sapori, e il risultato è stato curioso: una salsa piccante e salata, con profumi di pimento, chiodi di garofano, peperoncini chipotle affumicati e pepe nero. Questo mix di ingredienti ha permesso di ottenere un prodotto versatile, ideale per accompagnare non solo le classiche costine o il maiale sfilacciato, ma anche pesce, come il salmone, verdure grigliate e snack vari.

Il successo sul mercato

Ma quanta salsa barbecue effettivamente si può fare con 800 casse di uva? Il proprietario di Durant Vineyards ha affermato che la prima produzione ha generato circa 5mila bottiglie di salsa, e che ne hanno ancora abbastanza per produrne altre 15mila. Questa innovazione avrebbe permesso infatti di recuperare quasi tutti i costi di produzione del vino. Il lancio in edizione limitata della salsa barbecue, dal costo di 12 dollari, ha poi superato le aspettative, ottenendo un'accoglienza entusiasta da parte dei consumatori. La capacità di trasformare un prodotto destinato al fallimento in un successo commerciale ha rafforzato la reputazione di Durant Vineyards nel settore, e inoltre, l’azienda ha recentemente aperto l'iniziativa di donare il 5% dei ricavati al Dayton Fire District, la stazione dei vigili del fuoco della città, per il corso di formazione Emt-b (formazione tecnica di base per le emergenze mediche), per trasformare ulteriormente questa esperienza in una buona causa. La salsa al pinot nero non solo ha salvato l'azienda da una significativa perdita economica, ma ha anche aperto nuove opportunità di mercato. «È il nostro modo di trarre il massimo da una situazione difficile», conclude Paul Durant, nell’intervista per The Drink Business.

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