Export vino italiano. I nuovi dati Istat
Nel mese di aprile il vino italiano peggiora i conti con l’estero in alcune sue piazze strategiche. È la sintesi dell’analisi dell’Osservatorio Uiv-Ismea, che ha elaborato i nuovi dati Istat sulle esportazioni di vino nel primo quadrimestre del 2023: - 0,7% nei volumi e un +2% nei valori rispetto allo stesso periodo del 2022.
Occhio, però, perché quel segno + è semplicemente frutto dell’inflazione e del surplus dei costi di produzione che ha influito in media per il 10% sul prodotto finito a fronte di incrementi dei prezzi di vendita molto più bassi.
Export vino italiano. Risale quello in Russia. Giù i mercati asiatici
Guardando al quadrimestre 2023 rispetto a quello del 2022, gli Stati Uniti scendono in terreno negativo nei volumi (-3,8%), con i valori ancora in luce verde ma che passano dal +10,8% del trimestre al +4% nel quadrimestre.
Rallenta anche il secondo buyer di vino italiano, la Germania (+4,6% i volumi, +2,7% i valori), mentre chiude il podio il Regno Unito che limita i danni di un avvio d’anno problematico, complice la forte contrazione del Prosecco (-20%), fissando i volumi a -8,4% e i valori a -2,6%.
In controtendenza, rispetto a Svizzera a -9,9% e Canada -26,8%, ancora una volta la Francia, che incrementa i quantitativi di vino tricolore del 20%. Nell’area orientale, la Russia - che risale del 57,4% - la Lettonia e la Polonia compensano i cali di Giappone, Cina e Corea del Sud tra il 20% e il 40%.
Export vino italiano. La corsa dello sfuso
Tra i segmenti in maggior sofferenza si segnalano i Dop fermi imbottigliati che chiudono il quadrimestre in negativo sia sul fronte dei volumi (-6,6% con i rossi a -8,7%) sia dei valori (-0,5%).
In crescita in doppia cifra gli sfusi (vedi Germania) grazie anche a vendite “sottocosto”: -9% il prezzo medio. Inoltre, l’Osservatorio rileva una tendenza ulteriormente al ribasso. Infatti, al netto delle vendite di vino sfuso, il responso sui volumi commercializzati oltreconfine sarebbe ben più negativo (-3,5%), con i vini imbottigliati a -4,2% e le Dop, in particolare, a -6,9%.