Dopo quattro anni di attesa l'ente è più strutturato e si prepara a nuove sfide. Quattro anni di lavoro per un risultato che proietta al futuro uno dei Consorzi più grandi della viticoltura italiana, con notevoli potenzialità di sviluppo. Il recente riconoscimento del Ministero dell'agricoltura, sovranità alimentare e foreste (Masaf) per il Consorzio vino Toscana darà a un distretto da mezzo miliardo di euro gli strumenti per affermarsi sul mercato e per difendersi dalle frequenti imitazioni del marchio Igt.
Squadra eterogenea
La squadra è obiettivamente molto ampia, fortemente eterogenea per storia, tradizioni e caratteristiche economiche delle imprese, dal momento che riunisce, da un lato, alcuni tra i più noti e blasonati brand vitivinicoli, da Masseto a Ruffino passando per Tua Rita, Banfi, Antinori, Barone Ricasoli, che hanno fatto la storia e l'immagine della viticoltura italiana nel mondo grazie soprattutto ai “supertuscan” , e, dall'altro lato, un folto gruppo di cantine cooperative che si concentra sulla commercializzazione dei vini sfusi con una percentuale di imbottigliato non elevata.
20 Supertuscan nella Igt Toscana
- Ambrogio e Giovanni Folonari Cabreo il Borgo
- Argiano Solengo
- Banfi Summus
- Barone Ricasoli Casalferro
- Brancaia Il Blu
- Casanova di Neri Pietradonice
- Castelli del Grevepesa Clemente Settimo
- Castello di Albola Acciaiolo
- Castello di Volpaia Coltassala
- Domini Castellare di Castellina I Sodi di San Niccolò
- Felsina Fontalloro
- Le Pupille Saffredi
- Marchesi Antinori Tignanello
- Marchesi Mazzei Concerto di Fonterutoli
- Ornellaia e Masseto Masseto
- Ruffino Modus
- San Felice Vigorello
- Tenuta Sette Ponti Oreno
- Tua Rita Redigaffi
- Vignaioli Morellino Scansano Poco per Pochi
I vantaggi
Da ora in poi, come ha spiegato il presidente Cesare Cecchi, gestione, tutela, vigilanza e valorizzazione dei vini a marchio Toscana Igt saranno più semplici, a partire dal contrasto negli Usa all'italian sounding, fino alle battaglie sul fronte italiano dove si registrano casi di imitazione, coi marchi dal “toscanello” al “toscanino”. Tuttavia, come ha sottolineato il direttore del Consorzio, Stefano Campatelli, il traguardo ottenuto è un punto di partenza. Infatti, questa realtà che conta oltre 13mila ettari di vigneto e una produzione media annua vicina ai 100 milioni di bottiglie, dovrà ragionare molto concretamente sulle strategie di crescita, compresa l'opportunità di inserire nella gamma di vini le versioni spumante, a cui il disciplinare di produzione della Igt lascia aperte le porte. Su questo punto è in corso un confronto interno tra i produttori.
Ente più strutturato
I 4mila produttori che rivendicano vino Toscana Igt ora sanno di avere in mano una macchina più robusta e strutturata. Il Consorzio ha ottenuto il riconoscimento del Masaf perché è riuscito a riunire oltre il 39,5% dei produttori che rivendicano la Dop, superando il 58% della produzione. E punta a incrementare ulteriormente queste percentuali per ottenere le funzioni erga omnes, ovvero la rappresentatività del 40% dei produttori e del 66% del vino certificato, che darebbero diritto di raccogliere le quote associative per l'uso della Ig anche dalle imprese non aderenti e potenziare la vigilanza sul marchio Ig.
Alla base di questo risultato generale, c'è stata anche la disponibilità dei Consorzi delle Dop toscane che, come ha ricordato lo stesso Cecchi, hanno “favorito la nascita e lo sviluppo del Consorzio”. Da un punto di vista istituzionale, l'ente con in tasca il riconoscimento Masaf sarà il terminale di dialogo con la Regione Toscana che, attraverso l'assessore all'Agricoltura, Stefania Saccardi, ha salutato il raggiungimento del traguardo parlando di “punto di riferimento con cui condividere obiettivi e strategie”.
La protezione della Ig fuori confine
Cosa cambia in tema di protezione del marchio? Il riconoscimento del Consorzio consentirà di accelerare alcune pratiche in sospeso soprattutto in chiave antifrode: “Dobbiamo accreditarci in alcuni Paesi esteri come referenti per la protezione del nome Toscana per il vino”, ha evidenziato Cecchi, ricordando che finora l'ente ha operato in quanto titolare della registrazione in classe 33 del nome Toscana. “Tuttavia, in molti Paesi, questo non era sufficiente. Ad esempio, negli Stati uniti, primo cliente per il vino Toscana Igt, non abbiamo sinora potuto registrare il marchio nel settore vitivinicolo” ha spiegato “perché le autorità chiedevano, preliminarmente, il riconoscimento del nostro Governo. Ma adesso tutto cambierà”.
E le imitazioni sul mercato italiano
Mediamente, ogni anno, sono stati spesi tra 15mila e 25mila euro per difendersi dalle imitazioni sui mercati. Un impegno finanziario che comprende il monitoraggio, le registrazioni del marchio e soprattutto i contenziosi che, come ha riferito Campatelli, rappresentano la voce di gran lunga più importante del bilancio del Consorzio vino Toscana. “I Paesi nei quali abbiamo avuto più casi a cui fare opposizione legale sono quelli del Nord e del Sud America. Diversi sono stati riscontrati anche sul mercato italiano, ma con casistiche più particolari, che potremmo definire subdole, che in qualche modo scimmiottano il nome, quali ad esempio Toscanello o Toscanino”.
Toscana Igt in cifre
Il valore della produzione del Vino Toscana Igt supera i 495 milioni di euro, con una ripartizione del 31% sul mercato italiano e il 69% indirizzato all’export. Sensibile la crescita delle vendite estere negli ultimi 10 anni, con un +126%. I principali mercati esteri per la Igt Toscana sono l’Europa (46%), gli Stati Uniti (33%) e l’Asia (6%). Il restante 15% è distribuito su tutte le altre aree geografiche. La superficie media annua di vigneto coltivato a Toscana Igt è di 13.500 ettari e la rivendicazione media annua degli ultimi 5 anni è stata di circa 640mila ettolitri. La quota percentuale del vino Toscana Igt sul totale della produzione di vino regionale è del 27%. I produttori sono 4mila, di cui 1.400 sono imbottigliatori. Sono oltre 95,5 milioni le bottiglie mediamente commercializzate all’anno di Toscana Igt: vini rossi 77%, vini bianchi 18%, vini rosati 5%. Il Consorzio aderisce ad Avito, l'associazione dei Consorzi dei vini toscani Dop e Igp.
L'articolo integrale è stato pubblicato sul Settimanale Tre Bicchieri del 7 settembre 2023
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