Che sia il rating di Wine Spectator, la recensione di James Suckling (famoso critico americano) o una medaglia vinta a una gara internazionale, un riconoscimento รจ ciรฒ che permette a un vino di avere qualche chance in piรน per brillare nellโenorme offerta vinicola sul mercato americano. Per questo chi esporta verso gli USA sceglie di investire per accaparrarsi una di queste โmedaglieโ e collezionarne quante piรน possibili.
Le wine competition negli Stati Uniti
Se recensioni e punteggi legati al mondo dellโeditoria e del giornalismo hanno le loro regole โ che spesso rimangono all'interno della redazione - le gare dedicate ai vini, le wine competition che si organizzano in tutti gli Stati Uniti, si svolgono in maniera completamente trasparente. In genere, sono organizzate nelle principali cittร dalle associazioni di sommelier e wine educator, dalle istituzioni (Contea, Stato o City), dai quotidiani locali o dalle associazioni di viticoltori e produttori. Alcune di queste competizioni sono aperte anche a vini importati, altre sono destinate solo ai prodotti statunitensi. Le piรน importanti e storiche ad oggi negli USA sono la California State Fair a Sacramento, istituita nel 1854, senza dubbio la competizione piรน antica; la New York World Wine and Spirit Competition che รจ una delle piรน interessanti, da tenere dโocchio, in quanto impiega giudici provenienti dal settore trade, escludendo quindi giornalisti o educatori, con un focus tutto commerciale; la Los Angeles International Wine & Spirits Competition, una delle piรน rinomate a livello internazionale, attiva dal 1935. O ancora la San Francisco Chronicle Wine Competition che รจ sicuramente la piรน prestigiosa e vasta per i vini statunitensi (rivolta al mercato interno) ed รจ quella che ogni anno conta il maggior numero di vini iscritti. Ci sono poi anche la San Diego International Wine Competition, il Texsomm - il Texas sta davvero crescendo come mercato vinicolo alternativo - e tutta una serie di gare minori organizzate nei vari stati.
Come funziona la San Francisco Chronicle Wine Competition
Prendiamo ad esempio la San Francisco Chronicle Wine Competition, conclusa la scorsa settimana, per capire come รจ strutturata in genere una competizione, ovviamente qualche piccola differenza organizzativa si presenta di gara in gara, ma in genere il sistema รจ lo stesso. I giudici vengono suddivisi in gruppi di tre, e ad ogni gruppo vengono assegnate delle categorie, per vitigno e fascia di prezzo al pubblico (per esempio Pinot Noir tra 32 e 36 dollari o Chardonnay tra 14 e 16 dollari). Dopodichรฉ gli assaggi avvengono alla cieca: ai giudici viene portata una batteria da 10 vini per volta, identificati da un numero. Ogni giudice assaggia autonomamente il vino, appuntandosi le caratteristiche e i punti di forza o debolezza in vista del successivo confronto per assegnare o non assegnare un premio. Ogni vino puรฒ essere giudicato non meritevole di medaglia, degno di medaglia di bronzo, dโargento o dโoro. Al termine delle singole analisi dei giudici, un moderatore dello staff chiama il numero del vino e apre il dibattito, chiedendo ad ognuno dei tre giudici di esprimere un parere, motivandolo. Se un vino ottiene tre giudizi โoroโ, gli viene assegnata la medaglia โdoppio oroโ. Altrimenti si procede calcolando una media tra i giudizi dei tre giudici.
I vini vincitori
Allโinterno di ogni categoria solo i โdoppio oroโ vengono riassaggiati per stabilire il vincitore. Ciascun vincitore di ogni categoria poi viene messo in gara per il miglior rosso, miglior bianco, miglior spumante o miglior rosรจ dellโintera competizione, gareggiando quindi contro vini di altre categorie. Il fatto di assaggiare alla cieca e di innescare un dibattito su ogni vino garantisce sicuramente un giudizio abbastanza oggettivo e trasparente. Si tratta di un sistema estremamente ben collaudato perchรฉ i giudici sono messi effettivamente nelle condizioni di apprezzare il vino di per sรฉ, senza cercare riferimenti al terroir o senza alcun tipo di pregiudizio dato dalla zona vinicola o dalla cantina. Conoscere il prezzo รจ forse lโunica nota stridente: da uno Chardonnay in vendita a 15 dollari non ci si puรฒ sicuramente aspettare chissร quale complessitร o qualitร . Ma anche su questo punto, a volte, ci sono delle grandi sorprese. Un esempio concreto? Alla San Francisco Chronicle Wine Competition questโanno sono state assegnate agli Chardonnay โeconomiciโ ben 9 doppi oro e 12 medaglie dโoro.
Il cambio di tendenza nello stile degli Chardonnay e dei Pinot Noir
Nel panel che ha giudicato la categoria, composto da due californiani - uno di loro enologo con 20 anni di esperienza, lโaltro giornalista e wine educator nel settore da almeno 3 decadi - รจ stato constatato con grande sorpresa un cambio di tendenza radicale nello stile degli Chardonnay statunitensi, famosi, solitamente, per la loro corpositร , opulenza e un uso spesso spropositato del legno. Tutta unโaltra musica nei campioni della competition 2018. Qui i vini hanno mostrato pulizia, finezza e uno stile netto e senza fronzoli. Il migliore della categoria รจ stato uno Chardonnay dellโOregon, della A to Z Wineworks winery. Un concentrato di minerali, sapido, con sentori di finocchio e anice, sopra un bouquet di melone e mele cotogne, solo acciaio, niente legno. Prezzo? 15 dollari al pubblico.
Lo stesso cambio di trend e di stile รจ stato riscontrato nei Pinot Noir, le medaglie dโoro sono andate ai piรน โborgognoniโ, passateci il termine, quindi con buona aciditร , grande finezza e di medio spessore. Il migliore nella categoria 32-36 dollari รจ il californiano Pinot Noir Russian River Valley, parzialmente fermentato in barili aperti.
Le nuove tendenze tra i vini bianchi
Ma questi non sono stati gli unici indicatori del fatto che qualcosa stia cambiando nello stile americano e quindi anche sul mercato. Mentre lo scorso anno il miglior bianco era stato un Sauvignon, lโanno precedente uno Chardonnay, cosรฌ come nel 2015, nel 2014 e nel 2013; quest'anno a vincere la medaglia di migliore assoluto tra i vini bianchi รจ stato il Vermentino prodotto dalla Brick Barn Wine Estate. Una neonata cantina di Bulletton, in California, che due anni fa ha deciso di piantare qualche ettaro di Vermentino a Santa Ynez Valley. La cantina produce in tutto 80mila bottiglie e possiede 20 ettari di vigneti (Albariรฑo, Cabernet Franc, Grenache Blanc e Vermentino). La notizia ci dovrebbe interessare dato che la categoria Vermentino era lโunica tra i bianchi dedicata a un vitigno italiano, e dando unโocchiata alla lista dei partecipanti scopriamo che il vermentino รจ coltivato in Texas, a Temecula (vicino a San Diego), e perfino in Virginia.
I rossi e i rosati
Molte invece le categorie, tra i rossi, dedicate a vitigni italiani: primo per numeri il sangiovese, i cui vini erano divisi in 2 fasce di prezzo, inferiore o superiore a 30 dollari. Nel primo caso si รจ aggiudicata il premio assoluto Solis Winery di Santa Clarita Valley, in California, nel secondo caso Lorimar Winery di Temecula Valley, sempre in California. Ma in gara ci sono stati campioni provenienti dagli stati piรน disparati: Texas, Oregon, Washington e Virginia. Tra le categorie di rossi, altre sei erano dedicate a uve italiane: barbera, dolcetto, nebbiolo, aglianico e montepulciano. Anche qui le provenienze spaziavano dallโOregon alla North Carolina, dalla Virginia al New Mexico.
Per quanto riguarda i rosati, il migliore assoluto non รจ stato un Cabernet, un Pinot Noir o un Syrah, bensรฌ il Sangiovese rosato di Columbia Valley dellโazienda Barnard Griffin. Lo scorso anno il premio รจ andato a un altro Sangiovese rosato, quello di Alexander Valley. Considerando il momento dโoro che stanno avendo i rosati negli USA, il fatto che il migliore rosato dโAmerica, per due anni di fila, sia prodotto da un vitigno italianissimo, รจ sicuramente un segnale di ottimismo per lโexport tricolore.
Le conseguenze per l'export italiano
Sono due i fatti positivi per il nostro Paese emersi da questa esperienza: innanzitutto lโinnegabile cambio di direzione dei produttori statunitensi, nelle principali categorie (Chardonnay e Pinot Noir), verso uno stile piรน โeuropeoโ, meno elaborato, meno invasivo e piรน rispettoso del vitigno. ร un trend che puรฒ solo giovare allโexport italiano e che speriamo si traduca, con il tempo, in una ulteriore evoluzione del palato dei consumatori americani. In secondo luogo, il crescente apprezzamento per vini prodotti da vitigni italiani non puรฒ che incoraggiare gli appassionati a conoscere e ricercare maggiormente tali prodotti, magari preferendoli ai classici internazionali come Cabernet Sauvignon o Merlot, che restano per ora comunque campioni di vendite. Considerazioni che assumono un grande valore alla luce del fatto che emergono da una competizione seria, professionale, attendibile e che ha visto la partecipazione di oltre 7000 etichette, giudicate da professionisti del panorama vinicolo americano. Ora sta ai nostri produttori sceglie di cavalcare lโonda.
a cura di Laura Donadoni
Laura Donadoni ha partecipato in qualitร di giudice alla San Francisco Chronicle Wine Competition, unico palato europeo tra i 67 esperti sommelier, giornalisti, blogger, enologi, distributori, viticoltori. Laura e il suo gruppo di assaggio hanno analizzato 342 vini in tre giorni, appartenenti alle categorie: Chardonnay tra i 14 e 16 dollari, Shiraz con prezzo maggiore di 41 dollari, Pinot Noir tra 32 e 36 dollari, Zinfandel tra 32 e 36 dollari, Merlot tra 23 e 27 dollari.