Un bilancio in chiaroscuro quello che è venuto fuori dall’incontro online Il mercato del vino dopo un anno di pandemia, promosso da Coldiretti e dal Comitato di supporto alle politiche del vino, per fare il punto sui mesi trascorsi e guardare ai nuovi trend che, probabilmente, resisteranno anche nella fase del post Covid.
Luci e ombre del lockdown
Negativo è sicuramente il prezzo pagato dal settore vitivinicolo a causa delle chiusure dei lockdown e delle misure di restrizione disposte dai vari Dpcm. Secondo Coldiretti, infatti, dall’inizio della pandemia sono rimasti invenduti oltre 220 milioni di bottiglie e più di 2 aziende vitivinicole su 3 hanno registrato una perdita di fatturato nel 2020, con punte superiori al 30% rispetto all’anno precedente. Adesso, la riapertura di ristoranti, bar e agriturismi potrebbe valere, solo per il comparto vino, ben 2,5 miliardi. Positivi sono, invece, alcuni trend che si sono affermati nel corso di questi mesi e che, se confermati anche nel post Covid, potrebbero rappresentare una marcia in più per tutto il settore. Tra questi ci sono: l’incremento delle vendite in Gdo, l’aumento dei prezzi medi nei canali rimasti aperti, il boom dell’e-commerce e la maggiore propensione agli acquisti di qualità da parte dei consumatori.
È il momento di investire in brand reputation
“Non stupisce l’aumento del prezzo medio” è il commento del professor Vincenzo Russo, professore di Psicologia dei Consumi e Neuromarketing allo Iulm “perché in situazioni drammatiche si pensa a rifugiarci nelle cose che possono risollevarci e farci sentire coccolati. D’altronde siamo macchine emotive che pensano e non macchine pensanti che si emozionano”. Ma cosa deve fare adesso il settore vitivinicolo in vista della ripartenza? “È il momento di investire in comunicazione e brand reputation” consiglia il professore “Oggi il consumatore chiede all’azienda di raccontare, non essere silente, ma anche collaborare e compartecipare. Dobbiamo provare a intercettare questi trend, sapendo che la comunicazione ha un impatto fondamentale nella percezione di ciò che si beve e si mangia”.
La Gdo guarda sempre più al vino di qualità
Senza ombra di dubbio, la Gdo ha sostituito, in questa fase, una parte importante dei consumi persi nel fuori casa, come spiega Alessandra Corsi, direttrice marketing Conad: “Il retail è cresciuto dell’11% a valore e del +7% a volume, grazie soprattutto ai vini di qualità e alle bollicine”. Tra le tendenze che si sono rafforzate in questi mesi tra gli scaffali e che ci porteremo dietro anche nel post pandemia ci sono “il consolidamento dei prodotti italiani e del territorio e l’attenzione alla qualità di vini e alcolici. Mentre, con l’apertura dei ristoranti” continua Corso “ci aspettiamo una riduzione dei consumi domestici di alcolici”. Consumi che, durante il Covid sono aumentati di 11 punti percentuali rispetto alla fase precedente, per un incremento del consumo di alcol pro capite di 3 litri. A livello di vendite, invece, il primo trimestre 2021 è iniziato con una crescita importante a valore (+22,7% Gdo Italia; +31,9% Conad), dovuta in prevalenza al confronto con il bimestre senza pandemia, ma le aspettative sul secondo trimestre, in vista delle riaperture, sono in deciso rallentamento.
Le novità per il canale distributivo: in crescita le gastronomie
A tracciare l’andamento del canale distributivo è Marcello Meregalli, quinta generazione e amministratore delegato del gruppo Meregalli: “Nel pre-covid” dice “enoteche, ristorazione e wine bar rappresentavano per noi una quota del 40%, scesa al 23% nel 2020 e oggi ancora più bassa. Speriamo le aperture annunciate siano stabili e senza altri ripensamenti. Tuttavia, tra gli aspetti positivi di quest’anno dobbiamo rilevare un incremento della Gdo, dal 3 al 5% per quel che ci riguarda, e dell’online, che rappresentava il 3% e che adesso è al 9%. In crescita anche un altro comparto, ovvero quello delle gastronomie (ovvero botteghe, ortofrutta, salumerie e macellerie) che, in questi mesi, hanno incrementato la parte enoteca e che possono rappresentare un’opportunità in più per il vino”. Tutti trend che, secondo Meregalli sono destinati a rimanere, insieme all’incremento del prezzo medio e alla maggiore conoscenza del vino e dei superalcolici che si sta diffondendo sempre più tra i giovani. Occhio, infine, ai nuovi formati - quello in lattina su tutti – che potrebbe aprire nuove occasioni di consumo.
E-commerce, il boom è destinato a continuare?
Altro settore spinto dal lockdonw è stato quello delle vendite online, un canale che si potrebbe definire “democratico”, in quanto consente a tutti di essere presenti al di là delle loro dimensioni. “Chi prima guardava all’e-commerce con fastidio e disturbo ha dovuto cambiare punto di vista” evidenzia Marco Magnocavallo, ceo di Tannico “le circostanze hanno eliminato tutte le remore legate al giudizio di agenti e reti commerciali tradizionali. Le cantine hanno così scoperto un modo nuovo per entrare in contatto diretto con i consumatori. Dal canto loro, i consumatori, trovandosi bene, hanno affiancato questa modalità agli acquisti in enoteca e in Gdo”. E il fenomeno non sembra arrestarsi se lo stesso Tannico, dopo aver raddoppiato i volumi nel 2020 sul 2019, anche nel trimestre appena trascorso ha superato le già scoppiettanti performance dello scorso anno.
Quale futuro per il settore vitivinicolo?
“Un quadro tutto sommato positivo”, sono le conclusioni del presidente mondiale degli enologi e moderatore dell’incontro Riccardo Cotarella: “La crescita del prezzo medio anche in piena emergenza Covid, è un viatico per i nostri produttori, che ci fa guardare con più fiducia al futuro”. Un futuro che, secondo il presidente Coldiretti, Ettore Prandini, passa anche da un “rafforzamento di infrastrutture fisiche e digitali e da un investimento massiccio sull’enoturismo per far conoscere e valorizzare i nostri territori e i loro prodotti”.
a cura di Loredana Sottile
Questo articolo è tratto dal settimanale Tre Bicchieri del 22 aprile 2021 - Gambero Rosso
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